martedì 8 agosto 2023

Scoperta dalla Guardia di Finanza una maxi frode dell’Iva.

False fatture per oltre 200 milioni di euro su prodotti informatici.


Sfruttando indebitamente la normativa UE sulle transazioni intracomunitarie, ‘non imponibili’ ai fini IVA, avrebbero accumulato una evasione di 44 milioni di euro. Gli operatori della Guardia di Finanza  hanno però scoperto l’illecito , chiamato in gergo ‘carosello’ e hanno sequestro al gruppo dei frodatori 32 milioni di euro fra  danaro contante, disponibilità bancarie, immobili e quote societarie nelle province di Bologna, Modena, Terni e Sassari. 

Il provvedimento è il frutto di complesse attività investigative condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna iniziate nel 2020 con verifiche fiscali nei confronti di quattro aziende bolognesi operanti nel settore della commercializzazione all’ingrosso di prodotti informatici.

Il sistema di frode, ideato e attuato da un quarantacinquenne di origine ternane, stabilmente residente a Bologna, ha visto il coinvolgimento di 46 imprese, perlopiù evasori totali, dislocate in Emilia Romagna e nel resto del Nord Italia.

L’ideatore della frode aveva posto a capo di diverse aziende suoi prestanome con il compito di acquistare da una società polacca prodotti informatici senza l’applicazione dell’IVA. La merce veniva poi ceduta, solo “cartolarmente” e sottocosto, a ulteriori società create appositamente per interporre passaggi e soggetti economici nella catena di vendita così da rendere più complessa l’identificazione dello schema illecito e dei responsabili.

Il meccanismo fraudolento ha consentito la totale evasione delle imposte da parte imprese coinvolte, le quali, oltre a non versare l’IVA e a non presentare alcuna dichiarazione fiscale, venivano fatte cessare dopo pochi mesi di “attività” per essere prontamente sostituite.

I prodotti informatici, ceduti a prezzi molto competitivi alle società bolognesi, erano così commercializzati on line generando rilevanti profitti e indebiti vantaggi fiscali sia in termini di risparmio d’imposta che di ingenti crediti IVA. Gli esiti delle indagini hanno permesso di denunciare 63 soggetti responsabili, a vario titolo dei delitti fiscali di omesso versamento dell’IVA, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, reati in parte commessi nel territorio bolognese e in parte in altre Regioni italiane. Per la sola provincia felsinea è stato ricostruito un giro di false fatture il cui utilizzo in dichiarazione, per 210 milioni di euro, ha condotto la locale Procura della Repubblica a notificare 10 avvisi di conclusione delle indagini all’artefice della frode e ai legali rappresentanti delle aziende operanti nel bolognese, contestando reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per i quali sono previste pene fino a 8 anni di reclusione.

L’azione condotta testimonia, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi all’IVA e più in generale all’evasione fiscale che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di Finanza contro gli evasori totali e i frodatori. 

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