lunedì 21 marzo 2022

Sciopero alla Basf di Pontecchio Marconi

La sicurezza non è forma ma deve essere sostanza



I sindacati comunicano

 Si è appena concluso l’incontro con la Delegazione Aziendale di BASF Pontecchio Marconi; eravamo in attesa di risposte concrete alle diverse proposte che abbiamo avanzato nella giornata di venerdì 11 marzo e che erano dichiaratamente volte a ragionare su soluzioni di breve, medio e lungo termine riguardo alle misure di Sicurezza necessarie per ripristinare condizioni di serenità per le lavoratrici e i lavoratori del sito di BASF Pontecchio Marconi. Nello specifico abbiamo proposto soluzioni che possono incidere sulla Cultura della Sicurezza in Azienda (aspetto necessario e fondamentale) ed altre che impattano sui carichi di lavoro e sulle risorse dedicate agli assetti produttivi, queste vanno ad incidere sulle cause che riducono le condizioni di Sicurezza in Azienda. Quanto alle proposte sulla cultura aziendale riguardo alla Sicurezza, abbiamo indicato:

• FORMAZIONE adeguata e tempestiva degli operatori assunti con contratto di somministrazione ovvero i lavoratori neoassunti.

• Rispetto assoluto della DIRETTIVA MACCHINE che prevede l’inserimento di blocchi automatici agli impianti nel momento in cui le misure di Sicurezza predisposte dovessero non essere in funzione, ovvero laddove non fosse tecnicamente fattibile, individuare misure alternative al blocco automatico ma che determinino lo stesso risultato.

• Eliminazione delle PRATICHE NASCOSTE che mettono in pericolo la Sicurezza dei singoli e dell’intero sito, proponendo la possibilità di recepire anche segnalazioni in forma anonima e determinando meccanismi che incentivino le segnalazioni da parte dei colleghi.

• Coinvolgimento dei R.L.S.S.A. nelle riunioni con la dirigenza dove vengono prese decisioni che impattano sul sistema produttivo, al fine di ragionare in via preventiva anche sulle ripercussioni riguardo alla Sicurezza dell’ambiente lavorativo.

• Indagine stress correlato all’attività lavorativa e rivolto a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento.

• Intervento sulle segnalazioni di incidente che consenta di avere tempistiche certe sulle risposte, sulla presa in carico e definitiva risoluzione del problema sia per il lavoratore che ha provveduto a fare la segnalazione sia per la squadra interessata nell’intervento.

 • Modifica del calcolo del premio di produzione, con l’eliminazione del parametro dei “minor accident”, ovvero gli accessi all’infermeria, essendo un punto che va nella direzione opposta alla segnalazione di infortunio in Azienda. Le proposte che impattano sui carichi di lavoro e sulle risorse dedicate agli assetti produttivi:

