giovedì 20 giugno 2024

Gli appuntamenti delle Giornate dell’interdipendenza

Oggi, giovedì 20 giugno, al DUMBO un evento di sensibilizzazione aperto alla popolazione, il 26 giugno presso la comunità terapeutica Il Sorriso, una giornata di formazione dedicata ai professionisti che si occupano di dipendenza

 

L'Azienda USL di Bologna informa: 

 

Tornano a Bologna “le giornate dell’interdipendenza”, eventi organizzati dai professionisti dell’Azienda USL di Bologna e del Terzo settore, in collaborazione con istituzioni ed Enti locali, finalizzati a sensibilizzare la popolazione sul tema delle dipendenze in un’ottica di interdipendenza comunitaria: ricordando lo slogan della rassegna, “la dipendenza ci fa schiavi; l’indipendenza ci fa soli; l’interdipendenza ci fa liberi: insieme!”.

Il focus scelto quest’anno dagli organizzatori della manifestazione punterà ad approfondire un tema di attuale importanza: le dipendenze patologiche e la salute mentale in carcere.

In particolare, quest’anno, la rassegna di eventi prevede dapprima un momento dedicato a riflettere con la cittadinanza “Oltre il muro” – in programma oggi,  20 giugno, presso lo Spazio DumBo - e un secondo momento di formazione, pensato per promuovere un confronto tra i diversi professionisti che si occupano di dipendenza.

L’evento dal titolo “Oltre il muro”, aperto alla cittadinanza, prenderà avvio con uno spettacolo i cui protagonisti sono gli utenti ospiti delle comunità terapeutiche e si concluderà con l’intervista al giornalista Paolo Aleotti, autore del libro “Che sapore hanno i muri”. Tra questi due momenti il dialogo si svolgerà attraverso due tavole rotonde a cui prenderanno parte professionisti dei SerDP e rappresentanti delle Istituzioni. 

Nello specifico, nel corso della prima tavola rotonda, il confronto verterà sulle relazioni tra Salute mentale e Dipendenze in carcere, nonché sul tema della Misura Alternativa alla Detenzione (MAD). E’ possibile la cura e la riabilitazione in carcere? Quando è indicata la misura alternativa alla detenzione? Cosa comporta per il paziente? Sono solo alcuni quesiti attorno ai quali si svilupperà il dibattito.

A seguire, nel corso della seconda tavola rotonda, i relatori si confronteranno sul dopo detenzione, sul post pena affrontando il cruciale tema del reinserimento in società. Come affrontare le questioni dell’abitare e del lavoro, come favorire dunque l’inclusione nella comunità di persone che hanno già portato a termine un percorso riabilitativo durante la pena?

Il secondo evento, in programma il 26 giugno presso la comunità terapeutica “il Sorriso” di Imola, sarà un’occasione di confronto tra i professionisti dei SerDP e delle comunità terapeutiche sui trattamenti terapeutici in ambiente ristretto: dai percorsi valutativi e terapeutici messi in atto dall’equipe carcere del SerDP alla Dozza, fino ai programmi realizzati nelle Comunità terapeutiche di MAD, passando attraverso alcuni progetti di giustizia ripartiva.

 

Dati e attività dell’Azienda USL di Bologna dedicate alle persone recluse in carcere

Come definito dalla Legge 309/90 all’interno delle carceri è prevista un’equipe SerDP multidisciplinare e multiprofessionale composta da medici, psicologo ed assistente sociale. Così come avviene nei SerDP sul territorio, anche l'equipe SerDP in carcere si occupa di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone che hanno sviluppato una dipendenza da sostanze. A questa attività si aggiunge una fase valutativa poiché, se il soggetto non è ancora noto ai servizi, è fondamentale la diagnosi di dipendenza. In questo contesto, qualora la persona avanzi la richiesta di poter usufruire della Misura Alternativa alla Detenzione, già in fase di valutazione, i professionisti del SerDP coinvolgono i colleghi della comunità terapeutica per la co-costruzione del percorso riabilitativo personalizzato.

Ad oggi le persone detenute nel carcere della Dozza con una diagnosi di Dipendenza patologica sono 370, di cui 28 donne e 342 uomini. Di queste, 61 sono in trattamento con terapia oppioide (in quanto soggetti con diagnosi di dipendenza per lo più da eroina), mentre i restanti 309 sono in trattamento con altri farmaci, oltre ad essere inseriti in un percorso socio-educativo individualizzato. La fotografia del fenomeno della dipendenza da sostanze all’interno del carcere rispecchia, in proporzione, quella che si osserva in città: in questo momento i SerDP stanno contrastando l’incremento di persone che sviluppano una dipendenza da cocaina, mentre rimane pressoché stabile la percentuale di soggetti con dipendenza da eroina ed è ubiquitaria l’assunzione di cannabinoidi associata al consumo di alcol.

Nella maggioranza dei casi, la presa in carico del SerDP avviene in modo congiunto con altri professionisti della Psichiatria Forense, oppure del Dipartimento di Cure Primarie. I detenuti in carico alla Psichiatria Forense sono complessivamente 249 di cui circa un terzo prevede un percorso in collaborazione con i professionisti del SerDP.

Più in generale, presso l'Istituto penitenziario bolognese, l'assistenza sanitaria primaria viene garantita da medici convenzionati di Assistenza Primaria (24 medici incaricati) che rappresentano il riferimento per la presa in carico di base e di primo livello di tutti i soggetti presenti in carcere, garantendo una presenza h24 a cui si aggiunge il supporto medico della Continuità assistenziale di Montebello.

L'attività medica delle Cure Primarie è sempre integrata con quella dell'equipe infermieristica. In particolare, l'equipe assistenziale-riabilitativa è composta da 1 coordinatore assistenziale, 28 infermieri, 1 educatore professionale, 3 terapisti della Riabilitazione Psichiatrica e 5 operatori socio-sanitari. Gli infermieri, presenti 24 ore al giorno, garantiscono ai detenuti l’accoglienza, l’assistenza in particolare per i pazienti con patologie croniche o riacutizzate (in primis diabete, patologie cardiovascolari e polmonari), con disturbi psichiatrici, con dipendenza patologica e a persone con malattie infettive (HIV-AIDS, epatiti, TBC e malattie sessualmente trasmesse). Gli infermieri si occupano inoltre della somministrazione delle terapie farmacologiche e collaborano con il medico di Continuità assistenziale per la gestione delle urgenze. In aggiunta, l’educatore professionale coordina le attività di informazione, educazione sanitaria e promozione della salute, nonché la programmazione di visite ed esami eseguiti all’esterno dell’Istituto. Per le donne detenute l’Azienda USL di Bologna prevede la presenza di un’ostetrica in carcere 2 volte al mese e, con la stessa frequenza, sono presenti i fisioterapisti del territorio. 

L’assistenza specialistica ambulatoriale viene garantita sia da specialisti interni che attraverso visite specialistiche esterne. Nello specifico, in carcere possono essere eseguiti raggi ed ECG, mentre le specialistiche presenti all'interno del Poliambulatorio della Dozza sono: Allergologia (in telemedicina), Dermatologia, Odontoiatria, Cardiologia, Ecografia, Ginecologia, Infettivologia, Ostetricia e Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Pneumologia, Reumatologia (in telemedicina), Proctologia. È in corso un ulteriore sviluppo della telemedicina anche presso la struttura carceraria, così come in altri setting assistenziali dell’Azienda USL di Bologna. 

Nessun commento:

Posta un commento