martedì 25 aprile 2023

Concluso il primo intervento di consolidamento della frana di Marano di Gaggio Montano.

Realizzati quasi 500 metri di trincee drenanti e una struttura di sostegno con un investimento da 800mila euro finanziato dalla Regione. Dal Pnrr in arrivo 1 milione 200mila euro ulteriori per nuove opere di sicurezza territoriale

Dubbio segnala:

 

Quasi 500 metri di trincee drenanti per regolare il deflusso dell’acqua, accompagnate dalla costruzione di una paratia di sostegno per consolidare l’area. Nel comune di Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese, si sono conclusi i lavori nella parte medio-alta della frana di Marano, il primo degli interventi strutturali per il consolidamento definitivo del dissesto che ha interessato il territorio. 

“Si tratta di una prima parte di opere che la Regione ha finanziato con un investimento complessivo di 800mila euro- spiega Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo-. Altri fondi sono in arrivo grazie al Pnrr: un ulteriore finanziamento di 1 milione 200mila euro permetterà di realizzare un nuovo intervento di consolidamento del piede della frana e allargamento della sezione d’alveo del fiume Reno, parzialmente ridotta in conseguenza del dissesto”. 


Le opere concluse 
Il primo stralcio di opere, progettate dai tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, ha comportato la realizzazione di un sistema di drenaggio delle acque sotterranee e di regimazione di quelle di superficie. Sono state realizzate quasi 500 metri di trincee, a oltre 5 metri di profondità, e una rete di fossi dove potranno convogliare le acque raccolte dai drenaggi.  

Nella parte centrale della frana è stata inoltre realizzata una struttura di sostegno lunga circa 90 metri, costituita da una paratia di pali di un metro di diametro e profondi 20 metri, collegati fra loro con una trave di testa. La trave è contrastata con 30 tiranti della lunghezza di 32 metri ciascuno.  

L’evoluzione della frana è stata oggetto di un monitoraggio costante garantito, in un primo momento, da un radar da terra fornito e gestito dall’Università di Firenze, centro funzionale per il Dipartimento nazionale di Protezione civile.  

Le attività di controllo stanno tuttora proseguendo grazie all’installazione di un sistema di inclinometri e piezometri e l’utilizzo di una stazione totale robotizzata gestita dall’Agenzia regionale e coadiuvata dal Dipartimento di scienze biologiche, geologiche ed ambientali (BiGeA) dell’Università di Bologna. 

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