Innovazione tecnologica, sviluppo delle competenze, nuovi modelli organizzativi sono alla base dei 29.413 interventi in emergenza
Oggi, 14 giugno,
l’Azienda Usl di Bologna celebra i 35 anni dell’elisoccorso. Per l’occasione, i
professionisti del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale Maggiore diretto da
Giovanni Gordini, alla presenza dell’Assessore alle politiche per la salute
Raffaele Donini e del Direttore generale della Azienda Usl di Bologna Paolo
Bordon, ripercorrono insieme le tappe di una lunga storia che ha accompagnato
l’evoluzione del sistema dell’Emergenza della città di Bologna e dell’Ospedale
Maggiore.
La cerimonia ha visto
susseguirsi diversi brevi interventi per mettere a fuoco il passato, il
presente e il futuro dell’elisoccorso. Tra le personalità che hanno arricchito
la celebrazione, in collegamento dall’estero, un illustre medico anglosassone
ha esposto l’esperienza della London Air Ambulance, vero modello internazionale
in quest’ambito. Infine, la testimonianza di un paziente e la dimostrazione
pratica eseguita dall’equipe medico-infermieristica sulla piazzolla di
atterraggio sul tetto dell’Ospedale Maggiore hanno coronato questo momento
denso di ricordi ed emozioni.
Le tappe di una lunga
storia
Il 14 giugno del 1986,
per la prima volta in Italia, veniva effettuata una missione di elisoccorso con
un equipaggio sanitario coordinato da una Centrale operativa provinciale del
118. Si trattava di un incidente automobilistico avvenuto sull’autostrada A1,
al chilometro 194. Era solo l’inizio di un lungo percorso che ha portato
l’elisoccorso a festeggiare un importante traguardo: 35 anni in cui sono state
effettuate complessivamente 29.413 missioni.
Primo in Italia ad
essere completamente gestito e integrato nel SSN, l’elisoccorso di Bologna è
stato antesignano di un modello che, solo in un secondo momento, venne
replicato per l’intero sistema di emergenza sanitaria. Nel 1986, la logica di
intervento dell’elisoccorso rispondeva di fatto a due principi: far arrivare
sul paziente critico un’equipe di professionisti competenti in modo tale da
ridurre i tempi di latenza terapeutica-assistenziale e, in secondo luogo,
favorire la centralizzazione del paziente nella sede più appropriata, anche se
meno vicina.
La logica di invio del
paziente critico al centro più appropriato veniva dunque acquisita nei
protocolli dall’elisoccorso di Bologna ancor prima della sua formalizzazione
nel modello hub/spoke, tipico del sistema regionale traumi, e attivato con la
approvazione del Piano Sanitario Regionale per il triennio 1999-2001.
Nel 1990 nasceva in
Italia la prima Centrale Operativa con numero unico 118 di Bologna Soccorso
mentre l’elisoccorso, negli stessi anni, passava ad un aeromobile disegnato
specificamente per poter proseguire manovre terapeutiche anche durante il volo.
Come componente fondamentale del sistema d’emergenza regionale, l’elisoccorso
ha preso parte ad alcuni degli eventi più drammatici e significativi tra i
quali si ricordano l’aereo caduto al Salvemini e il soccorso portato nel ‘94 ad
Ayrton Senna: pilota di Formula 1, gravemente ferito durante la gara sul
circuito di Imola e trasportato direttamente dalla pista al Trauma Center del
Maggiore.
Anno dopo anno,
l’evoluzione dell’elisoccorso prosegue attraverso lo sviluppo della rete di
emergenza regionale e della tecnologia, oltre che delle competenze
organizzative e sanitarie dell’equipe di professionisti a bordo del mezzo di
soccorso.
Dal 1 giugno 2017
l’impiego dell’elisoccorso si è esteso alle 24 ore: l’attività notturna, fino
all’agosto 2019 limitata all’uso delle 17 piazzole illuminate, oggi può contare
387 aree di atterraggio che, sebbene non illuminate, consentono all’equipe di esperti
di atterrare sempre più in prossimità del paziente critico che necessita pronto
intervento. Non ultimo, dal 1 aprile 2021, grazie all’implementazione della
capacità operativa dell’equipaggio, simultanea all’acquisizione delle
tecnologie NVG è stato possibile l’atterraggio del mezzo di soccorso nel buio
assoluto, anche al di fuori delle aree censite e soprattutto nella immediata
prossimità dell’evento traumatico.
