di
Marco Leoni
A
N A S S I M A N D R O
e l’infinito
(
lezione di Matteo Saudino , fatastico prof. di filosofia )
Oggi leggiamo insieme un
frammento tratto da un pensatore 'sincretistico', Simplicio ,
vissuto nel sesto secolo d.C., che ha descritto il principio
filosofico di Anassimandro .
Di Anassimandro non
abbiamo tantissime fonti, così ne abbiamo dovute raccogliere da
diversi pensatori posteriori e tutti di
fatto ci
hanno fornito una
immagine di Anassimandro quale grande
genio naturalistico , uno dei pensatori più
anticonformisti dell’antichità.
Infatti egli è riuscito a
teorizzare un principio particolare, quello dell’ APEIRON
che rimanda all’indeterminatezza,
all’infinito, al caos ed è riuscito a presentarci teorie originali
come quella della separazione degli opposti
del caos che genera i
mondi e della deflagrazione
di questi mondi che, esplodendo e implodendo, ritornano negli
elementi originari, al caos primordiale. Per non parlare della
posizione 'protoevoluzionista'
secondo cui l’uomo deriva appunto dal pesce .
Vediamo questo frammento
insieme.
Tra quanti affermano che
il principio, l'ARCHE’
è un movimento infinito, Anassimandro, figlio di Prassiade Milesio,
successore e discepolo di Talete, è proprio colui che afferma che
principio ed elemento degli esseri è L’INFINITO
e
ha introdotto per primo questo nome
del principio .
Simplicio ci ricorda che
fra i pensatori antichi, colui che ha individuato come archè un
principio indeterminato e infinito è propèrio Anassimandro. Questo
è un elemento di profondo anticonformismo e originalità perché
l’infinito è un concetto limite che per tutto il mondo greco e
anche per tutto il mondo Cristiano viene in gran parte rigettato,
rifiutato .
L’infinito era inteso
come 'non essere', come 'non pensabile' mentre tutto ciò che è
pensabile è finito è limitato è determinato. Il cristianesimo
ribadirà con forza quest’idea di infinito come non pensabile e
come concetto da respingere, l’infinito, il vuoto.
Dunque Anassimandro fra i
pensatori antichi è colui che ha osato concettualizzare l’infinito
e lo ha posto come principio da cui deriva il finito, L’ARCHE’.
Cioè il principio primo che governa il cosmo è l’infinito,
L’APEIRON che
è una quantità infinita e indefinita di materia. Egli ha osato
concettualizzare, maneggiare l’infinito mentre la maggior parte
degli autori contemporanei e anche poi i seguenti successori non
hanno osato fare questo .
C’è stato un vero e
proprio slancio che io definisco coraggio:
è un filosofo coraggioso che ha osato andare dove altri non si sono
sentiti minimamente di procedere, il principio dell'infinito
indeterminato. E ci dice anche che il principio non è uno dei
cosiddetti elementi, il principio non è un elemento della natura,
non è l’acqua non è l’aria come dirà Anassimene ma un’altra
natura infinita dalla quale tutti i cieli provengono e i mondi che in
essi esistono .
Gli elementi naturali
acqua e aria non sono l’elemento che governa il mondo , il mondo è
governato da una infinita indeterminata ingenerata caotica materia
primordiale da cui i mondi finiti determinati nello spazio e nel
tempo derivano.
I pianeti, le stelle
derivano da questa quantità originale primordiale di materia ,
dunque la materia
primordiale formerà
i
pianeti , formerà le stelle , formerà i cieli i quali vivendo si
consumeranno
e ritorneranno appunto all’ APEIRON , alla
materia
indefinita primordiale.
Ecco il naturalismo
radicale di Anassimandro. Anassimandro cerca il principio della
natura rimanendo in natura ma andando anche oltre l’elemento
naturale singolo alla Talete o all’Anassimene ma andando verso un
elemento naturale indeterminato indefinito assimilabile alla moderna
teoria del BIG BANG,
ecco ancora una volta l’anticonformismo: io
faccio derivare l’ordine dal caos , faccio derivare l’ordine
dalla caotica magmatica materia primordiale animata da opposti che si
scontrano .
C’è una somma di
elementi in costante movimento: il caldo, il freddo, l’acqua, la
terra, il fuoco, tutti gli elementi sono in movimento dentro
L’APEIRON,
secondo lui, quindi la nascita delle cose avviene in seguito ad
alterazioni dell’elemento per distacco dei contrari a causa dell’
eterno movimento .
Qua ci sono elementi di
dinamica , elementi di futura Fisica .
Il mondo non sarebbe nato
come governato o come in equilibrio, da un singolo elemento, il
cosmo è sorto dal movimento degli opposti che all’interno
dell’APEIRON,
scontrandosi, sono usciti. Teoria
della separazione: gli opposti non si attraggono ma si respingono e
respingendosi fuoriescono da questo APEIRON
originario ,
generano aggregandosi i mondi, i pianeti, i cieli, vivono si
consumano e si disgregano, poi disgregandosi portano questi elementi
che li compongono a rientrare ciclicamente nell’ APERON
originario, continuando a muoversi si separano e rigenereranno nuovi
mondi .
I
mondi son destinati a nascere e a morire, è un ciclo vitale, APEIRON,
teoria della separazione, mondi che nascono, vivono si consumano,
muoiono, deflagrazione e ritorno all’ APEIRON, un ciclo che è
infinito nello spazio e nel tempo, perché nascono muoiono e si
rigenerano .
|
Apeiron e l'utopia razionale
|
Anassimandro
ha avuto il coraggio di pensare all’infinito nel tempo e nello
spazio, ha avuto il coraggio di concettualizzare l’indeterminato,
non ha inserito elementi di extra physis, non va oltre natura, è
dentro natura e l’equilibrio che ne risulta è governato da una
divinità che è la giustizia,
ecco ancora un elemento mitico: il mondo che risulta, i mondi che si
compongono, il cosmo, la 'satellità' stanno in equilibrio perchè
regna la Giustizia divina. Ma la giustizia non è morale, bene o
male, la giustizia non è del singolo, è una giustizia della
totalità. C’è un equilibrio del mondo, del cosmo, che rimane tale
nel tempo e nello spazio, c’è un equilibrio che è un equilibrio
giusto: i mondi che si formano dall’ APEIRON
sono in equilibrio sulla giustizia,
l’elemento mitico permane ma è ridotto ai minimi termini rispetto
a una visione e a un'impostazione naturalistica protoscientifica di
un vero e proprio genio greco che ha avuto il coraggio di inserire
nel mondo antico i temi e i concetti dell’infinito,
dell’indeterminatezza e della ciclicità come orizzonte filosofico
e culturale dell’uomo .