Le acque del fiume Reno nascondevano
oggetti utili per risalire al responsabile della morte di Natalia Chinni, la
72enne di Gaggio Montano trovata morta dal figlio la sera di venerdì scorso all’ingresso di casa.
I Carabinieri e i Vigili del fuoco hanno
rinvenuto munizioni buttate nel fiume.
Ciò supporta la tesi che qualcun se ne è disfatto per nascondere eventuali
prove e la donna è stata colpita da pallini da fucile. L’indagine sul letto del
fiume non é ancora conclusa, ma sospesa
per l’innalzamento dell’acqua dovuto alla pioggia di ieri. Indiscrezioni
riferirebbero comunque che gli inquirenti sono dell’avviso di aver individuato
la pista probabilmente risolutiva.
Gli investigatori sono arrivati alla
determinazione di indagare nel letto fiume per incongruenze nei tempi che l’indiziato
principale ha dato nel dettagliare i suoi movimenti del giorno del delitto e hanno
individuato il luogo dove portare i sommozzatori dei Vigili dal fuoco dall’esame
delle celle telefoniche e dalla visione dalle telecamere di sorveglianza. I
sospetti sono sorti in particolare da un lasso di tempo, indicato dell’indiziato
nel riferire dei suoi spostamenti, considerato troppo lungo per il passaggio in
quel tratto di strada: un tratto che solitamente non si presta a soste da parte
degli automobilisti.
Oggi inoltre è previsto il
conferimento dell'incarico a periti di parte e medici legali per assistere alla
autopsia del corpo della donna e per
prendere in esame lo Stub effettuato all'unico indagato individuato finora, un
parente e vicino di casa della donna.
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