Da Erika Seta
Coordinatrice Regionale di Azzurro
Donna
E Consigliere della Città
Metropolitana di Bologna
In Emilia Romagna, dove i dati dei nuovi positivi non sono rasserenanti, si
aprono le prenotazioni per la terra dose anche per la fascia 40-59 anni. Ma non
ci si preoccupa del ‘dove’ le terze dosi possono essere somministrate.
Si escludono per ora le farmacie e si promuovono gli hub. Quindi su quelli già sovraccarichi di Calderara e San Lazzaro e quello, non ancora funzionante, della Fiera si riverserà altra utenza, congestionando un situazione già complessa.
Il senso di spalmare l’utenza su più postazioni, significa non creare
lunghi tempi di attesa, quindi non solo andare incontro all’utenza più fragile
ma anche evitare che la gente rinunci a vaccinarsi.
La decisione della Asl di non aprire ulteriori hub è, con estrema evidenza,
sempre più preoccupante per i disservizi che creerà.
E saranno i cittadini a pagarne le conseguenze.
Annamaria Cesari, coordinatrice di
Azzurro Donna Bologna e Consigliere del Quartiere Porto-Saragozza, aggiunge:
All’Hub di San Lazzaro ho perso un pomeriggio intero per 30 secondi di
iniezione. La cosa sconfortante è vedere quanto chi dovrebbe avere cura dei
cittadini non si renda conto di esigenze primarie. I lunghi tempi di attesa
creano difficoltà a Mamme con figli che non sanno a chi affidare per
accedere all’hub (dove sanno che vi resteranno per almeno qualche ora), anziani
senza sedie, lungo le tre file necessarie alla puntura, per riposarsi e senza
distributori di acqua (neppure a pagamento). Insomma si poteva fare decisamente
meglio per sollecitare la vaccinazione.
Curioso poi il fatto che molte persone scoprivano di avere appuntamento
allo stesso orario..
Chi paga il prezzo delle decisioni di gestione anzidette sono i soggetti
che hanno deciso di vaccinarsi, è giusto? Non a nostro avviso no.
Organizzazione carente e dirigenza assente : tutto come al solito.
RispondiEliminaE' l'eccellenza della sanità in Emilia-Romagna !