Indispensabili le misure attuate nell’immediato per contenere la diffusione della peste suina africana. Prioritario salvaguardare la filiera suinicola dal pericolo del morbo.
di Barbara Bertuzzi
«Sono indispensabili le misure attuate
nell’immediato per contenere la diffusione della peste suina africana, ma
ora chiediamo alla Regione Emilia Romagna di predisporre un
piano di eradicazione del cinghiale che è il principale vettore
dell’infezione». Parla come un fiume in piena il presidente di Confagricoltura
Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, dopo la riunione della sezione
faunistico-venatoria con i rappresentanti provinciali dell’organizzazione
agricola. La politica attuata finora nel Paese si è dimostrata inadeguata.
Pertanto, salvaguardare la filiera suinicola dal pericolo Psa diventa
un obiettivo prioritario.
Confagricoltura
Emilia Romagna sollecita un cambio di passo per contrastare la moltiplicazione
inarrestabile dei cinghiali. L’allarme lanciato più volte dall’organizzazione
degli imprenditori agricoli non ha mai ottenuto l’attenzione dovuta da parte
delle istituzioni e ora occorre una strategia efficace.
«Siamo
d’accordo sulla sospensione dell’attività venatoria nelle province di
Parma e Piacenza, vicine all’area infetta, tuttavia – prosegue il presidente
regionale degli agricoltori – non dobbiamo assolutamente bloccare i
piani di controllo della specie cinghiale, anche quelli eseguiti in
modalità collettiva, atti alla riduzione di questi ungulati».
L’appello
di Confagricoltura Emilia Romagna sottolinea quanto sia importante, in tutto il
territorio regionale, non abbassare la guardia e continuare senza sosta l’unica
attività di contrasto alla presenza eccessiva dei cinghiali, «con l’unico
strumento utile in nostro possesso – rimarca Bonvicini – il Piano di controllo
del cinghiale 2021-2026 (art.19 della legge n.157/1992 e art.16 della L.R.
n.8/1994; e ultima delibera DGR-n.1973 – 22-11-2021). Tale
intervento si reputa doveroso e necessario vista la pericolosità della malattia
e le possibili ripercussioni commerciali sulle filiere delle carni Dop e Igp».
Va
altresì detto che i prodotti a base di carne Dop e Igp dell’Emilia Romagna
rappresentano, in valore, un patrimonio pari a 1,032 miliardi di euro su un
ammontare complessivo nazionale di 1,930 miliardi di euro (fonte: RAPPORTO
ISMEA-QUALIVITA 2020).
«Bisogna
modificare l’approccio al problema – conclude il presidente di Confagricoltura
Emilia Romagna – l’attività venatoria non è il fattore di rischio di
diffusione dell’infezione. Adesso l’obiettivo su cui concentrare
l’azione deve essere il prelievo selettivo del cinghiale da Piacenza a Rimini,
per evitare danni economici e sociali incalcolabili. Ci attendiamo dalla futura
politica una maggior capacità di ascolto delle istanze del territorio».
L'Eradicazione è gia' stata decisa ma non per i cinghiali, è stata decisa per gli esseri umani, date retta al governo che ha deciso.
RispondiEliminaPienamente d'accordo con Anonimo16 gennaio 2022 13:47
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