Sburocratizzare le attività di manutenzione e cura dell’ambiente in Appennino e ritornare al controllo operativo di argini e viabilità
“Occorre un ripensamento della gestione e della cura del territorio che
parte dall’abbandonare quella visione bucolica in forza della quale non si
interviene su nulla e se lo si vuole fare occorrono una marea di carte e
procedimenti. Bisogna poi avere il coraggio di dire che la prevenzione non
porta voti perché si tratta di un lavoro costante e dispendioso, spesso non
sotto gli occhi e non spendibile elettoralmente, quindi da decenni abbandonata
ad appannaggio di ciò che è più visibile e che porta più consenso,” sostiene Marta
Evangelisti ( nella foto). “Hanno le mani legate anche i cittadini, soprattutto in montagna,
quando vogliono intervenire nel bosco, scontando una legislazione regionale
volutamente cavillosa che addirittura spesso impedisce il taglio se non a
fronte di ordinanze comunali e impone veri e propri progetti anche e solo per
il disbosco ad uso personale o appunto manutentivo. Perché si parte da lì,
dalla manutenzione del suolo, che diventa poi quella degli argini in prossimità
dei fiumi, ma anche della pulizia delle scoline e dei tombini anche in città.
Rideremo, se la situazione non imponesse invece rispetto e cordoglio nei
confronti di chi ha perso la vita e il proprio patrimonio, a leggere le
dichiarazioni di quegli amministratori che governano il nostro territorio, che
parlano oggi di prevenzione e addirittura citano la fauna selvatica come
concausa quando non accettano alcun tipo di piano di difesa nei confronti della
stessa. Meno parole e più politiche concrete in materia agroforestale, più
risorse a livello regionale per la difesa e la manutenzione del suolo da
gestire anche con progetti di rete territoriale, snellimento delle procedure
amministrative per l’utilizzo del bosco ed infine revisione delle funzioni dei
consorzi di bonifica, questi alcuni suggerimenti che una politica regionale che
vuole risolvere e non sempre correre ai ripari, potrebbe da subito porre in
essere,” conclude la capogruppo FDI in Regione.
“Quanto successo negli ultimi giorni e ancora in parte in corso- commenta
Diego Baccilieri (nella foto), capogruppo di Uniti per L’alternativa in Città Metropolitana
- deve servire a comprendere che affrontare con decisione il tema della
sicurezza idrogeologica è ormai ineludibile e non più rinviabile. Servirebbe una
reale cabina di regia degli interventi che non sia solo emergenziale ma di
effettivo coordinamento integrato degli interventi manutentivi dei diversi
soggetti istituzionali sul territorio, sia di gestione - non soppressione
indiscriminata - della presenza degli animali quali tassi, istrici, nutrie, ...
ma altresì di creazione di maggiori spazi golenali a valle a fronte di un
rimboschimento a monte dei corsi d'acqua. Va compreso il momento decisivo in
cui ci troviamo, sennò saremo solo già in attesa della nuova emergenza”
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