Foto d'archivio |
L’Azienda USL di Bologna porge le
più sentite condoglianze ai famigliari del 60enne cardiopatico deceduto al
Maggiore, nella serata del 4 ottobre, a seguito del soccorso in emergenza
avvenuto nei pressi della Croce di Casalecchio.
Ripercorrendo quanto accaduto, alle
19.35 la CO118 ha ricevuto la chiamata registrando l’evento con il codice rosso
e attivando immediatamente il mezzo di soccorso più vicino, giunto sul posto in
7 minuti. I soccorritori, in contatto con il medico link presente in Centrale
Operativa, hanno individuato nell’Ospedale Maggiore il setting più appropriato
per tentare di salvare la vita al paziente cardiopatico. Purtroppo durante il
percorso le condizioni del paziente si sono aggravate tanto da andare in
arresto cardiaco. Supportati dal medico link, i soccorritori hanno subito
iniziato le manovre di rianimazione del paziente e contestualmente, alle 20.02
è stata inviata l’automedica che, partendo dal Maggiore, ha raggiunto
l’ambulanza in 7 minuti. Appena arrivato sul posto il medico ha continuato le
manovre di rianimazione, ha somministrato terapie farmacologiche e ventilato
meccanicamente il paziente. Nonostante tutti gli sforzi messi in campo dal
sistema del 118 il cuore del paziente non è più ripartito.
Il drammatico finale dell’evento del
4 ottobre induce le seguenti considerazioni:
- L’emergenza
è avvenuta a pochi minuti dall’ospedale
- La
tipologia dei segni e sintomi ricostruiti dall’infermiere della CO118 suggeriva
comunque un pronto accesso ad una struttura – come il Maggiore – in grado di
dare tutte le risposte di cui un caso simile avrebbe potuto avere bisogno:
dalla cardiologia, all’emodinamica. alla terapia intensiva e a tutte le
strutture direttamente collegate al Pronto soccorso generale.
- L’attesa
di un altro mezzo di soccorso avrebbe avuto come esito un protrarsi dei tempi
di arrivo in Pronto soccorso
- La
tipologia della criticità individuata identifica un target cui va data
riposta immediata all’interno dei quali possono esservi segni e sintomi di
gravità ulteriore che fin dalla chiamata inducono all’invio tanto del mezzo più
vicino quanto del mezzo avanzato.
- All’insorgere
delle evoluzioni – purtroppo l’arresto cardiaco – in 7 minuti il mezzo
con la massima capacità di risposta (auto medica) è giunto sul posto ed ha
completato la RCP con le manovre avanzate che purtroppo non hanno avuto
successo.
Come noto, la casistica degli
arresti cardiaci è trattata con una risposta a catena che, da quanto desunto
dalla chiamata, attiva le istruzioni pre arrivo (quando indicate e se ci sono
astanti in grado di collaborare) e l’utilizzo del defibrillatore (che nel caso
specifico era in dotazione al 1° mezzo inviato)
Allargando le considerazioni al
quadro generale dell’organizzazione del Sistema dell’Emergenza, i dati di
attività del 118 di Bologna mostrano una percentuale di defibrillazione sul
posto (28%) più alta della media nazionale (26%) ed una ripresa dall’arresto
cardiaco anche questa più alta (pari al 45% rispetto al 19% dell’Italia e al
33% dell’Europa). Infine a Bologna si attesta una percentuale di pazienti
dimessi vivi dall’ospedale pari al 19 % (rispetto a una media nazionale del
9,5% e a quella europea del 8%).
Questi dati testimoniano come la
comunità bolognese “laica”, composta da cittadini e istituzioni non sanitarie,
abbiano avviato assieme al Sistema sanitario una capacità di risposta che è ai
vertici della qualità in Italia e in linea con dati europei.
La capacità di intervento non si
esaurisce né si limita, quindi, alla presenza di competenze avanzate
(infermiere e/o medico), ma coinvolge l’intera catena che comprende anche
tecniche avanzate come quelle utilizzate dall’equipe giunta sul posto (ventilazione
meccanica, farmaci massaggio cardiaco meccanico) che completano, quando
necessario, ciò che già è stato attivato e messo in atto.
Il sistema regionale, e non
solo bolognese, ha un numero di risorse di base ed avanzate (con infermiere e
/o medico) più alto di quanto previsto dalle norme (DM 70) e più ricco di
quello di altre regioni.
La riorganizzazione complessiva del sistema di emergenza implementa ancora queste risorse, sia mettendo a diposizione della CO 118 di Bologna – prima CO 118 in Regione - la nuova figura del medico link – che ha guidato nel caso la catena dei soccorsi orientando il paziente verso il Maggiore per comprimere i tempi – sia incrementando il numero dei mezzi di soccorso avanzato in grado di trasportare il paziente. Infine con tecnologie che potenziano la capacità di scelta della CO 118 con la videochiamata sia dell’operatore di Centrale che del medico.
Se fossi un parente di quel signore deceduto mi resterebbe per sempre il dubbio che se fosse stata inviata una ambulanza col medico a bordo e non si fossero persi minuti preziosi, forse si sarebbe salvato…
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