Pur nella collaborazione
con le altre basi regionali, l’elisoccorso di Bologna ha sempre considerato la
London Air Ambulance un modello operativo a cui tendere. Essa, infatti, opera
dal 1989 su un bacino di utenza di circa 9.000.000 di abitanti e i risultati
conseguiti la pongono all’avanguardia per capacità operativa ed assistenziale:
solamente nell’ultimo anno ha registrato 1.656 pazienti trattati.
Nella sua evoluzione,
l’equipaggio sanitario ha acquisito la capacità di bloccare severe emorragie
mediante tecniche invasive realizzate direttamente a bordo dell’elicottero. Il
personale medico-infermieristico dell’equipaggio è parte integrante dell’equipe
di Rianimazione dell’Ospedale Maggiore, uno dei primi 3 trauma center a livello
nazionale.
Grazie alla
collaborazione con il Centro Trasfusionale è nato infine il servizio, unico in
Italia, Blob ("Blood on Board"), realizzato dall'elisoccorso 118 di
Bologna in partnership con quello di Grosseto. In pratica, le trasfusioni di
sangue al paziente soccorso possono ora essere effettuate direttamente sul
luogo dell'emergenza, prima del trasferimento in ospedale. Da ottobre 2020 ad
oggi sono stati trattati con questa metodica 15 traumi gravi; mentre da anni è
stato strutturato un percorso per rendere più breve e tempestivo il
collegamento tra la piattaforma di atterraggio sul tetto del Maggiore e la sala
operatoria.
Il punto di forza del
sistema consiste infatti nella stretta connessione tra l’elisoccorso di Bologna
e la Rianimazione dell’Ospedale Maggiore che ha permesso al 40% dei traumi
gravi di essere soccorsi e trasportati con l’elisoccorso e ricoverati
direttamente in area intensiva, garantendo un’efficiente ed efficace continuità
clinico assistenziale perché interna alla medesima equipe.
Strumento fondamentale
nella rete dell’emergenza regionale, l’elisoccorso si integra con l’attività
dei mezzi di soccorso 118 e consente di stabilizzare i pazienti con patologie
nelle quali la rapidità di intervento è decisiva. Per trasferirli poi, il più
rapidamente possibile, negli ospedali dotati di tecnologie e competenze in
grado di trattarli con i migliori standard, come il Trauma Center per i traumi
gravi, i reparti di emodinamica per gli infarti cardiaci o le Stroke Unit per
il trattamento degli Ictus ischemici.
L’evoluzione futura
prevede una ancora maggior estensione delle attività su servizi critici,
implementando ulteriormente da un lato la capacità operativa diurna e notturna
di essere indipendenti dalle aree di atterraggio, dall’altro, quella di impiego
di tecniche di recupero.
Difatti il sistema
regionale elisoccorso, alle altre due basi di Romagna (a Ravenna e Parma)
unisce quella di Pavullo nel Frignano (MO) dove è operativo l’unico elicottero
HSR/HEMS della Regione Emilia Romagna che può operare con verricello per il
recupero in ambienti montani ed ostili. Esso agisce sotto il coordinamento
della Centrale Operativa 118 EE di Bologna, configurandosi come il secondo
elicottero che presidia le tre province di MO, BO e FE oltre che l’intero
crinale appenninico.
La quasi totale
copertura del personale di Pavullo con medici e infermieri di Bologna, oltre
che con la convenzione con il SAER per le operazioni di recupero e sicurezza in
montagna, rende possibile una ulteriore integrazione tra le due basi
permettendo la condivisione di tecniche comuni per portare ancora più
rapidamente gli equipaggi in ogni punto del territorio urbanizzato, stradale,
autostradale e montano.
(Azienda USL di Bologna)
Grazie a tutti. Chi ha avuto l'idea, chi ha lavorato per organizzarla, chi ha lavorato per realizzarla, chi ci lavora con tanta passione e sacrificio.
RispondiEliminaSiete uno dei tanti orgogli del nostro paese e dell'EMILIA ROMAGNA in particolare.