 • definizione del NUMERO MINIMO dei LAVORATORI per far funzionare in Sicurezza gli impianti, sottolineando che in tale numero non possono essere considerati i lavoratori che sono in formazione; questo al fine di condividere con tutta la platea aziendale, le condizioni minime di organico per poter far funzionare o meno gli impianti in Sicurezza. • Definizione di un accordo per la gestione del passaggio generazionale che consenta un prepensionamento per i lavoratori più anziani. In fase di rinnovo del contratto integrativo aziendale, la direzione ci ha prospettato che in questo triennio oltre il 40% dell’organico sarà prossimo a questo traguardo; è un momento delicato che dovrà, in parallelo, prevedere con lungimiranza all’assunzione/stabilizzazione di nuovi colleghi, tenendo conto del necessario passaggio di competenze ai neoassunti, nella logica del trasferimento del “saper fare” acquisito in decenni di lavoro da parte dei colleghi, per evitare di disperderne le professionalità acquisite. Infine, abbiamo chiesto l’assunzione del collega interinale che a seguito dell’amputazione del dito pollice della mano sinistra sarà penalizzato a vita nelle sue possibilità di assunzione presso altre aziende. Mentre riguardo alle richieste volte ad impattare sul clima aziendale, abbiamo registrato aperture e chiara disponibilità da parte della direzione, non altrettanto è avvenuto riguardo alle misure che impattano sui carichi di lavoro e sulle risorse da dedicare agli assetti produttivi al fine di lavorare in Sicurezza, ovvero proprio su quelle misure che consentirebbero di eliminare le cause che hanno determinato i due infortuni gravi. Riteniamo deplorevole l’indisponibilità aziendale nel condividere le scelte organizzative che possano consentire un confronto trasparente ed oggettivo sui carichi di lavoro e sulle risorse che si intende dedicare al funzionamento in Sicurezza degli assetti produttivi. Rispetto alle prassi occulte, ci saremmo aspettati da BASF ITALIA una presa di posizione ufficiale netta e inequivocabile: una condanna scritta nero su bianco che compaia a chiare lettere in qualche atto ufficiale e che rimanga come monito e come pilastro della cultura della Sicurezza per le generazioni future e presenti. Non è più tempo delle rassicurazioni verbali, è necessario prendere le distanze da queste dinamiche e saperlo comunicare in maniera cristallina ai lavoratori, così da poterne eliminare le cause alla radice. La cultura della Sicurezza si fa a monte non a valle, perciò un qualsiasi dipendente deve avere ben chiaro sin da subito, cosa poter fare e soprattutto cosa NON fare. In conclusione, analizziamo l’ultimo punto ma non meno importante: riteniamo assolutamente inaccettabile l’indisponibilità aziendale a procedere da subito all’assunzione a tempo indeterminato del giovane ragazzo invalido a vita, soprattutto per le argomentazioni esposte a riguardo, ovvero non creare un precedente. Precedente che, secondo la direzione, condizionerebbe i dipendenti precari incoraggiandone la pratica del “martellarsi un dito” pur di essere assunti in via definitiva. Per quanto tali dichiarazioni non meriterebbero di essere ascoltate né considerate minimamente, le giudichiamo irricevibili a livello ufficiale e gravemente offensive per la dignità e l’intelligenza dei lavoratori. Giudichiamo altrettanto grave il fatto che BASF ITALIA affronti i tragici infortuni occorsi in Azienda, cercando unicamente di tutelarsi legalmente, aprendo procedimenti disciplinari e scaricando le responsabilità unicamente sul singolo lavoratore o su quello a lui più vicino.

PERTANTO PROCEDEREMO A SCIOPERARE MERCOLEDI’ 23 MARZO, PICCHETTANDO L’INGRESSO DELLO STABILIMENTO. SONO ALTRESI’ COINVOLTI TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEL SITO, QUELLI DELLE DITTE ESTERNE, I LAVORATORI INTERINALI E LE RELATIVE SIGLE SINDACALI SARANNO PRESENTI AL PRESIDIO PER OFFRIRE LA MASSIMA SOLIDARIETA’, ESSENDO IL TEMA DELLA SICUREZZA DEL LAVORO UN TEMA DI TUTTI. 

per Segreteria provinciale FILCTEM Stefania Pisani 

per Segreteria provinciale FEMCA Assunta Marseglia

2 commenti:

  1. Ma cosa succede alla BASF?

    Non molti anni fa incontravo alle formazioni per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) giovani operai che mi parlavano bene dell'atteggiamento dell'azienda sulle tematiche della prevenzione degli incidenti sul lavoro.
    Oggi cosa è cambiato? Per caso maneger all'italiana cioè scaricare la colpa sugli altri invece che risolvere i problemi? od il manegement tedesco ha deciso che lo stabilimento è in "decomissioning" quindi non degno di attenzione stile TissenKrupp di Torino? booohhhh!

    Invito tutti quelli/e che possono a recarsi domani al picchetto per chiederlo ai lavoratori e solidarizzare con i feriti gravi.

    Una piccola nota: mi fa specie chiedere il prepensionamento da parte di confederali che poco han fatto per evitare "i vecchi al lavoro", ma nel caso si siano pentiti forse è il caso di partire da maestre d'asilo 66enni ;-)

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