"Primarie del Pd, la mia risposta agli amici che mi sollecitano perché “è l’ultima occasione”
Alcuni amici, con i quali ho condiviso opinioni e percorsi politici, mi sollecitano a partecipare alla primarie del Pd, per votare Elly Schlein. Ho già spiegato – a loro e anche qui – i motivi per i quali non ho mai partecipato e non parteciperò nemmeno adesso. Al primo di questi motivi - eleggere il segretario di un partito dovrebbe essere (nel resto del mondo è) una prerogativa degli iscritti a quel partito - la replica di solito è la seguente: “Vero, ma questa è l’ultima occasione per dare uno scossone. Poi, se vince Bonaccini, ce ne andiamo via”.
Io penso, invece, che se partecipo a un “gioco” devo accettare le regole, quindi anche la possibilità che a vincere sia un altro concorrente rispetto a quello che piace a me. Nel caso specifico aggiungo che, se Bonaccini diventerà segretario del Pd, anche chi lo avversa dovrà comunque discutere con lui – con chi, altrimenti? - per verificare concretamente convergenze e divergenze. D’altra parte, faccio presente che con Bonaccini ha discusso, nonché costruito una coalizione e una maggioranza in Emilia Romagna, anche la lista “Coraggiosa”, allora dichiaratamente FUORI dal Pd e capeggiata proprio da Schlein.
Infine, se fosse Schlein a vincere le primarie, ci troveremmo di fronte a un’altra novità unica al mondo: il segretario di partito designato da una quota decisiva di NON iscritti a quel partito, per di più in difformità rispetto al voto espresso dalla maggioranza degli iscritti. Ad estrema dilatazione del concetto scivolosissimo di “partito contendibile”: da parte di chiunque, aderente o non aderente, con qualunque linea politica, da Renzi a Schlein.
Io non condivido affatto questa idea di partito, ma il punto non è la mia opinione personale. Il punto è che il consenso a un partito si può dare quando se ne conoscono le posizioni e le proposte, non prima di conoscerle. Questo, tra l’altro, eviterebbe anche un faticoso viavai: esco dal partito, rientro nel partito, magari ri-esco, a seconda di chi sia il “contendente” vincitore.
E dunque, auguri a chi prova la scalata "esterna". Ma, per quanto mi riguarda, ne riparliamo dopo il 26 febbraio."
Bisognerebbe essere meno prolissi, l'elettore medio vuole lo slogan di una-due righe, promesse banali, tanto non le manterrete. Imparate da Meloni, Salvini e dal nanetto brianzolo.
Scrive Stefano Morselli:
RispondiElimina"Primarie del Pd, la mia risposta
agli amici che mi sollecitano
perché “è l’ultima occasione”
Alcuni amici, con i quali ho condiviso opinioni e percorsi politici, mi sollecitano a partecipare alla primarie del Pd, per votare Elly Schlein. Ho già spiegato – a loro e anche qui – i motivi per i quali non ho mai partecipato e non parteciperò nemmeno adesso. Al primo di questi motivi - eleggere il segretario di un partito dovrebbe essere (nel resto del mondo è) una prerogativa degli iscritti a quel partito - la replica di solito è la seguente: “Vero, ma questa è l’ultima occasione per dare uno scossone. Poi, se vince Bonaccini, ce ne andiamo via”.
Io penso, invece, che se partecipo a un “gioco” devo accettare le regole, quindi anche la possibilità che a vincere sia un altro concorrente rispetto a quello che piace a me. Nel caso specifico aggiungo che, se Bonaccini diventerà segretario del Pd, anche chi lo avversa dovrà comunque discutere con lui – con chi, altrimenti? - per verificare concretamente convergenze e divergenze. D’altra parte, faccio presente che con Bonaccini ha discusso, nonché costruito una coalizione e una maggioranza in Emilia Romagna, anche la lista “Coraggiosa”, allora dichiaratamente FUORI dal Pd e capeggiata proprio da Schlein.
Infine, se fosse Schlein a vincere le primarie, ci troveremmo di fronte a un’altra novità unica al mondo: il segretario di partito designato da una quota decisiva di NON iscritti a quel partito, per di più in difformità rispetto al voto espresso dalla maggioranza degli iscritti. Ad estrema dilatazione del concetto scivolosissimo di “partito contendibile”: da parte di chiunque, aderente o non aderente, con qualunque linea politica, da Renzi a Schlein.
Io non condivido affatto questa idea di partito, ma il punto non è la mia opinione personale. Il punto è che il consenso a un partito si può dare quando se ne conoscono le posizioni e le proposte, non prima di conoscerle. Questo, tra l’altro, eviterebbe anche un faticoso viavai: esco dal partito, rientro nel partito, magari ri-esco, a seconda di chi sia il “contendente” vincitore.
E dunque, auguri a chi prova la scalata "esterna". Ma, per quanto mi riguarda, ne riparliamo dopo il 26 febbraio."
Come dargli torto?.?
Bisognerebbe essere meno prolissi, l'elettore medio vuole lo slogan di una-due righe, promesse banali, tanto non le manterrete.
EliminaImparate da Meloni, Salvini e dal nanetto brianzolo.
Troppe chiacchiere...!
RispondiEliminaEsatto, troppe chiacchere come quando governava il PD e la sx.
RispondiEliminaTranquilli, chiunque governi questo paese si fa i suoi porci comodi alle spalle della collettività.
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