giovedì 31 agosto 2023

29enne tunisino non rispetta i provvedimenti del giudice e riceve tre aggravamenti di misura cautelare in pochi mesi.


Foto d'archivio


Il 29 agosto scorso i carabinieri di Castiglione dei Pepoli hanno arrestato un 29enne tunisino, disoccupato e con precedenti di polizia, perché destinatario di un  aggravamento di misura cautelare del Tribunale di Bologna. E’ l’ultimo di una serie di aggravamenti che hanno avuto inizio nell’aprile scorso, quando il giovane di Castiglione dei Pepoli  era stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In sede di giudizio direttissimo, l’arresto era stato convalidato e il 29enne aveva l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il giovane però ha continuato a delinquere e a maggio 2023 è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in compagnia di altri soggetti con precedenti di polizia specifici, durante un’altra operazione anti droga e per questo, il Giudice gli aveva convertito l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, con l’obbligo di dimora, con permanenza domiciliare dalle 19 alle 7. 

Nonostante il primo aggravamento di misura cautelare che gli aveva evitato il carcere, il 29enne ha ripreso la sua condotta trasgressiva, uscendo di casa, allontanandosi dalla provincia di Bologna e frequentando soggetti dediti al crimine.

Per il comportamento irrispettoso degli obblighi cui era sottoposto, il 29enne è stato definito dal Giudice una “…sfacciata e da ultimo radicale trasgressione della misura in atto operante…”. A quel punto, il Giudice ha emesso il secondo aggravamento di misura cautelare, sostituendo l’obbligo di dimora, con la misura cautelare degli arresti domiciliari con sistema di controllo elettronico a distanza (braccialetto elettronico). Durante l’arresto, però, il 29enne si è rifiutato di indossare il dispositivo elettronico e i Carabinieri hanno informato subito la Procura della Repubblica di Bologna. 

Preso atto della situazione, il Giudice ha emesso il terzo aggravamento di misura cautelare, sostituendo la misura degli arresti domiciliari con il carcere in caso di rifiuto dell’indagato di indossare il braccialetto elettronico.

 

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