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Piero Bernardi: mail: piero.bernardi.zr03@alice.it o con messaggio WhatApps al numero 338
8611957
Giovanni Degli Esposti, nasce nel comune di Gaggio Montano nel marzo del 1959.
Il padre Armando, muratore, gli insegna il mestiere utilizzando materiali
come sasso, ferro e cemento, che cambiando forma a seconda dei periodi e degli
stati d’animo diventano poi opere d’arte.
La mamma Rina, invece, era la vera artista di casa, che per gioco insegnava
a tessere la tela nel vecchio telaio del nonno, raccoglieva vimini che,
intrecciati, venivano trasformati in bellissimi cesti e foglie di granoturco
che le servivano poi per impagliare le sedute delle sedie.
“Nasce da questi sapienti gesti la mia arte, condita negli anni dal dolce
amaro della vita” così scrive Giovanni abbozzando i suoi pensieri su un foglio.
Negli anni partecipa ad alcune iniziative pubbliche e organizza anche
qualche esposizione a livello personale, ad esempio:
Nel 2001 partecipa a “Elementi della Rocchetta”;
si presenta come artista in diverse edizioni di Vergato Arte, l’ultima
delle quali nel 2019 in cui si racconta scrivendo “Le mie opere sono ritratti
dei miei stati d’animo dettati dal gioco della vita e dai sogni scanditi dalle
fasi lunari”;
nel 2012 crea la scenografia de “La Bella e la Bestia” nella scuola d’arte
di Losanna (prima esposizione a livello internazionale);
qualche anno dopo, nel 2015, su richiesta di amici Svizzeri, espone alcune
delle sue opere migliori a Ginevra;
l’anno dopo realizza, con figure in filo di ferro, il presepe presso la
chiesa di San Martino in Prada della Carbona;
nel 2017, si presenta nella bellissima location di Palazzo Comelli a Camugnano
esponendo alcune delle sue opere.
Infine nel 2020 si presenta al borgo La Scola con “Natività (e sopra le
stelle)”.
di Piero Bernardi
Il
materiale che più di ogni altro testimonia la volontà dell’ uomo ad evolversi
e’ il cemento.
Sviluppatosi
nel secolo della modernità e’ lo specchio del tentativo umano di sostituirsi
alla natura nella costruzione di opere immortali. allora si credeva, o meglio
ci si voleva convincere che fosse perenne.
Il
cemento ha accompagnato l’uomo in tutto il cammino del secolo più controverso
della storia, condividendone lustri e periodi bui.
Criticato
fino ad essere banalizzato o addirittura incolpato del fallimento urbanistico e
paesaggistico che ci circonda.
E’
il momento di rivalutarlo ed innalzarlo a nobile protagonista di una nuova
visione artistica basata su vecchi principi estetico – tecnici.
Misurarsi
con l’infinito è la sfida. Oggi come allora.
La
risposta è il cemento: inteso come contenitore di idee e non unicamente
come materiale.
Non
esiste materiale che con il passare del tempo non si logori o rovini, per
questo il cemento può solo essere il contenitore del concetto artistico.
La
nuova opera d’arte dovrà’ sempre contenere il vuoto. Vuoto che sarà riempito da
chi la/lo guarda compiendo uno sforzo utile a migliorare la propria condizione
intellettuale.
Il
vuoto è la soluzione.
E’ nel
vuoto che si cercano le risposte.
Il
vuoto non esiste, e’ temporaneo, è solo in attesa di essere riempito:
cancellato.
Il
vuoto non è il nulla. Il nulla è mistico quindi incomprensibile. Purtroppo il
nulla è nulla.
All’uomo
serve il vuoto!
Il
vuoto non ha tempo.
Il
vuoto non è nel tempo; esso è uguale sempre, immutabile prima e dopo.
Solo
nel presente, se noi vogliamo, lo possiamo fare nostro, ci possiamo sostituire
a lui.
Il
vuoto non si crea. Io lo costruisco!
Il
materiale che più’ di ogni altro testimonia la volontà dell’ uomo ad evolversi è il cemento.
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