E’ la quinta edizione di ‘Futuro’ ed è in programma dall’11 al 13 ottobre 2024. Già aperte le iscrizioni.
L’ Unione Comuni Appennino Bolognese informa:
Futuro è il tema della quinta edizione
della Scuola di Ecologia Politica in Montagna.
Dall’11 al 13 ottobre 2024, i corsi si terranno anche quest’anno nel
territorio di Castiglione dei Pepoli e, in un’ottica di rete, in tutta l’area
dell’Appennino bolognese.
Le iscrizioni si sono aperte e ci sarà tempo fino al 15 settembre 2024 per mandare la propria adesione. La scuola prevede un massimo di 20 partecipanti.
Il tema del Futuro verrà declinato in due filoni principali: la “memoria” e le “scuole”, intesi come presidi imprescindibili soprattutto nelle terre alte, per costruire nuovi percorsi e affrontare le sfide contemporanee, in modo rigorosamente ecologico.
L’obiettivo delle docenze è quello di restituire una panoramica tanto del delicato stato dell’arte, quanto di nuovi processi e sperimentazioni sia nell’ambito dell’educazione e della formazione, che nella gestione e valorizzazione degli archivi e di tutte le forme di memoria storica, quali fondamenta identitarie di una comunità. Tutte le informazioni le trovate qui.
L’ecologia politica è una disciplina che intreccia i fattori economici,
sociali e culturali ai fenomeni ambientali, per interrogarsi – e interrogare il
potere politico – su come sia possibile incidere positivamente sulla crisi
ecologica che il mondo sta attraversando. Aprire la riflessione e il confronto
nelle terre alte italiane è un modo per osservare il centro, il
modello-città, i suoi cortocircuiti e i suoi fallimenti da una prospettiva
alternativa. La rete pubblico-privata che si è creata e cresce, attorno al
progetto, anno dopo anno dal 2020 a oggi, dimostra la necessità dei territori
di strutturare un confronto attivo con professionisti multidisciplinari e le
comunità di riferimento, per trovare risposte – ma soprattutto porsi le giuste
domande – per affrontare sfide irrimandabili della contemporaneità.
La prima ecologia per la montagna e' quella di ritornare a rendere equo il lavoro agricolo, zootecnico che e' Il Lavoro in montagna.
RispondiEliminaQuesto NON avviene perche' si e' deciso che il settore primario venisse sacrificato a favore degli altri.
Questo avviene con la brutale competizione: non mi vendi la lonza di maiale a 2,20Euro / q.le? La compro in Bielorussia a quel prezzo, fottiti!
Ovviamente questo va bene ai demaghhi e ai vari elettori consumisti che lo elelggono che preferiscono prendere lonza "improbabile" a prezzo stracciato perche' poi, coi denari risparmiati, fanno il uichend a Londra oppure si comprano la felfa della influensa etc. etc. .
Ci sono paesi che hanno deciso di NON seguire questa strada della distruzione del settore primario: in Svizzera esistono dazi PESANTISSIMI sulla importazione di carne e questo permette ai contadini elevetici di avere un reddito decente e qindi di rimanere in montagna, allevare boivini e altro.
Come per l'immigtazione di massa, questo NON e' casuale, e' una scelta voluta, politica se non imposta.
" interrogare il potere politico ?" Ecco come rovinare tutto.
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