La cura per un Appennino produttivo diagnosticata dai giovani agricoltori nell’incontro di Lagaro

 La prescrizione della cura è stata inviata  ai sindaci, all'Unione dei Comuni, all'Assessorato Regionale, alla Regione Toscana, alla Citta Metropolitana di Bologna, al Comune di Pistoia e Prato come viatico per un’agricoltura possibile e più rispondente alle esigenze del territorio.

 

   Controllo dei Cinghiali:

 

- Ridurre la presenza dei cinghiali nelle aree di interesse agricolo.

- Effettuare monitoraggi sui danni alle colture e sugli incidenti stradali causati dai cinghiali.

- Limitare le aree consentite per la caccia al cinghiale, con l'obiettivo di ridurre la densità della popolazione di questi animali.

- Promuovere una gestione più equilibrata tra gli interessi venatori e quelli agricoli.

- Favorire un dialogo costruttivo tra le diverse parti coinvolte (Regione, Provincia, ATC, agricoltori, cacciatori e ambientalisti).

 

2Problemi Persistenti: 

- I piani di controllo promessi non sono stati pienamente implementati o efficaci.

- L'aumento incontrollato della popolazione di cinghiali continua a causare danni significativi all'agricoltura e aumenta il rischio di incidenti stradali.

- L'agricoltura locale è particolarmente colpita, con gravi perdite economiche per gli agricoltori.

Richieste di Intervento:

È necessario un rinnovato impegno delle amministrazioni per attuare misure concrete e efficaci di controllo della popolazione di cinghiali e altri ungulati.

Supporto agli Agricoltori:

Fornire supporto diretto agli agricoltori colpiti, anche attraverso indennizzi e misure preventive.

Rafforzare la collaborazione tra le amministrazioni locali, regionali, gli ATC e le associazioni di categoria per affrontare la crisi in modo coordinato.

Importanza dell'Agricoltura in Appennino Tosco Emiliano:

- L'agricoltura è il settore di base e uno dei principali nell'Appennino.

- I prodotti agricoli locali, grazie alla qualità del territorio, sono apprezzati anche a livello internazionale.

- La zona, relativamente incontaminata grazie allo spopolamento degli anni passati e all'abbandono dei pesticidi, è ideale per un'agricoltura di eccellenza.

2. Problemi Attuali

- Danni da Fauna Selvatica: I cervi e altri ungulati causano gravi danni alle coltivazioni (es. campi di grano e orzo) e agli alberi, sia da frutto che non.

- Interventi Amministrativi: Alcune iniziative degli agricoltori per la cura e la tutela del territorio sono state ostacolate da sanzioni amministrative, considerate insensate in questo contesto.

3. Proposte per un Equilibrio Sostenibile

- Gestione della Popolazione di Ungulati: È necessario stabilire un equilibrio tra la fauna selvatica e l'agricoltura, per proteggere entrambe le risorse.

- Movimentazione Controllata: Si propone una gestione controllata della popolazione di cervi e altri ungulati, previa consultazione con gli agricoltori locali.

- Collaborazione e Dialogo: È fondamentale un dialogo costante tra agricoltori, amministrazioni e associazioni di categoria per trovare soluzioni condivise.

Criticità Emerse

L'analisi del contesto ha evidenziato quattro aree principali di criticità:

1. Difficoltà di accesso ai bandi: La complessità burocratica ostacola l'accesso agli aiuti da parte degli agricoltori, penalizzando soprattutto le piccole realtà.

2. Carenza di dati sulla fauna selvatica: La mancanza di censimenti precisi e aggiornati sulla fauna selvatica impedisce una gestione efficace del territorio e un'equa distribuzione delle risorse.

3. Supporto inadeguato alle piccole aziende: Le piccole aziende agricole e artigianali, spesso a conduzione familiare, faticano ad accedere ai contributi e alle misure di sostegno, venendo così marginalizzate.

4. Burocrazia e disparità di trattamento: L'eccessiva burocrazia e la complessità delle procedure avvantaggiano le grandi aziende a discapito delle piccole, creando un'iniqua concorrenza.

Proposte per un'Agricoltura Sostenibile

Per superare le criticità sopracitate e promuovere una coesistenza armoniosa tra agricoltura e fauna selvatica, si propongono le seguenti azioni:

1. Sburocratizzazione e sportello informativo: Creare uno sportello dedicato presso i comuni o la Città Metropolitana per semplificare le procedure di accesso ai bandi e fornire assistenza agli agricoltori nella compilazione delle domande.

2. Potenziamento dei censimenti faunistici: Incrementare i finanziamenti per realizzare censimenti della fauna selvatica più accurati e completi, al fine di ottenere dati scientificamente validi per la gestione del territorio.

3. Misure specifiche per le piccole realtà: Istituire uno sportello comunale dedicato alle piccole aziende agricole e artigianali, indipendentemente dalla partita IVA, e prevedere contributi mirati per la tutela del territorio e il miglioramento delle produzioni.

4. Semplificazione normativa e incentivi per le piccole aziende: Semplificare le procedure burocratiche e creare incentivi specifici per le piccole aziende, favorendo la concorrenza e valorizzando l'artigianato locale.

