Allarme rosso per il settore agricolo in
Emilia-Romagna. Le piogge incessanti delle ultime settimane hanno paralizzato
le semine autunnali di grano e orzo, colpendo una delle regioni italiane più
attive nella produzione cerealicola, con un’estensione di 230.000 ettari. Le
piogge hanno reso i campi impraticabili e, in molti casi, completamente
allagati, favorendo la proliferazione di erbe infestanti che minacciano di far
lievitare i costi di gestione.
Confagricoltura
Emilia-Romagna prevede una perdita del 30% della superficie coltivabile per
grano e orzo. «I terreni sono impraticabili, con ritardi enormi nelle
operazioni di semina – spiega Marcello Bonvicini, presidente regionale di
Confagricoltura – e i nostri uffici stanno affiancando le aziende per valutare
colture sostitutive, come mais e sorgo, da seminare in primavera».
Nella
provincia di Bologna, su circa 40.000 ettari destinati a grano e orzo, si
prevede di dover rinunciare alla semina su 8.000 ettari: 3.000 nelle aree
collinari soggette a frane e 5.000 nelle aree di pianura colpite dagli
allagamenti. Anche nel Reggiano la situazione è drammatica, con migliaia di
ettari sommersi e numerose aziende agricole danneggiate. La semina autunnale
salterà totalmente in queste aree, e resta incerto anche l’inizio della
stagione primaverile.
A Modena,
solo il 5-10% delle superfici destinate a grano è stato finora seminato, una
tendenza che si riflette anche in Romagna. Oltre alle piogge, in alcune aree le
operazioni sono bloccate dalla soia ancora in campo, impedendo la preparazione
dei terreni per i cereali. Nelle province di Parma e Piacenza, gli agricoltori
sono fermi: smottamenti e allagamenti hanno colpito sia le zone collinari che
la pianura, rendendo impossibile la lavorazione del terreno.
«Siamo di
fronte a una stagione eccezionalmente critica – osserva Achille Savini,
presidente dei cerealicoltori di Confagricoltura Emilia-Romagna – con
precipitazioni che hanno superato i 1.200 millimetri, contro una media annuale
di 600-700 millimetri per la regione». A preoccupare è anche il calo
d’interesse verso la coltivazione di grano, penalizzata da prezzi poco
remunerativi.
Gli
agricoltori auspicano di poter recuperare almeno parte delle semine nelle
prossime settimane, ma il timore è di trovarsi di fronte a una delle peggiori
stagioni degli ultimi decenni.
Troppi eventi estremi, bisogna diversificare
RispondiEliminaE' una dichiarazione di guerra alla umanità, studiare per comprendere che abbiamo un nemico disumano spietato assassino, userà tutti i mezzi, i soldi non gli mancano, in questa fase stanno creando penuria di alimenti...crisi alimentare.
RispondiEliminaScusate ma il fatto che qua da noi come in Spagna, Governo ed Esercito non facciano un cazzo per le zone alluvionate fa parte del Cambiamento Climatico?
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