di Luca Molinari
Fare chiarezza sulle
attività di ripristino ambientale per i danni causati dallo svaso della diga di
Pavana eseguito nel 2020, nonché tempi e modalità di esecuzione delle opere
previste nel nuovo Piano operativo di Enel Green Power approvato dalla Regione
nel mese di novembre 2021.
A chiedere chiarezza
in un’interrogazione su quanto avvenuto sull’Appennino tosco-emiliano e sulle
conseguenti attività di recupero ambientale è Michele Facci (nella foto) che,
ricostruita l’intera vicenda, ricorda come “alla data del presente atto
ispettivo, non risultano ancora avviate da parte di Enel Green Power le
operazioni propedeutiche all’attività autorizzata dalla Regione nel mese di
novembre 2021. Come dichiarato anche dall’assessora all’Ambiente Irene Priolo
nel corso della seduta di Assemblea legislativa del 28 giugno scorso, l’invaso
di Pavana rappresenta un’importante infrastruttura nel contesto territoriale
regionale, con conseguente necessità di un sollecito e pieno ripristino della
sua operatività”.
Da qui l’atto
ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “se i danni ambientali
conseguenti alle operazioni di svaso del luglio 2020 siano stati completamente
ripristinati e, in caso negativo, quali ne siano le motivazioni e quali siano
le attività svolte dal gestore Enel Green Power conseguenti alla determinazione
della Regione Emilia-Romagna che ha approvato il ‘Piano operativo – Bacino di
Pavana’ presentato da Enel”.
Michele Facci,
inoltre, vuole sapere “in generale, quali siano i tempi previsti per il
completamento delle operazioni autorizzate per il pieno ripristino della funzionalità
del Bacino di Pavana e quali siano i danni verosimilmente attesi dalla Regione
nell’ambito delle predette operazioni”.
Nessun commento:
Posta un commento