Raccomandazioni per una Convivenza Armonica

Oltre alle proposte concrete per affrontare le criticità, il documento sottolinea l'importanza di promuovere una cultura di convivenza tra agricoltura e fauna selvatica, basata su reciproco rispetto e collaborazione. A tal fine, si raccomandano le seguenti azioni:

1. Formazione e informazione per gli agricoltori: Organizzare incontri con esperti per educare gli agricoltori sulla gestione della fauna selvatica e diffondere buone pratiche di coesistenza, come l'uso di cani da guardiania.

2. Indennizzi tempestivi per danni da fauna selvatica: Istituire un sistema di indennizzo rapido ed efficace per compensare i danni alle colture causati dalla fauna selvatica.

3. Supporto a recinzioni di emergenza e lavoro volontario: Creare un fondo per finanziare interventi urgenti di recinzione delle colture e coinvolgere volontari nella protezione del territorio.

4. Dialogo continuo e collaborazione tra le parti: Favorire un dialogo costruttivo e una collaborazione attiva tra amministrazioni locali, agricoltori, enti di ricerca, associazioni ambientaliste e cacciatori per trovare soluzioni condivise e sostenibili.

Problemi e Proposte per i Nuovi Insediamenti Agricoli e Frutteti

Negli ultimi anni, l'Appennino Bolognese ha visto un aumento delle iniziative per la coltivazione di frutta di altissima qualità, inclusi frutti antichi. Tuttavia, la fauna selvatica continua a rappresentare una minaccia significativa per questi nuovi insediamenti agricoli. La legge toscana offre alcune linee guida che potrebbero essere utili anche per la nostra regione:

- Promozione della Carne Selvatica: Viene suggerito di promuovere la carne selvatica, ad esempio, attraverso sagre e la vendita nei supermercati. Questa iniziativa potrebbe contribuire a controllare la popolazione di ungulati e offrire un nuovo prodotto locale.

- Riapertura dei Macelli Pubblici: La riapertura dei macelli pubblici in stato di abbandono nell'Appennino per lavorare carne di ungulati e bovina è una proposta valida. Questo non solo migliorerebbe la gestione della fauna selvatica, ma fornirebbe anche nuove opportunità economiche per la regione.

- Fondi a Fondo Perduto: Si richiede l'istituzione di fondi a fondo perduto per supportare queste iniziative, facilitando così l'investimento da parte degli agricoltori locali e promuovendo un'economia circolare.

Ritorno all'Agricoltura e Richiesta di Supporto Istituzionale

È significativo notare un aumento dei giovani che tornano all'agricoltura in Appennino, attratti da uno stile di vita più sano e dal desiderio di coltivare la terra. A differenza delle tendenze di abbandono viste dagli anni '90, oggi assistiamo a una rinascita dell'interesse per l'agricoltura montana, con numerosi bandi vinti da aziende agricole in queste zone.

Occorre spingere le Istituzione a dividere le aree vocate e agricole (non vocate) come ha già fatto con ottimi risultati la Regione Toscana. Quindi non è necessario aspettare la modifica delle Legge nazionale ma la Regione ER potrebbe già farlo aggiornando la normativa vigente

emerge dalla discussione che, quando gli agricoltori segnalano la presenza di ungulati, il personale ufficiale preposto ai controlli, spesso non dà seguito alla segnalazione e non esegue gli abbattimenti necessari, dichiarandosi impegnato, come invece dovrebbe fare da normativa vigente. La Regione Toscana con la legge del 2016, per questo motivo ha coinvolto il Corpo forestale con risultati notevoli. Alla mia domanda di coinvolgimento anche in ER del corpo forestale le Associazioni di categoria hanno risposto che in regione il Corpo forestale ha troppo poco personale da dedicare a queste cose. Ma in realtà, come si deduce dai dati degli abbattimenti, il corpo forestale non è mai stato coinvolto nei controlli degli ungulati e quindi sarebbe il caso di inserire anche questo nelle modifiche della legge regionale attuale. In mancanza di ciò forse si l’ Arca potrebbe creare un n. verde gestito dalla stessa Arca, attraverso cui le aziende agricole segnalano i casi in cui, pur con la presenza di ungulati, le persone addette ai controlli (Atc? ) non sono intervenute. Un elenco delle segnalazioni tenute dall’Arca potrebbe servire come censimento dei casi di presenza di ungulati nelle aziende agricole del territorio, e diventare negli anni un indice o una stima delle dinamiche della presenza degli animali, visto che, come detto nell’incontro gli abbattimenti non sono una misura attendibile di censimento degli ungulati. Dai dati dell’abbattimenti infatti risulterebbe che dal 2021 gli abbattimenti sono diminuiti di un terzo, cioè da 30.000 a 20.000. Non è chiaro comunque se il motivo sia dovuto a una reale riduzione degli ungulati nel territorio oppure ad un minor numero di prelievi e abbattimenti fatti negli ultimi anni per altri motivi. Ecco perché sarebbe necessario istituire un altro metodo di stima più attendibile o perlomeno integrativo del precedente. Gli enti preposti comunque dovrebbero sula base attuale degli abbattimenti spiegarci quale delle 2 spiegazioni è quella giusta.