Nonostante la recentissima presentazione del progetto di rifacimento del Ponte Leonardo Da Vinci di Sasso Marconi, struttura passata alla gestione di Anas, le incertezze sull’apertura del suo cantiere e di quelli dei diversi interventi già annunciati sulla viabilità della zona, sono numerose . Interventi finalizzati a dare alle valli del Reno e del Setta una viabilità decente.
Fra le preoccupazioni vi è quella recentissima derivata dall’annuncio del sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, in un recente l Consiglio Comunale che lo stralcio sud del nodo ferro stradale di Casalecchio di Reno ( quello che interessa le Valli del Reno e del Setta), non è ancora finanziato. Il sindaco di Casalecchio di Reno nell’annunciare l’avvio dei cantieri per l’attesissimo intervento ha assicurato che lo stralcio sud sarebbe stato avviato in continuità appena concluso il primo stralcio. Ma pensando che i lavori ora avviati hanno dovuto attendere lustri anche se già finanziati, quello sud che non è nemmeno finanziato, chissà quanto dovrà aspettare.
Le incertezze e le incomprensioni sugli annunci che non si capisce mai se sono affermazioni fatte su certezze o per dare voce ai sogni dei politici di turno, affliggono l’opinione pubblica.
Recentemente un lettore
ci ha chiesto di fare il punto sulla situazione viabilità e relativi cantieri
in atto o annunciati.
L’impresa non facile ha
suggerito di chiedere al consigliere regionale Marco Mastacchi, che per il
ruolo che riveste e per l’attenzione che da anni dedica a questa tematica, ha
certamente una visuale più ampia ed è in grado di accedere a informazioni più
precise.
Egli ha preso spunto da
un suo intervento in consiglio per inviare un testo che riportiamo
integralmente.
La recente approvazione
in assemblea legislativa del PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti)
adottato dalla precedente amministrazione regionale nell’ormai lontano 2019, ha
dato l’occasione per fare il punto della situazione delle infrastrutture e dei
progetti nelle nostre vallate. (i trasporti corrono sulle infrastrutture)
La prima considerazione
che ho fatto è stata che la situazione di partenza rispetto al 2019 nei nostri
territori è nettamente peggiorata. Se utilizziamo un compasso per tracciare un
cerchio sulla cartina geografica intorno al “baricentro” di Sasso Marconi ci
accorgiamo di quanti problemi in più abbiamo rispetto ad allora:
- Chiusura
per frana su SP 325 - da aprile 2019:
lavori
consegnati ma non iniziati (traffico deviato su abitato della frazione
Gardelletta – Comune di Marzabotto)
- Chiusura
ponte “da Vinci” Sasso Marconi - da dicembre 2020:
nominato un commissario che ha altri 15 cantieri da gestire in emergenza
(traffico deviato sull’abitato di Sasso Marconi)
- Chiusura
bretella autostradale Sasso Marconi – durata 3/4mesi
(traffico deviato su vecchio tracciato SP325)
- Chiusure
improvvise casello Rioveggio (senza segnalazioni preventive)
- Cantiere
del nuovo casello di Rioveggio fermo da oltre 10 anni
- Chiusura
prolungata A1 Panoramica
- Imminente
chiusura delle gallerie Monte Mario su A1 (traffico
deviato sulla bretella autostradale)
- Disagi
su ferrovia direttissima x lavori PC80 : disagi per pendolari
e studenti (sostituzione corse con pullman con conseguente traffico aggiuntivo)
- Chiusura
per lavori di ristrutturazione del ponte di Vizzano
Risolti questi problemi
si potrà cominciare a parlare di nuovi interventi e di nuove infrastrutture:
- Il “nodo” di Casalecchio nei prossimi mesi vedrà l’inizio dei lavori che risolveranno il 50% del problema complessivo, verrà infatti realizzato il primo tratto della nuova Porrettana che si collegherà alla vecchia nella zona di San Biagio (zona Faianello - ex Giordani) con soluzione anche del passaggio a livello di Via Marconi a Casalecchio. Rimane nel “limbo” il secondo stralcio che collegherà definitivamente il tratto più a sud in zona Cantagallo per il quale i tempi ad oggi sono indefiniti.
- Seguendo la Porrettana – al netto del problema ponte Da Vinci – rimane aperto il problema del tratto Sasso Marconi – Vergato per il quale si parla di uno studio di fattibilità per valutare due varianti sugli abitati di Marzabotto e Vergato ma non si parla in nessun modo della Rupe che costituisce un collo di bottiglia e che in caso di blocco non avrebbe nessuna alternativa per chi dalla Porrettana scende verso Sasso Marconi. Una soluzione per alleggerire il traffico sulla Porrettana e migliorare la viabilità per tutto l’alto Reno sarebbe sicuramente la “bretella Reno/Setta” per la quale alcuni anni fa furono raccolte migliaia di firme ma che non ha mai trovato interesse nella politica bolognese. Questa consentirebbe di collegare l’alto reno all’autostrada A1 abbreviando i tempi di percorrenza in modo drastico dando competitività alle industrie di quel territorio e agevolando anche il turismo che soffre del tema viario.
