In vista della Giornata internazionale contro
la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, sono stati illustrati, presso il Ministero della Salute, i dati di una indagine conoscitiva
sull’attuazione del percorso di assistenza sociosanitaria, all’interno dei
pronto soccorso, per le donne vittime di violenza. In apertura dell'evento,
il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha osservato un minuto di silenzio in
ricordo di Giulia Cecchetin e di Francesca Romeo.
Per l’Oms la violenza contro le donne è uno dei
principali problemi di salute pubblica: nel mondo 1 donna su 3 ha subìto
violenza sessuale o fisica nel corso della propria vita. In Italia le donne che
arrivano in pronto soccorso, dopo aver subito una violenza, possono trovare un
percorso protetto che garantisce: cura, sicurezza e orientamento ai servizi
antiviolenza per se stesse e i figli minori. In Italia si stima che circa l’8,6
% delle donne vittime di violenza che si rivolge al pronto soccorso, accede più
di una volta.
Dal 2017 sono in vigore le Linee guida Percorso per le donne che subiscono
violenza (Dpcm 24 novembre 2017) che forniscono alle aziende sanitarie
e ospedaliere strumenti operativi per riconoscere la violenza e identificare
tutti i suoi aspetti e protagonisti, supportare la vittima, stimare il rischio
per la sua tutela, documentare con precisione la violenza, informare e
indirizzare la vittima ai soggetti della rete.
A distanza di cinque anni dall’approvazione delle
linee guida, il Ministero della Salute, tra giugno e settembre 2023, ha voluto
verificare lo stato di attuazione delle Linee guida attraverso un
questionario rivolto a tutte le strutture sanitarie con Dea di I o II livello,
pronto soccorso o pronto soccorso pediatrico.
“Il nostro servizio sanitario mette a disposizione
di tutte le donne una rete capillare di servizi sul territorio e il pronto
soccorso è il luogo dove è possibile intercettare la vittima di violenza perché
è qui che si cerca il primo intervento sanitario - ha detto il Ministro della
Salute, Orazio Schillaci intervenendo all’evento - Come emerge dai dati del
Sistema Emur per il monitoraggio dell’assistenza in emergenza-urgenza nel 2022
in Italia sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con
indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021. E’ dunque
fondamentale garantire percorsi di assistenza adeguati e una appropriata
formazione degli operatori sanitari affinché possano riconoscere, assistere e indirizzare
tempestivamente per la presa in carico nei percorsi delle apposite reti
territoriali i casi di violenza sulle donne che si presentano al pronto
soccorso”.
L’80% delle strutture (497 pronto soccorso sui
618 attesi) ha risposto al questionario, articolato in diverse sezioni
tematiche: accesso al pronto soccorso, trattamento diagnostico terapeutico,
dimissione, rete territoriale per la presa in carico, formazione.
L'analisi delle risposte all’indagine mostra che:
il 77% delle strutture ha in uso i
protocolli attuativi del percorso per le donne che subiscono violenza
l’83% dei pronto soccorso assicura procedure
diversificate e modalità di dimissione protetta nel caso di valutazione a
rischio alto
presso il 79% delle strutture è
individuato il referente del percorso
il 59% delle strutture assicura la
presenza di una equipe multidisciplinare dedicata al percorso per le
donne che subiscono violenza
nel 79% dei pronto soccorso sono presenti
attività e percorsi di formazione e aggiornamento sulla violenza- per
gli operatori sanitari
nel 98% delle strutture la donna viene
informata della presenza sul territorio dei centri antiviolenza e
nel 99,6% è garantita una puntuale informazione sulla possibilità di
sporgere querela, anche contattando direttamente le forze dell’ordine
il 79% dei pronto soccorso assicura il
supporto di mediatrici linguistico-culturali per via telefonica; solo
nel 44% delle strutture avviene vis à vis in pronto soccorso
il 94% delle strutture garantisce, in
presenza di figli minori, la possibilità che possano restare con la
madre e che siano coinvolti nel suo stesso percorso
nel 62% delle strutture è presente
un sistema per l’accompagnamento delle donne e degli eventuali figli
a una struttura protetta esterna.
Non mancano aspetti che necessitano di ulteriore implementazione se si considera che solo il 28% delle strutture che risposto al questionario dichiara una presa in carico sociale attiva h24 e il 39% prevede figure di supporto per le donne con disabilità.
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