domenica 21 maggio 2023

Arriva uno dei conto del disastro ambientale in atto: almeno 10 milioni di piante da frutto da estirpare

e un numero quattro-cinque volte maggiore di colture arboree che sono ad alto rischio 


Si inizia a scrivere i numeri del disastro nel cratere colpito dall’alluvione. Stiamo parlando di almeno 10 milioni di piante da frutto da estirpare – in particolare peschi e kiwi i più sensibili al ristagno idrico ma anche albicocchi -, lungo l’arteria sommersa d’acqua che lega Bologna a Rimini, fino a sfiorare in parte il territorio ferrarese; non sono incluse le colture arboree distrutte dalle frane o trascinate a valle dalla furia del fango, nelle aree collinari e pedemontane. Ma il peggio deve essere ancora calcolato perché, nelle prossime settimane, rischia l’espianto un numero quattro-cinque volte maggiore: oltre 40 milioni circa di alberi da frutto delle specie più resistenti e robuste tra cui melo, pero, susino, ciliegio, olivo e vite.  

«Si è aperta una voragine socio-economica e ambientale – commenta Confagricoltura Emilia Romagna -. Occorrono non meno di 40-50 mila euro a ettaro per reimpiantare un frutteto o un vigneto e diversi anni per arrivare alla piena produzione, fermo restando – tra gli aspetti da evidenziare - che è quasi impossibile reperire sul mercato un quantitativo così alto di piantine. Nel frattempo è già partita la gara di solidarietà tra agricoltori per portare soccorso e salvare il salvabile nei campi. Le sedi di Confagricoltura – non solo quelle regionali -, sono pronte a inviarci volontari, tecnici e agronomi, ma anche mezzi di trasporto, attrezzature, viveri e mangimi».

Poi l’appello: «La priorità è intervenire celermente, assistere gli agricoltori isolati, alleggerire il lavoro di chi sta cercando disperatamente di limitare il danno nei magazzini e negli stabilimenti di lavorazione, nelle stalle, nelle serre e nei vivai. Serve ogni tipo di aiuto: generi alimentari dove scarseggiano, viveri nei paesi irraggiungibili perché le strade sono sbarrate o sventrate dagli smottamenti; mangimi e foraggi per il bestiame; escavatori e idropulitrici per le varie operazioni di pulizia e ripristino».

Sarà a Ravenna il centro operativo per la macchina dei soccorsi, con l’obiettivo di non fare mai mancare il supporto ad agricoltori e imprese. L’emergenza è senza fine. Confagricoltura Ravenna si occuperà dell’organizzazione e del coordinamento logistico, con centri di raccolta e squadre d’intervento.  

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