Quasi ventimila casi attivi, crescono i pazienti ricoverati
Ancora oltre 1.300 casi di positività al Cornavirus e sette morti si sono registrati, in Emilia-Romagna, nelle ultime 24 ore.
Fra le vittime ci sono anche due uomini di 55 e 60 anni, morti in provincia di Reggio Emilia.
Crescono i ricoveri.
Sulla base di circa 28mila tamponi, infatti, sono stati individuati 1.344 positivi. Poco meno della metà (591) sono asintomatici e la loro età media è di 41,1 anni. Se la provincia di Bologna (con 362 casi, 57 dei quali nell'Imolese) continua ad essere in termini assoluti quella con il numero più alto dei contagi, preoccupano soprattutto le province romagnole come Rimini (182) e Forlì-Cesena (153).
I casi attivi stanno sfiorando quota 20mila e il 95,6% degli attualmente positivi sono in isolamento domiciliare perché non necessitano di cure ospedaliere. Crescono però i ricoverati, che sono 62 in terapia intensiva (quattro più di ieri) e 632 negli altri reparti Covid (+39).
Oltre ai due decessi di Reggio Emilia sono morti due uomini di 76 e 78 anni nel Bolognese, una donna di 93 in provincia di Piacenza, un uomo di 85 anni nel Parmenese e uno di 89 nel Riminese. (ANSA).
Per la prima volta da inizio pandemia nel bollettino di sorveglianza ISS del 24 novembre il maggiore numero di contagi Covid si registra in chi aveva completa copertura vaccinale. I non vaccinati sono solo il 37,7% del totale, mentre la maggiore parte dei contagiati (59,7%) è registrata fra chi ha avuto ciclo completo di vaccinazione (compreso uno 0,6% che aveva ricevuto la terza dose di vaccino), mentre il 2,6% aveva comunque ricevuto una dose.
RispondiEliminax 28 novembre ore 17 e 38
RispondiEliminama li sai leggere e sopratutto CAPIRE i dati ufficiali ?
le percentuali si riferiscono ai CONTAGIATI TOTALE quindi il 37.7% è relativo a qualche milione di duri di comprendonio, mentre il 59.7% è relativo a MOLTI MILIONI di vaccinati.
Purtroppo il vaccino per confusi non è ancora stato scoperto ed il tragico è che la malattia si sta espandendo con una virulenza forse anche superiore a quella del covid.
Bravo Cuntaden! Purtroppo la gran parte dei no vax ha la capacità di analizzare i numeri pari a quella di un bimbo della materna... Oltre ad essere emeriti "virologi" si dimostrano anche abili "statistici"... da Facebook...
Eliminahttps://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_24-novembre-2021.pdf
RispondiEliminaQuesto e' il bollettino.
Ognuno giudichi da se'.
https://www.ilcorrieredellacitta.com/wp-content/uploads/2021/11/dati-Istituto-Superire-di-Sanita-Vaccinati-Vs-non-Vaccinati-1536x819.png
RispondiEliminaQuesta e' la tabella completa dei dati, numeri e percentuali.
Epidemia COVID-19
RispondiEliminaAggiornamento nazionale
24 novembre 2021 – ore 12:00
DATA PUBBLICAZIONE: 26 NOVEMBRE 2021
I dati sono di quelli che fanno riflettere e preoccupano allo stesso tempo: per la prima volta da quando è stato messo a punto il vaccino, nel bollettino di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), emesso il 24 novembre per il periodo che va dal 22 ottobre al 21 novembre, si registra che il maggiore numero di contagi Covid è avvenuto in chi aveva fatto il vaccino (59,7%). Tra questi, i vaccinati con due dosi entro 6 mesi sono il 49,7% e il 9,4% quelli vaccinati da più di sei mesi, mentre le persone con una sola dose che hanno contratto il virus sono il 2,6% e quelle con addirittura la terza dose sono lo 0,6%. Di contro, i non vaccinati sono solo il 37,7% del totale.
Ospedalizzati: leggera prevalenza dei vaccinati
Nello stesso report, per il periodo che va dal 15 ottobre al 14 novembre, si nota che anche nei ricoverati i vaccinati sono di più rispetto ai non vaccinati, anche se qui il rapporto è più proporzionato: nel 50,9% dei casi – di cui il 2,4% aveva ricevuto solo la prima dose e lo 0,9% anche la terza dose – i contagiati sono vaccinati, mentre nel 49,1% si tratta di non vaccinati.
Terapie intensive: netta prevalenza di non vaccinati
RispondiEliminaPer quanto riguarda la terapia intensiva, invece, è formata dal 64,2% dei non vaccinati, mentre del 35,8% dei vaccinati finito in terapia intensiva, si registra anche uno 0,4% di casi (3) nonostante la terza dose di vaccino. I dati sono stati registrati nel periodo compreso tra il 15 ottobre e il 14 novembre.
Decessi: maggioranza tra i vaccinati
La nota dolente per i vaccinati sono i decessi, dove sono proprio coloro che hanno ricevuto la copertura vaccinale ad avere la percentuale maggiore: il 56% contro il 44% dei non vaccinati. Nello specifico, l’1,6% aveva ricevuto una sola dose, il 35,2% due dosi entro 6 mesi, il 18,7% 2 dosi da più di 6 mesi e lo 0,5, pari a 5 persone, addirittura la terza dose di vaccino. Si tratta di dati che fanno preoccupare molto: partendo dal principio che non siamo contrari al vaccino e che è giusto vaccinarsi, se neanche il vaccino protegge quanto dovrebbe, cosa potrà farlo?
Appena iniettato, il vaccino protegge contro il contagio con efficacia (più del 90%) e man mano che passa il tempo perde efficacia (si dice che, dopo 6 mesi arrivi al 70%) ed è per questo che è necessario il richiamo. I numeri che hai riportato devono però tenere conto del fatto che ci sono 48 milioni di vaccinati conto i poco più di 8 milioni di non vaccinati. Il rapporto è di 6 a 1 ed è quindi normale che ci siano più contagi tra i vaccinati. Resta comunque invariata la mortalità, che, una volta contagiati, vede i non vaccinati avere 9 volte più probabilità di morire rispetto ai vaccinati.
Eliminax 29 novembre 19:38
RispondiEliminaGRAZIE PER LA LETTURA CORRETTA DEI DATI UFFICIALI sui quali invito i lettori e commentatori a ragionare e capire quanto sia importante ( UNICA SOLUZIONE AD ORA NOTA ) vaccinarsi e fare i richiami disponibili il prima possibile.
Voglio anche evidenziare che i comportamenti irrispettosi delle norme igenico/sanitarie/civili delle persone sono correlabili FORTISSIMAMENTE alla diffusione del virus. La diffusione a macchia di leopardo segue fedelmente gli eventi umani, ragioniamoci su e prendiamo le distanze dalla mediocrità degli egoisti.
Sono i bollettini ospedalieri e non i fanatici del web o dei social che dovrebbero indicare le soluzioni, possibilmente configurando la situazione a divenire per adottare via via e tempestivamente i provvedimenti necessari. Monitorare, riflettere ed agire in continuazione ed ovunque.
x 29 novembre 2021 19:38
RispondiEliminaGrazie per aver risposto in maniera umana, a differenza dei primi due commentatori.