A Gaggio Montano la presenza dei cinghiali sta diventando un problema crescente. Questi animali selvatici, attratti dalle aree urbane in cerca di cibo, stanno causando danni ai giardini, alle coltivazioni e creando situazioni di pericolo per la sicurezza dei residenti e degli automobilisti. Le segnalazioni di avvistamenti all'interno del centro abitato sono sempre più frequenti, portando le autorità locali a cercare soluzioni per gestire questa invasione. Il fenomeno riflette una sfida più ampia di convivenza tra fauna selvatica e aree urbanizzate.
Per
contenere, se non eliminare, il fenomeno della presenza dei cinghiali
all'interno dell’abitato, l'amministrazione comunale di Gaggio Montano è
intervenuta con un'ordinanza che vieta l’abbandono di cibo nell’area
residenziale, al fine di evitare che gli animali siano attratti dalla
disponibilità di cibo e si spingano nel centro abitato. L’ordinanza prevede
inoltre che la Polizia locale della Città Metropolitana possa intervenire, se
ritenuto necessario, con l’abbattimento immediato degli ungulati per impedirne
l’arrivo nei centri urbani, avvalendosi del supporto di esperti cacciatori
formati per i piani di controllo della specie.
La
problematica non riguarda solo l’abitato di Gaggio Montano, ma è ormai diffusa
in tutto l'Appennino. Anche il Consigliere regionale di Rete Civica, Marco
Mastacchi ( nella foto), si è interessato al tema, esprimendo preoccupazione per il possibile
arrivo della peste suina trasmessa dai cinghiali. In un'interrogazione,
Mastacchi ha sottolineato che una popolazione di cinghiali superiore
all'equilibrio naturale è un fattore determinante nella diffusione del virus e
che questo squilibrio ha creato un substrato ideale per la propagazione della
peste suina africana, che in Lombardia e Piemonte ha avuto un impatto
devastante sugli allevamenti di suini. Ha quindi chiesto alla Giunta regionale
informazioni dettagliate sulle azioni intraprese e in corso per prevenire lo
sconfinamento del virus, monitorare le misure di contenimento e controllare la
protezione del territorio e degli allevamenti dall'epidemia.
Cazzate, altra produzione di paura per comprimere diritti e libertà
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