giovedì 11 gennaio 2024

Alcuni presepi che ho visitato

Le feste natalizie si sono appena concluse e il ricordo dei bei presepi che hanno caratterizzato i centri dell’Appennino non si è ancora sopito: d'altronde i presepi  bolognesi, fra i più caratteristici assieme a quelli genovesi e a quelli insuperabili del napoletano, testimoniano nel modo più semplice e ricercato la fede popolare e la vicinanza all’evento principe della tradizione cattolica. 

Riportiamo il racconto di Roberto Brusori al rientro da una visita ai presepi della valle del Setta:


La nostra valle ha ospitato anche quest’anno una infinità di presepi allestiti nelle chiese o lungo i caseggiati, realizzati da veri artisti del genere che hanno messo in mostra il loro estro poetico  o da semplici cittadini guidati dalla semplicità rappresentativa di un evento straordinario che, nato nella povertà di una capanna riscaldata dal calore animale, annunciava la nascita  di Gesù Bambino.

Caratterizzati con  scenografie coinvolgenti, arricchiti con luci o accompagnati con melodie intonate all’avvenimento ne ho visitati tre:  quello dei SASSI realizzato quest’anno nella nota bottega dell’indimenticato calzolaio GINO, fra gli ultimi testimoni di un antico e apprezzato mestiere, scomparso alcuni anni fa. Prima il presepe dei Sassi veniva collocato nella ex scuola elementare di Rioveggio. 

L’autore della bella rappresentazione con i Sassi o è  stato Duilio Camarlinghi, pensionato  di Rioveggio e grande amante della natura appenninica che  ha potuto realizzarlo nella nuova sede, al centro del caseggiato, grazie alla disponibilità degli eredi di Gino. Nella visita si sentiva ancora l’odore del cuoio, delle colle  e della pece usate dal caro calzolaio di Rioveggio.

I Sassi raffigurano 9 chiese e i personaggi rappresentativi della Valle del Setta: l’attuale sindaco di Monzuno Bruno Pasquini, don Lorenzo, il calzolaio Gino, semplici cittadini e tanti animali, dai domestici a esemplari di fauna selvatica. Inoltre sono stati riproposti episodi di  vita rurale, il castello di Elle, i fiumi Setta e Sambro . Essendo piccolo lo spazio  il presepe occupava anche le scansie dove venivano esposte le scarpe.

 


Ho  visitato inoltre il presepe che da anni viene allestito  nella chiesa  stile gotico francese di Gabbiano, piccola frazione di Monzuno .

 

La natività è rappresentata in più presepi,  dal classico  realizzato  e collocato in cassette della frutta al presepe di città  con auto  e pedoni, dislocati  in vari punti dell’edificio religioso: ai piedi dell'altare maggiore e negli altari laterali. Per la  prima volta è stato  allestito anche un mercatino di oggetti antichi e di modernariato donati dai residenti . Il ricavato  è stato destinato alla chiesa stessa. La guida e lo spirito organizzativo della piccola-grande impresa di dedizione alla propria frazione e di testimonianza religiosa sono di Gianfranco Collina e la realizzazione è il frutto della partecipazione dell’intera comunità di Gabbiano.




 


Ho visitato inoltre il grande presepe della chiesa di San Lorenzo nel cuore dell’abitato di Castiglione dei Pepoli. Lo definirei ‘Il Presepe della vita del territorio’ poiché raffigurava varie scene paesane: con statuette caratterizzate  in movimento, la vita del bar, il falegname, il fabbro, le massaie, la ferrovia direttissima, il coro  e l’immagine riprodotta in miniatura di parti di Castiglione dei Pepoli come la Torretta, le abitazioni storiche e moderne accompagnate da suoni e da personaggi in movimento continuo. La fedeltà della rappresentazione all’esistente stupiva i visitatori. Il presepe sarà visitabile fino al 31 gennaio.

I miei complimenti agli organizzatori e ai costruttori.






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