La sicurezza non è forma ma deve essere sostanza
I sindacati comunicano
Si è appena
concluso l’incontro con la Delegazione Aziendale di BASF Pontecchio Marconi;
eravamo in attesa di risposte concrete alle diverse proposte che abbiamo
avanzato nella giornata di venerdì 11 marzo e che erano dichiaratamente volte a
ragionare su soluzioni di breve, medio e lungo termine riguardo alle misure di
Sicurezza necessarie per ripristinare condizioni di serenità per le lavoratrici
e i lavoratori del sito di BASF Pontecchio Marconi. Nello specifico abbiamo
proposto soluzioni che possono incidere sulla Cultura della Sicurezza in
Azienda (aspetto necessario e fondamentale) ed altre che impattano sui carichi
di lavoro e sulle risorse dedicate agli assetti produttivi, queste vanno ad
incidere sulle cause che riducono le condizioni di Sicurezza in Azienda. Quanto
alle proposte sulla cultura aziendale riguardo alla Sicurezza, abbiamo
indicato:
• FORMAZIONE adeguata e tempestiva degli operatori
assunti con contratto di somministrazione ovvero i lavoratori neoassunti.
• Rispetto assoluto della DIRETTIVA MACCHINE che
prevede l’inserimento di blocchi automatici agli impianti nel momento in cui le
misure di Sicurezza predisposte dovessero non essere in funzione, ovvero
laddove non fosse tecnicamente fattibile, individuare misure alternative al
blocco automatico ma che determinino lo stesso risultato.
• Eliminazione delle PRATICHE NASCOSTE che mettono
in pericolo la Sicurezza dei singoli e dell’intero sito, proponendo la
possibilità di recepire anche segnalazioni in forma anonima e determinando
meccanismi che incentivino le segnalazioni da parte dei colleghi.
• Coinvolgimento dei R.L.S.S.A. nelle riunioni con
la dirigenza dove vengono prese decisioni che impattano sul sistema produttivo,
al fine di ragionare in via preventiva anche sulle ripercussioni riguardo alla
Sicurezza dell’ambiente lavorativo.
• Indagine stress correlato all’attività lavorativa
e rivolto a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento.
• Intervento sulle segnalazioni di incidente che
consenta di avere tempistiche certe sulle risposte, sulla presa in carico e
definitiva risoluzione del problema sia per il lavoratore che ha provveduto a
fare la segnalazione sia per la squadra interessata nell’intervento.
• Modifica
del calcolo del premio di produzione, con l’eliminazione del parametro dei
“minor accident”, ovvero gli accessi all’infermeria, essendo un punto che va
nella direzione opposta alla segnalazione di infortunio in Azienda. Le proposte
che impattano sui carichi di lavoro e sulle risorse dedicate agli assetti
produttivi:
• definizione
del NUMERO MINIMO dei LAVORATORI per far funzionare in Sicurezza gli impianti,
sottolineando che in tale numero non possono essere considerati i lavoratori
che sono in formazione; questo al fine di condividere con tutta la platea
aziendale, le condizioni minime di organico per poter far funzionare o meno gli
impianti in Sicurezza. • Definizione di un accordo per la gestione del
passaggio generazionale che consenta un prepensionamento per i lavoratori più
anziani. In fase di rinnovo del contratto integrativo aziendale, la direzione
ci ha prospettato che in questo triennio oltre il 40% dell’organico sarà
prossimo a questo traguardo; è un momento delicato che dovrà, in parallelo,
prevedere con lungimiranza all’assunzione/stabilizzazione di nuovi colleghi,
tenendo conto del necessario passaggio di competenze ai neoassunti, nella
logica del trasferimento del “saper fare” acquisito in decenni di lavoro da
parte dei colleghi, per evitare di disperderne le professionalità acquisite.
