Bloccati dal caprifuoco i cacciatori non riscono a svolgere l'attività di contenimento delle specie selvatiche. Incrementa così il numero di ungulati con danno per l'agricoltura e pericolo per gli automobilisti
di Letizia Rostagno
Il Consigliere di Rete Civica Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato una interrogazione all’Assemblea Legislativa e alla presidente Emma Petitti per chiedere di derogare sugli orari di coprifuoco per i cacciatori di selezione.
Il piano Faunistico Venatorio della Regione ha come obiettivo la preservazione e il controllo della Fauna selvatica del territorio. Compito del Piano è definire azioni e interventi per mantenere e incrementare la biodiversità ambientale dell’Emilia-Romagna con particolare attenzione alla fauna selvatica e individuare azioni e interventi per potenziare la compatibilità con le attività antropiche e nello specifico riducendo i danni alle produzioni agricole e il numero di incidenti stradali causati dagli ungulati selvatici. Nei loro confronti sono pianificate numerose azioni, tutte finalizzate al contenimento, che è il denominatore comune degli obiettivi fissati dal Piano.
Negli ultimi anni si é assistito a un aumento importante degli ungulati non solo in collina/montagna ma anche a un loro espandersi oltre i loro territori naturali, sconfinando in pianura. I conseguenti danni soprattutto all’agricoltura - e non solo - sono importanti. Soprattutto è importante il contenimento dell'attività dannosa degli ungulati in questo periodo dell'anno, per non compromettere il raccolto.
La caccia di selezione è così un servizio pubblico a tutela del territorio, delle persone e dell'agricoltura. Ma i tempi della caccia mal si adattano a quelli del coprifuoco imposto dalla pandemia. Anzi vanno al contrario. Il cacciatore esce la mattina prestissimo, spesso nel cuore della notte, per raggiungere i luoghi di appostamento che possono essere anche lontani. Gli orari migliori per gli avvistamenti sono alba e tramonto ma con le giornate che si allungano sempre di più andando verso l'estate si capisce bene come un coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00 impedisca qualsivoglia attività che coinvolga animali selvatici.
Gli orari del coprifuoco (22.00 – 5.00) sono incompatibili con qualsiasi azione venatoria, che necessita di uscite mattutine e spostamenti anche lunghi e rientri che dopo la caccia prevedono la sosta nei centri di misurazione per le opportune verifiche sugli animali.
Nella stessa ordinanza del Presidente Bonaccini del 03 marzo 2021 si ritiene che a differenza delle restanti “forme di caccia”, comparabili ad attività “sportive”, la caccia di selezione agli ungulati sia un’attività di gestione faunistica indispensabile a far fronte al pesantissimo impatto, sulle produzioni agricole di collina e montagna.
La caccia di selezione e l’attività ad essa connessa di censimento è considerata un servizio di pubblica utilità e il suo esercizio può essere equiparato a quelle attività che sono sottratte alle restrizioni, determinate dai provvedimenti tesi al contenimento del contagio da COVID-19.
Ciò premesso, Mastacchi chiede alla Giunta se è al corrente del problema e se non ritenga opportuno intervenire sugli orari del coprifuoco, con riferimento alla caccia di selezione, per consentire ai cacciatori di poter esercitare tale attività negli orari consoni a questa attività.
I cacciatori non riescono a svolgere l'attività venatoria di contenimento non certo per il coprifuoco, benchè assurdo, ma semplicemente perchè sono dei brocchi !!!
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