E’ già consultabile il Piano Urbanistico Generale intercomunale dei comuni di Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Zola Predosa" e sarà presto dato l’avvio ‘al percorso partecipativo con la cittadinanza'.
Il piano è in
sostanza il futuro ‘piano regolatore’ dei comuni compresi nell’Unione Reno Lavino
Samoggia. Per la futura pianificazione è
stato attivato il Servizio di Pianificazione
Associata – Ufficio di Piano ( UdP) con
il compito di coordinare le scelte
urbanistiche dell’intero territorio dell’Unione.
La novità non è di poco conto e soprattutto crea perplessità per la gestione delle zone collinari e montane.
Abbiamo incontrato il consigliere regionale Marco
Mastacchi (nella foto), che è stato anche sindaco di Monzuno, poiché il suo ruolo gli
consente un punto di osservazione ampio e approfondito.
Ci parli della novità.
“Cambiano radicalmente i parametri passati, quando il
piano regolare indicava quali erano i terreni edificabili e gli indici di
edificabilità. La nuova proposta invece delinea le linee guida con cui la materia verrà
trattata: consumo suolo ‘zero’, recupero
e trasformazione dell’esistente, cambi d’uso. Chi vorrà fare interventi farà la
sua proposta e se essa sarà in linea con i termini indicati dal Piano
Urbanistico Intercomunale Generale sarà accolta, altrimenti respinta”.
Una bella rivoluzione quindi.
“ Le modalità di approccio mi piacciono. E’ una
scelta che rispetto al passato ha molti aspetti positivi, ma che in pratica ha
ancora delle zone d’ombra che richiedono miglioramenti.”
Quali sono i difetti che ha
individuato ?
“ Cosa è accaduto in pratica. La materia è soggetta
alle prescrizioni nazionali e a quelle più recenti della Regione. La Città Metropolitana ha spinto
sull’acceleratore e si è inserita adottando un proprio piano che aggiunge altre
prescrizioni, in particolare per la gestione del territorio rurale e condizioni per operare, penalizzanti specialmente per la collina e la
montagna. Ha adottato vincoli impregnati di preconcetti ideologici che vengono da ‘fuori’ e si rischia di vedere
in futuro un Appennino ingessato, se non regredente, con il rischio di un
ulteriore abbandono”.
In che modo si può arrivare a questo rischio ?
“ L’esempio classico è quello di una storica
costruzione contadina con uno stabile utilizzato da
abitazione e un secondo adiacente destinato agli antichi usi agricoli,
ora non più proponibili. E’ concesso ovviamente il recupero dell’abitativo
esistente e non è ammessa la trasformazione dell’edificio dei servizi agricoli in
residenziale. Quest’ultima costruzione è destinata quindi a crollare e a
degradare l’Appennino. Eppure siamo in proposta di ‘recupero dell’esistente’ e
di ‘consumo del suolo zero’ e soprattutto tutto questo è un limite al
reinserimento dell’uomo in area appenninica, contraddicendo persino la proposta
sostenuta e finanziata dalla Regione”.
L’iter di adozione non è ancora terminato. C’è il
confronto con la cittadinanza. Si potrebbero quindi ancora correggere le proposte
incoerenti ?
“A livello locale si. Quindi speriamo che il confronto sia reale e sia utile per raccogliere eventuali legittime istanze, cioè non sia solo una formalità per ratificare il già deciso. Mentre invece per quanto riguarda le norme sovraordinate, in particolare quelle della Città Metropolitana che sono quelle più limitanti, sono già approvate e quindi avrebbero bisogno di un cambio di visione e di una conseguente modifica che, allo stato attuale, anche se chieste a gran voce da più parti, vedo molto difficile da ottenere”.
Mi sembra di capire che il percorso partecipativo sia un proforma di un qualcosa già deciso !
RispondiEliminaCome al solito !
Speriamo che con le scusa di fare vivere l'appennino, qualcuno non colga l'occasione per ripopolarlo con CORPI ESTRANEI non tanto all'appennino ma addirittura all'Italia.
RispondiEliminaManca un piccolo particolare nell'articolo, a quale indirizzo internet sarebbe consultabile questo piano cosi' partecipato?
RispondiEliminaMa sapete usare un motore di ricerca o bisogna imboccarvi?
RispondiEliminaTie': https://www.unionerenolavinosamoggia.bo.it/index.php/pianificazione-associata