Infine, abbiamo chiesto l’assunzione del collega interinale che a seguito
dell’amputazione del dito pollice della mano sinistra sarà penalizzato a vita
nelle sue possibilità di assunzione presso altre aziende. Mentre riguardo alle
richieste volte ad impattare sul clima aziendale, abbiamo registrato aperture e
chiara disponibilità da parte della direzione, non altrettanto è avvenuto riguardo
alle misure che impattano sui carichi di lavoro e sulle risorse da dedicare
agli assetti produttivi al fine di lavorare in Sicurezza, ovvero proprio su
quelle misure che consentirebbero di eliminare le cause che hanno determinato i
due infortuni gravi. Riteniamo deplorevole l’indisponibilità aziendale nel
condividere le scelte organizzative che possano consentire un confronto
trasparente ed oggettivo sui carichi di lavoro e sulle risorse che si intende
dedicare al funzionamento in Sicurezza degli assetti produttivi. Rispetto alle
prassi occulte, ci saremmo aspettati da BASF ITALIA una presa di posizione
ufficiale netta e inequivocabile: una condanna scritta nero su bianco che
compaia a chiare lettere in qualche atto ufficiale e che rimanga come monito e
come pilastro della cultura della Sicurezza per le generazioni future e
presenti. Non è più tempo delle rassicurazioni verbali, è necessario prendere
le distanze da queste dinamiche e saperlo comunicare in maniera cristallina ai
lavoratori, così da poterne eliminare le cause alla radice. La cultura della
Sicurezza si fa a monte non a valle, perciò un qualsiasi dipendente deve avere
ben chiaro sin da subito, cosa poter fare e soprattutto cosa NON fare. In
conclusione, analizziamo l’ultimo punto ma non meno importante: riteniamo
assolutamente inaccettabile l’indisponibilità aziendale a procedere da subito
all’assunzione a tempo indeterminato del giovane ragazzo invalido a vita,
soprattutto per le argomentazioni esposte a riguardo, ovvero non creare un precedente.
Precedente che, secondo la direzione, condizionerebbe i dipendenti precari
incoraggiandone la pratica del “martellarsi un dito” pur di essere assunti in
via definitiva. Per quanto tali dichiarazioni non meriterebbero di essere
ascoltate né considerate minimamente, le giudichiamo irricevibili a livello
ufficiale e gravemente offensive per la dignità e l’intelligenza dei
lavoratori. Giudichiamo altrettanto grave il fatto che BASF ITALIA affronti i
tragici infortuni occorsi in Azienda, cercando unicamente di tutelarsi
legalmente, aprendo procedimenti disciplinari e scaricando le responsabilità
unicamente sul singolo lavoratore o su quello a lui più vicino.
PERTANTO PROCEDEREMO A SCIOPERARE MERCOLEDI’ 23 MARZO, PICCHETTANDO L’INGRESSO DELLO STABILIMENTO. SONO ALTRESI’ COINVOLTI TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEL SITO, QUELLI DELLE DITTE ESTERNE, I LAVORATORI INTERINALI E LE RELATIVE SIGLE SINDACALI SARANNO PRESENTI AL PRESIDIO PER OFFRIRE LA MASSIMA SOLIDARIETA’, ESSENDO IL TEMA DELLA SICUREZZA DEL LAVORO UN TEMA DI TUTTI.
per Segreteria provinciale FILCTEM Stefania Pisani
per Segreteria provinciale FEMCA Assunta Marseglia
Ma cosa succede alla BASF?
RispondiEliminaNon molti anni fa incontravo alle formazioni per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) giovani operai che mi parlavano bene dell'atteggiamento dell'azienda sulle tematiche della prevenzione degli incidenti sul lavoro.
Oggi cosa è cambiato? Per caso maneger all'italiana cioè scaricare la colpa sugli altri invece che risolvere i problemi? od il manegement tedesco ha deciso che lo stabilimento è in "decomissioning" quindi non degno di attenzione stile TissenKrupp di Torino? booohhhh!
Invito tutti quelli/e che possono a recarsi domani al picchetto per chiederlo ai lavoratori e solidarizzare con i feriti gravi.
Una piccola nota: mi fa specie chiedere il prepensionamento da parte di confederali che poco han fatto per evitare "i vecchi al lavoro", ma nel caso si siano pentiti forse è il caso di partire da maestre d'asilo 66enni ;-)
Sciopero!!!! Bravi!!!
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