- Un
altro tema importante del quale si parla da molti anni - ma senza mai avere
avuto soluzione - è il collegamento Sasso Marconi Pianoro attraverso la strada
Provinciale delle Ganzole. Si tratta di una strada assolutamente inadeguata
rispetto al carico di traffico che deve sopportare ed è molto pericolosa visto
che deve sopportare il traffico pesante che dal casello di Sasso Marconi si
dirige alla zone produttive di Pianoro (che già hanno il problema del nodo
di Rastignano). I territori chiedono da anni la realizzazione di
un’infrastruttura più adeguata e sicura ma per ora si parla solo di uno studio
di fattibilità, nulla è pianificato nel PRIT appena approvato.
- Allargando
leggermente l’orizzonte si può fare un commento anche sul “passante di mezzo”
che vedrà l’inizio dei lavori fra pochi mesi. Si tratta di un’infrastruttura
antistorica che non risolverà il problema viario del nodo di Bologna,
riconsegnando alla città dopo tanti anni di disagi per i lavori una soluzione
già vecchia e insufficiente sia dal punto di vista viario che dal punto di
vista ambientale. Il “passante sud” in galleria avrebbe un impatto minore, non
creerebbe problematiche durante i lavori e produrebbe una viabilità alternativa
in caso di blocco del traffico sul nodo autostradale di Bologna. Uno studio
realizzato da “FEDERMANAGER” che è stato presentato alcuni mesi fa dimostrava
che il passante sud avrebbe avuto una serie di vantaggi:
1.
Più rapido da realizzare,
36 mesi contro i 64 del passante di mezzo;
2.
Meno costoso,
850 milioni contro l’oltre il miliardo del passante di mezzo;
3.
Maggiore capacità dichiarata,
45.000 passaggi contro i 30.000 del passante di mezzo; (veicoli medi/giorno)
4.
Minore impatto sociale,
meno espropri e i cantieri non impatterebbero sul traffico attuale;
5.
Minore inquinamento,
meno traffico in zona urbana e filtraggio delle emissioni in galleria;
6. Maggiore sicurezza, percorso ad anello e alternative di percorso in caso di blocco del traffico.
- Un
velo pietoso va poi steso sulla situazione delle manutenzioni di strade e
ponti, in generale, ma in particolare sulle strade provinciali che negli ultimi
anni sono state abbandonate a se stesse e che ora richiedono una manutenzione
straordinaria per poter essere riportate ad una condizione minima di sicurezza.
- Un cenno sulla situazione del trasporto su ferro va fatto, anche qui ci sarebbe davvero tanto da fare: i ritardi ormai cronici sui treni dei pendolari, le cancellazioni improvvise di corse (anche qui in molti casi senza preavviso), il titolo unico di viaggio del quale si parla da anni e la logistica nelle stazioni (Parcheggi e coincidenze ferro/gomma), i collegamenti senza cambio delle due aree metropolitane (Esempio Sasso Marconi Pianoro) sono temi che fino ad oggi non hanno trovato soluzione ma di cui sarà necessario parlare nei prossimi mesi, sperando che la politica, con obiettività se ne faccia carico e trovi risposte.
Questa è una veloce analisi della situazione delle problematiche e delle necessità principali all’interno del cerchio tracciato con il compasso sulla cartina. Tante sono le necessità che contribuirebbero a migliorare la situazione sul nostro territorio, ma tanti sono ancora i problemi da risolvere prima di poter cominciare a realizzare nuove infrastrutture. Il momento storico dal punto di vista finanziario è assolutamente positivo, le finanze degli enti pubblici non sono più bloccate come in passato e in più sono in arrivo i fondi del PNRR che se ben utilizzati potrebbero consentire di recuperare, almeno in parte, i ritardi cumulati nel passato.
Non c'erano dubbi!
RispondiEliminaL'importante è tenere al caldo la poltrona e per i disagi chi se ne frega.
Bravissimo Mastacchi a focalizzare i problemi, meno a risolverli, Monzuno docet.
RispondiEliminaMa sei fuori ? Se c'è stato uno che ha risolto dei problemi a Monzuno è stato Mastacchi. Esempio la normalizzazione delle scuole, asilo nuovo, casa della salute ecc.
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