lunedì 25 luglio 2022

600 chilometri in bici dal Santuario della Beata Vergine del Sasso a quello di Padre Pio in Puglia


 

Partiti da Sasso Marconi alle 6 di sabato scorso, dopo una propiziatoria  benedizione del diacono Maurizio Monari nel sagrato del Santuario di Sasso Marconi , sono partiti alla volta di San Giovanni Rotondo e vi sono giunti domenica mattina alle 11 dopo una pedalata di ben 600 chilometri. Poi, non ancora sazi di stare in sella, hanno percorso altri 25 chilometri per portarsi alla chiesa di San Michele, quella dove Padre Pio indirizzava i fedeli a pregare. 

Hanno goduto di una sola sosta, di due ore e mezza per evitare di essere in strada nelle ore più buie della notte e per ricaricare le pile delle luci di segnalazione.  

I protagonisti sono  Fiorenzo Bignami, ideatore e organizzatore del trasferimento, Massimiliano Mazzanti, Juri Battaglia, Francesco Guiduzzi, Cesare Berti , Stefano Bottoni, Fabio Veronesi, Francesco Tafuro  e Paolo Venturi. Nel cuore di tutti  il decimo compagno di viaggio,  Andrea, il figlio di  Francesco Guiduzzi, deceduto in un incidente stradale poche settimane fa a Cervia.

La maglia indossata per l'occasione  dai ciclisti ..... team VDR ciclistico di Sasso Marconi 


Il trasferimento è stato impegnativo, non solo perché 600 chilometri in un giorno e mezzo ‘è roba da professionisti’, ma anche perché percorrere le strade in questo momento di grandi trasferimenti per le vacanze estive riserva sicuramente traversie. La più antipatica delle quale, raccontano, è quella riservata loro dagli automobilisti nel tratto di percorso  notturno.

“Non sono mancati insulti e persino passaggi di auto volontariamente troppo vicine alle biciclette,” denunciano dispiaciuti, “ma nulla ci ha dissuasi”.

I nove protagonisti hanno saputo affrontare e superare ogni tipo di disagio, persino l’ultimo tratto di 12 chilometri in dura salita che li portava alla meta. “ Dopo tanta fatica, quelle pedalate sono risultate quasi inaffrontabili,” spiega il capogruppo.

“ La tristissima circostanza della perdita di Andrea a poche settimane dalla partenza aveva messo in dubbio il viaggio,” racconta  Fiorenzo. “ Ma la volontà del padre di dedicare a lui l’impegnativo tour ci ha convinti a portare a termine il progetto nella convinzione di essere accompagnati  proprio da Andrea”.  

All’arrivo il gruppo è stato accolto da un sacerdote per la benedizione. Dopo di che raccontano: “ A Monte Sant’Angelo ci siamo concessi una abbondante cena più che meritata e purtroppo si è aggiunta una spiacevole sorpresa. E’ stata rubata una delle nostre biciclette”.

A seguirli un camper con il compito di risolvere ogni emergenza che si presentasse.

Alla domanda se all’origine dell’impresa vi fosse una motivazione di carattere religioso, Lorenzo precisa: “No. Vi era la volontà di affrontare una prova sportiva che ci accumunasse. Ognuno ha fatto come credeva e non si  sono aperte discussioni. Certo che da una prova di questo genere e con una meta simbolicamente unica e tanto frequentata, si esce sempre diversi”.



2 commenti:

  1. Esperienza unica...AMICI

    RispondiElimina
  2. Formidabili come sempre nelle vostre imprese, spirito di unione e vera amicizia.
    Grazie ragazzi

    RispondiElimina