Lia Montalti (Pd): il governo riconosca le spese straordinarie per Coronavirus e carobollette. Michele Facci (Lega) e Valentina Castaldini (FI): il deficit è strutturale e si trascina da anni condizionando l’intera manovra finanziaria
di Luca Molinari
Conti della sanità in
pareggio grazie a fondi propri della Regione. In attesa di capire se dal
governo arriveranno o meno le risorse per far fronte alle spese straordinarie
sostenute dal sistema sanitario pubblico per far fronte all’emergenza
Coronavirus e il carobollette, la giunta ha provveduto a reperire risorse
regionali.
La conferma è arrivata
oggi nel corso della commissione Politiche per la salute presieduta
da Ottavia Soncini che ha discusso il pacchetto Bilancio 2023
(bilancio di previsione e collegato). Si tratta di una manovra da 13,3 miliardi
di euro, di cui 9 destinati alla sanità, settore che vede confermate le misure
per l’esenzione dal ticket per categorie fragili e le politiche per i nidi,
prevedendo fondi aggiuntivi per il Fondo regionale per la non autosufficienza
(oltre 500milioni di euro). Gli investimenti aumentano a oltre 2,3 miliardi di
euro, di cui più di 1 miliardo solo per il prossimo anno grazie a una forte
accelerazione nella spesa dei fondi europei per il triennio 2023-2025. Inoltre,
si segnala una quota di cofinanziamenti a carico del bilancio regionale che
raggiunge i 373 milioni per attivare misure per quasi due miliardi di euro.
“C’è la crisi, ma
vogliamo ugualmente far crescere in maniera equa e sostenibile la nostra
regione con attenzione: per noi la sanità e il welfare sono fondamentali, anche
per questo ci aspettiamo risposte dallo Stato, voglio ricordare che senza le
spese straordinarie Coronavirus i conti della nostra sanità si sarebbero chiusi
in pareggio. Nel 2020 il governo riconobbe l’intera spesa straordinaria per il
Coronavirus, cosa non avvenuta negli anni successivi visto che lo Stato ha
scelto maniere di calcolo dei contributi che danneggiano Regioni come la nostra
su cui gravano anche oltre 200 milioni di euro di spesa straordinaria per
l’energia elettrica a seguito della ripresa dell’inflazione”, spiega la
relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd).
Bocciatura totale,
invece da parte del relatore di minoranza Michele Facci (Lega) che
ha usato parole molto pesanti proprio sul tema sanità: “Mi spiace che
parliamo della parte di Bilancio che riguarda la sanità, ma non c’è l’assessore
alla Sanità Donini: mi pare una grave mancanza di rispetto perché da troppo
tempo Donini si sottrae alle nostre domande”. Nel merito Facci ha sottolineato come
“Il deficit della sanità condiziona tutto il Bilancio della Regione e mette in
dubbio la capacità di pianificazione delle politiche finanziarie regionali.
Numeri alla mano non è vero che sono il Covid e il carobollette a determinare
il deficit della sanità: ci sono problemi strutturali della sanità che durano
da tempo: il buco di oggi è frutto di anni di problemi e non si può liquidare
parlando del Covid e delle bollette. Ci sono oltre 500 milioni di euro di buco
che non dipendono dalle emergenze e che gravano su tutto il Bilancio
regionale”. Facci ha anche posto il tema payback e dei dispositivi medici
chiedendo di trovare soluzioni che tengano conto dell’importanza del settore.
Sulla stessa
linea Valentina Castaldini (Fi) per la quale “nessuno mette in
dubbio che la sanità emiliano-romagnola sia di qualità con punte di eccellenza,
nonostante problemi come i pronto soccorso e le liste d’attesa, ma cosa
pensiamo per il futuro? Cosa programmiamo? Come usiamo il Pnrr? Sono
preoccupata del -56% per la spesa corrente, -18% di risorse per soggetti a
rischio di esclusione sociale: non accetto la risposta burocratica del fatto
che queste risorse non sono messe a bilancio perché ci sono i fondi europei e
che quando verranno meno quelli useremo fondi della Regione. Ricordo che i
fondi europei sono fondi aggiuntivi per far crescere le politiche pubbliche e
non per sopperire ai fondi regionali”.
Ai temi posti dai
consiglieri di minoranza ha risposto, nel merito degli aspetti tecnici, il
Direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Luca Baldino,
mentre per l’assessore al Welfare Igor Taruffi “occorre
riequilibrare pesi e misure, ma il fatto certo è che il governo Meloni e il
governo Draghi non hanno riconosciuto alle Regioni le spese straordinarie per
il Coronavirus: per me non è normale che si scarichino sulle Regioni i costi di
una pandemia mondiale, dovremmo tutti insieme lottare per cambiare questa
situazione. Ribadisco che sul welfare non ci sono stati tagli”. Dal canto suo
l’assessore al Bilancio Paolo Calvano ha ribadito la necessità
che il governo integri i fondi per le spese Covid e sottolineato l’attività
della Regione per un corretto uso dei fondi europei.
La commissione ha
anche approvato la Nota di aggiornamento al Defr. La bontà del documento è
stata presentata dalla relatrice di maggioranza Marilena Pillati (Pd) per
la quale “Agiamo in una situazione complessa, caratterizzata da crisi
economiche e tensioni internazionali, ma nonostante questo nel Defr c’è un
incremento degli investimenti di 1,9 miliardi, in particolare per il capitolo
sanità ma anche per cultura, sostegno alle imprese, agricoltura e
infrastrutture. Un nuovo obiettivo è quello relativo al rigassificatore di
Ravenna col quale si punta a far fronte ai costi legati alla crisi energetica.
Uno degli elementi di rilievo è l’aumento di 4,5 milioni per investimenti nel
triennio 2023-2025 per valorizzare il patrimonio culturale. Sul tema lavoro e
formazione è riconfermata l’attività per incentivare l’occupazione nel medio e
lungo periodo con investimenti dedicati alla formazione”.
Netta, invece, la bocciatura della relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega) che ha sottolineato come “siamo di fronte, come confermato da alcune osservazioni che la Corte dei conti ha posto sul Defr nella sezione dedicata al Pnrr, a un documento superficiale e con pochi elementi descrittivi: serve quindi un monitoraggio per favorire la migliore realizzazione del Piano. Per quanto riguarda la sanità c’è un’attenta vigilanza e anche se il giudizio di parifica è positivo, degli elementi di criticità persistono. Altra nota dolente sono i Centri per l’impiego e il programma Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori): quello dei Centri è un sistema vecchio, funziona meglio il sistema delle Agenzie per il lavoro. In Emilia-Romagna i soldi stanziati per il Gol sono 56 milioni ma è inutile alimentarlo, il sistema deve essere rivisto”.
La signora pillati è del PD, perciò la sua parola non vale niente!!
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