lunedì 27 settembre 2021

Italia tiratardi sulla banda larga

 Banda larga per tutti a un prezzo abbordabile ancora in sala d’attesa. È la conseguenza del mancato recepimento del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Un’omissione cha ha aperto la strada all’avvio della procedura di infrazione per violazione del diritto europeo


 Banda larga per tutti a un prezzo abbordabile ancora in sala d'attesa. È la conseguenza del mancato recepimento del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, approvato dalla direttiva Ue 2018/1972. Un'omissione cha ha aperto la strada all'avvio della procedura di infrazione per violazione del diritto europeo a carico dell'Italia e altri 17 stati, tra cui Paesi Bassi, Svezia, Irlanda e Austria. La direttiva avrebbe dovuto essere recepita entro la fine del 2020, ma è al palo. Ora gli stati inadempimenti hanno due mesi rimediare e recepire la direttiva. Se l'inerzia continua, l'Italia potrà trovarsi di fronte alla Corte di giustizia Ue e subire pesanti sanzioni.

Il codice delle comunicazioni si occupa del mercato e delle regole della concorrenza tra le imprese del settore, ma avrà ricadute anche per utenti e consumatori. Vediamo le novità più importanti. Sulla connessione a banda larga il principio da recepire (articolo 84) obbliga gli stati europei a consentire a tutti i consumatori l'accesso a un prezzo abbordabile, a un adeguato servizio di accesso a internet a banda larga e a servizi di comunicazione vocale. La direttiva ha, poi, un intero titolo dedicato alle tutele per gli utenti finali. La prima prerogativa è l'accesso paritario a reti o servizi senza distinzioni di cittadinanza, luogo di residenza o luogo di stabilimento dell'utente finale, salvo ragioni oggettive. Come usuale, nella normativa comunitaria, un articolo è poi dedicato alla trasparenza delle informazioni pre-contrattuali e contrattuali (articolo 102), tra cui spicca l'informazione relativa ai consumi. A tale riguardo la direttiva precisa che, se i servizi di accesso a internet siano fatturati sulla base del consumo in termini di tempo o volume, i fornitori devono dare ai consumatori il mezzo per monitorare e controllare l'uso di ciascun servizio.

La trasparenza del mercato prende corpo anche nell'obbligo di dare le notizie per consentire ai consumatori di fare confronti tra le varie offerte. La direttiva, infatti, pretende che gli utenti finali possano disporre gratuitamente di almeno strumento indipendente di confronto che consenta di comparare e valutare diversi servizi di accesso a internet. Inoltre, la direttiva pretende che i fornitori di servizi Internet collaborino nella educazione dei consumatori alla sicurezza in rete. Con una apposita disposizione (articolo 103) si prevede che gli stati possano obbligare i fornitori di servizi di accesso a internet a fornire informazioni di pubblico interesse, tra le quali quelle relative ai mezzi di protezione contro i rischi per la sicurezza personale, per la vita privata e per i dati personali nella fruizione dei servizi di accesso a internet.

Dal Codice le autorità europee si attendono benefici sul piano di connessioni più veloci e di una maggiore copertura, quale effetto della favorita la concorrenza per gli investimenti, in particolare nelle reti ad altissima capacità, comprese le reti 5G. Lato imprese da segnalare, infine, la promozione della parità di trattamento di tutti gli operatori del settore dei servizi di telecomunicazione, siano essi tradizionali o basati sul app.

(Segnalato da Dubbio)

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