domenica 17 ottobre 2021

Le luci del Cristo Redentore di Rio De Janeiro accese da Roma, come fece Marconi


 Dopo novant’anni dal primo clamoroso esperimento un segnale radio inviato da Roma ha acceso di nuovo  le luci della statua del Cristo Redentore a Rio De Janeiro in Brasile. A schiacciare il tasto non è stato ovviamente l’inventore della radio, Guglielmo Marconi, ma la figlia, la principessa Elettra. Anche la stanza da dove partì il primo segnale voluto per dare prova delle potenzialità della nuova invenzione , è stata la stessa di allora, la casa romana di Marconi.

Il momento dell’invio dell’impulso radio è stato trasmesso in diretta da RAI3 e ad affiancare la principessa Elettra, visibilmente emozionata nel riproporre ciò a cui aveva assistito allora bambina, vi erano il figlio Guglielmo e l’ambasciatore portoghese in Italia.

Il segnale ora, come allora, ha fatto un primo passaggio nella più potente stazione di Coltano a Pisa e quindi è rimbalzato in Brasile, dove è giunto dopo un tempo brevissimo e ha dato energia alla dotazione di luci che ha proiettato nel buio del cielo di oltre oceano un bel raggio tricolore, bianco rosso e verde. A testimoniare la riuscita dell’operazione, il sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, in Brasile per suggellare l’amicizia fra le due comunità, quella di Rio de Janeiro e quella bolognese e per inaugurare un grande busto di Marconi, voluto per dare una ulteriore prova dell’affetto e della stima che la città brasiliana nutre per l’inventore della radio.

La riproposizione dell’evento storico, di forte valenza non solo nazionale, è stata fra le più significative dell’intenso programma del Marconi Day, anche perché voleva dare un ‘segnale’ di ritorno alla normalità e di re-incontro fra i popoli.

L’evento è stato seguito anche a Villa Griffone, la casa di Guglielmo Marconi a Pontecchio Marconi, dove è nata la radio, annunciata dal notissimo colpo di fucile sparato al di là della collina dei Celestini.


Chi ha potuto partecipare è stato accolto dalle immagini riportate  sull’intera facciata ovest della villa dei filmati, alcuni dei quali accompagnati dalla voce stessa di Marconi, che ricordavano le tappe più significative dell’immenso lavoro dell’inventore della Radio.

Il programma ufficiale è stato aperto  dalla trasmissione di un messaggio dell’Arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi il quale ha rimarcato come l’inventore della Radio ha saputo annullare le distanze fra i popoli e avvicinare le diverse culture. Ha portato la vicinanza della comunità sassese il vicesindaco Luciano Russo che ha ricordato come Marconi sia un patrimonio universale e ha auspicato che nel 2024, in occasione del 150esimo della nascita, tutti i comuni e non solo Sasso Marconi  lo celebrino. 

Applauditissimo infine il monologo di Giorgio Comaschi sulla vita di  Marconi. Ha raccontato con la sua grande capacità interpretativa ciò che ha dedotto nello studio della vita dell’inventore della radio, mettendo in risalto la grande importanza che ha avuto la madre e la determinazione dimostrata da Marconi. Determinazione tale da fargli superare tutti gli ostacoli messi in atto dai concorrenti e da coloro che con l’arrivo della trasmissione senza fili  avrebbero avuto un grosso danno economico. Ha affrontato tutte le sfaccettature, compresa l’adesione dello scienziato al Fascismo ( ripensata negli ultimi anni) e la sua amicizia con Gabriele D’Annunzio. Ne è uscito il racconto di un grande uomo del suo tempo, inventore e imprenditore delle sue invenzioni e, quale imprenditore, prudentemente impossibilitato a non cercare il favore dei politici.

Foto di Fruttuoso Zucchini 



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