L’abbandono dei terreni agricoli più marginali è un fenomeno di questi ultimi anni e le attuali norme di tutela ambientale prevedono che dopo pochi anni i terreni che risultano abbandonati vengano vincolati a fini ambientali e il loro recupero a scopo agricolo diventa quasi impossibile. Il Consigliere Mastacchi chiede di recuperare all’uso agricolo i numerosi terreni abbandonati nelle zone montane e rurali.
di Letizia Rostagno
Una risoluzione presentata dal consigliere regionale di Rete Civica, Marco Mastacchi (nella foto), approvata in commissione, impegna il Presidente e la Giunta Regionale e invita il Governo a incentivare la produzione agricola con l’utilizzo delle superfici lasciate a riposo e con il recupero dei numerosi terreni abbandonati nelle zone montane e rurali.
Il
consigliere nella risoluzione così motiva la sua richiesta:
Il mercato dei cereali è oggi più contratto di quanto non sia stato nel 2008 e nel 2013 a causa della forte domanda data dall’aumento demografico e dal cambiamento dei regimi alimentari e in questa condizione qualsiasi shock climatico o conflitto ha delle conseguenze dirette. Da una parte la speculazione internazionale ha strumentalizzato l’invasione della Russia in Ucraina e ha messo a rischio la sicurezza alimentare a livello globale visto che Russia e Ucraina svolgono un ruolo sostanziale nella produzione e fornitura di alimenti: la Russia è il più grande esportatore mondiale di grano e l'Ucraina è il quinto. Una speculazione che vede importanti produttori di cereali che operano ad esempio in Romania, avere i magazzini pieni di cereali ma non riuscire a venderli nemmeno a prezzi bassi. Ci sono dei magazzini pieni e nessuno si rivolge a loro per acquistare.
D’altronde i temi dell'aumento
della popolazione (i famosi 9-10 miliardi di persone entro il 2050) e
dell'insicurezza alimentare (gli oltre 800 milioni di persone senza
accesso costante al cibo, denunciati dalla Fao) non sono inediti eppure,
solamente con la guerra in Ucraina, sono venuti alla ribalta.
La guerra non è finita e le difficoltà evidenti che ha l’Ucraina a piantare il granoturco e a concimarlo, porteranno a un raccolto molto ridotto da un paese che produce cibo per 400 milioni di persone. Assistiamo per contro al progressivo abbandono del territorio montano e rurale, fatto questo che presenta alti rischi naturali non solo dal punto di vista del profilo idrogeologico ma anche della gestione del suolo e degli incendi. Le terre abbandonate, non essendo coltivate, vanno incontro al fenomeno della desertificazione perdendo così la massa organica che favorisce l’assorbimento di acqua con il rischio di frequenti frane in caso di abbondanti piogge e di ingenti danni al territorio. Per contro una crescita della produzione e competitività delle imprese possono coesistere con una maggiore sostenibilità ambientale facendo anche affidamento sulla ricerca scientifica e sulle innovazioni tecnologiche.
Basta con le zone soggette al SIC (SITO INTERESSO COMUNITARIO) VANNO ELIMINATE.
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