No della maggioranza a una riorganizzazione
di Letizia Rostagno
È andata a votazione in Aula la
risoluzione presentata dal capogruppo di RETE CIVICA - Progetto Emilia-Romagna Marco
Mastacchi ( nella foto) che chiedeva una riflessione sulla riorganizzazione dei servizi di
degenza emiliano-romagnoli prevedendo una dislocazione più omogenea sul
territorio.
Le
Case Residenza per gli Anziani sono strutture sociosanitarie pensate per
accogliere anziani con un livello di non autosufficienza di grado medio e
severo e che però non necessitano di prestazioni ospedaliere. La casa-residenza
garantisce assistenza medica, infermieristica e trattamenti riabilitativi
per il mantenimento e il miglioramento dello stato di salute e di
benessere della persona anziana ospitata.
Nel
territorio diverse strutture hanno alcuni o tutti i posti letto convenzionati
con l’Azienda AUSL e la retta è parzialmente compartecipata attraverso i
Distretti tramite il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza. Da una
richiesta di dati ex art. 30 comma 3 dello Statuto e art. 119 comma 1 del
Regolamento dell’Assemblea legislativa fatta dal Consigliere Mastacchi risulta
che alcune zone nell’Appennino Bolognese sono scoperte (situazione forse
condivisa anche da altri territori della Regione), fatto che determina disagi
non indifferenti per una fascia della popolazione già fortemente provata
dall’emergenza pandemica. Lo stanziamento delle risorse per la non
autosufficienza in Emilia-Romagna per il 2021 ammonta a circa 457 milioni,
cifra che arriva a 520 milioni circa con il fondo nazionale e con il fondo
“dopo di noi”. La Regione Veneto, per esempio, stanzia 736 milioni per
soddisfare i bisogni crescenti di questa fascia della popolazione a cui
aggiunge un’ulteriore agevolazione attraverso la tassazione agevolata ai fini
dell’addizionale IRPEF.
Una
soluzione in tal senso può rivelarsi salvifica, dal momento che il
ricovero presso queste strutture si arricchisce di una serie di valenze positive,
talvolta inaspettate o comunque sottovalutate, e garantisce agli anziani di
godere di una serenità e di una protezione di cui non potrebbero giovarsi
qualora restassero nel proprio ambiente domestico.
Nel
rispondere e comunicare il voto negativo della maggioranza, la Consigliera
Maletti giustifica il rifiuto alla richiesta del Consigliere Mastacchi –
impegnare la Giunta a fare una riflessione rispetto alla riorganizzazione dei
servizi di degenza emiliano-romagnoli, prevedendo una
dislocazione più omogenea sul territorio laddove alcune aree risultano
particolarmente “scoperte”- perché non è la Regione l’Ente preposto a fare
queste scelte. Può dare delle
indicazioni ma l’ambito nel quale vengono fatte le scelte è l’ambito
distrettuale e degli Enti Locali (Comuni e Unioni dei Comuni).
Il
Consigliere Pelloni fa notare che la risoluzione ha un indirizzo politico, non
ha forza legislativa e dunque la motivazione utilizzata dalla maggioranza per
bocciare questa risoluzione non ha fondamento legale. É nelle prerogative e nella legittimità dell’Assemblea Legislativa
mandare un indirizzo politico ai territori che, per il futuro, gli Enti
preposti considerino di coprire di più i territori e seguano il criterio di una
maggiore omogeneità. Ma la risposta della maggioranza continua a farsi forte di
questioni burocratiche di competenza, rifiutando anche un emendamento
presentato dal Consigliere Facci che avrebbe consentito almeno di dare quelle famose indicazioni. Intanto le liste di
attesa aumentano e nel 2022 non è stato aggiunto alcun posto nelle CRA.
Stupisce questo “no” e fa poco sperare anche per il futuro.
Il mio sogno proibito | LA RSA | Arianna Porcelli Safonov
RispondiEliminaBasta con questi ristoranti, con questi musei, con questi centri storici: la vera eccellenza italiana è la residenza per anziani.
La gioventù in Italia non è una risorsa ma un problema.