martedì 2 agosto 2022

I Comitati dei Pendolari non servono più ?

 

Il presidente del Comitato Regionale degli Utenti Ferroviari  (C.R.U.F.E.R.), Valerio Giusti,  chiede chiarimenti alla Regione e in una lettera scrive:

 

Gentile Assessore, a nome dei rappresentanti dei Comitati dei pendolari e delle associazioni aderenti al CRUFER, sono costretto a chiedere cosa intenda fare la Giunta regionale del Comitato consultivo regionale degli utenti ferroviari che presiedo, visto che in questi due anni il suo ruolo è stato completamente disatteso.

 L’art.13, della direttiva per la costituzione del Comitato consultivo regionale degli utenti ferroviari dell’Emilia-Romagna, deliberata il 24 gennaio 2005, aveva assegnato al Crufer i seguenti compiti:

a) svolge funzioni di "osservatorio", consultive, di verifica e proposta per la qualità del servizio di trasporto pubblico ed in particolare in merito alla Carta dei Servizi;

b) esprime pareri consultivi su tematiche sottoposte dalla Regione Emilia-Romagna;

c) assume iniziative di proposta alla Regione circa gli aspetti del servizio ferroviario;

d) acquisisce informazioni in ordine all’adeguata risposta, nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente, alle segnalazioni e reclami raccolti;

 e) effettua studi, analisi e ricerche, anche in accordo con le competenti strutture della Regione;

f) partecipa ai tavoli tecnici e agli organismi di gestione del Contratto di servizi – in via continuativa o eccezionale – previo invito della Regione.

Di tutto questo oggi non esiste più nulla tranne quanto previsto alla lettera a.

Negli ultimi due anni siamo stati progressivamente esclusi da qualsiasi consultazione e siamo venuti a conoscenza di iniziative e progetti solo dopo la loro definizione o attraverso i comunicati stampa, non ultima l’iniziativa per la gratuità per gli studenti.  Proprio su questo argomento abbiamo sollecitato per mesi la direzione regionale mobilità e infrastrutture per essere coinvolti alfine di prevenire ed evitare lo stillicidio di errori, ostacoli e difficoltà che hanno costellato la campagna dello scorso anno, dove fummo costretti a fare intervenire sindaci, politici e altri amministratori per sanare le esclusioni come gli studenti che andavano fuori regione o gli utenti ferrobus. Errori e dimenticanze che si sarebbero potuto ovviare con meno frastuono e minor perdita di tempo se solo fossimo stati preventivamente consultati.

Nell’incuranza generale delle nostre richieste, anche quest’anno abbiamo appreso la notizia dagli organi di stampa: probabilmente avranno corretto gli errori più gravi commessi lo scorso anno, ma resta l’evidente e assoluta volontà di fare a meno del nostro contributo e ruolo istituzionale. La struttura regionale ha deciso di fare da sola; probabilmente oggi i rappresentanti degli utenti sono considerati solo un ostacolo ed è stato perso lo spirito che aveva portato alla delibera di costituzione del Crufer.

Siamo costretti a constatare che fino a due anni fa, l’Assessore coinvolgeva regolarmente l’organismo prima di prendere tutte le più importanti decisioni che riguardavano il trasporto ferroviario in modo che la voce dei pendolari fosse presente nella costruzione delle linee guida che regolavano i rapporti con le aziende ferroviarie. Ogni qualvolta si registravano picchi di disservizi, la regione convocava le aziende ferroviarie e i comitati per sederci tutti attorno ad un tavolo e cercare di porre fine ai disagi e la stessa RFI ci forniva direttamente e preventivamente tutte le informazioni relative a sospensioni, modifiche della circolazione e cause dei disservizi. Informazioni che, oltre a permettere di fornire tempestive informazioni agli utenti, permettevano al Crufer di svolgere in maniera ottimale il proprio ruolo e offrire la propria consulenza. Questo è l’aspetto più imbarazzante. Col rinnovamento del materiale rotabile, la maggior parte dei quotidiani e reiterati ritardi sono dovuti a guasti delle infrastrutture e, non avendo più rapporti diretti con il gestore delle linee nazionali, non abbiamo più alcuna possibilità di conoscere le vere cause delle inefficienze.

Due anni fa, in pieno lockdown, vista la comprensibile difficoltà di aziende ferroviarie e regione di fronte agli effetti della pandemia, i rappresentanti dei comitati si sono resi disponibili a partecipare a ripetute video-call serali (anche due volte alla settimana) per fornire un costante sostegno e utili suggerimenti, oltre ad aiutare la divulgazione tempestiva tra i pendolari di tutte le regole di comportamento e modalità operative che cambiavano di giorno in giorno. Finita l’emergenza prendiamo atto, con grande rammarico, che non c’è più bisogno di ascoltare e comprendere le esigenze degli utenti pendolari.

4 commenti:

  1. Ma non vi siete accorti che bel mandato precedente aveva votato alle regionali solo il 37% degli aventi diritto? Perciò si fingeva di ascoltare la base, ma poi grazie alla paura della lega, alle sardine ed alla falsa sinistra di Taruffi e Schlein questa paura non c'è più e i bisogni del popolo non rappresentano più un tema elettorale.

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  2. Di base qui è rimasta solo quella del karaoke!

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  3. E' veramente assurdo che un comitato di alto livello tecnico ed eccezionale disponibilita' come quello per la ferrovia porrettana non sia utilizzato al massimo. Del resto si vede ogni giorno anche in molti enti locali della zona cosa significa "ascoltare la base": sempre e solo i soliti amici, gli altri imparano le decisioni dalla stampa. Congratulazioni vivissime al partito... Democratico. D'altra parte se la maggioranza dei votanti continua a votarlo, vuol anche dire che c'e' in giro dell'autolesionismo.

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  4. Secondo voi è finita l'emergenza? Capite poco eh.

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