mercoledì 14 aprile 2021

Domenica prossima raccolta di rifiuti abbandonati ai laghetti di Porziola di Sasso Marconi.

Protagonisti i 'Plastic Free'. Gradite le adesioni.


di Thomas Morselli e Eleonora Storari


Non sono i miei rifiuti ma è il mio Pianeta’ , è con questo pensiero che i Plastic Free di Sasso Marconi esplorano e puliscono la città alla ricerca di rifiuti abbandonati, capitanati dai referenti locali Thomas Morselli ed Eleonora Storari che, con impegno e determinazione, hanno riunito un numeroso gruppo di cittadini volontari, molti dei quali già attivi da tempo sul territorio.


Plastic Free è un'Associazione Onlus nazionale che si occupa di sensibilizzazione su tematiche ambientali, ed in particolare sull'abuso della
plastica monouso; organizzano eventi di raccolta rifiuti e incontri di educazione ambientale nelle scuole. 

Domenica 18 Aprile ci sarà la prima di numerose iniziative: a partire dalle 9.30 e per tutta la mattinata, presso i Laghetti di Porziola, ci sarà un evento che coinvolgerà i volontari nell'intera bonifica di via Gamberi fino ai Laghetti. 

Questo appuntamento si colloca all'interno della data nazionale di Plastic Free Onlus che ha come obiettivo raccogliere almeno 100.000 kg di rifiuti in tutta Italia grazie ad oltre 150 eventi in tanti Comuni.

"Che cosa vogliamo lasciare o insegnare ai nostri figli e generazioni future?“ Certamente non un mondo inquinato e malsano in cui vivere, privato di quelle bellezze naturali e biodiversità che noi stessi abbiamo visto e vissuto, forse anche approfittandone un po’.

Crediamo che un mondo migliore sia possibile: un naturale equilibrio da ammirare con rispetto e generosità. Siamo sentinelle che sorvegliano e interagiscono preservando l’ambiente. Attraverso piccole azioni quotidiane, tutti noi possiamo ancora recuperare: la Natura ha un grandissimo potere ristorativo, è in grado di rigenerarsi molto velocemente laddove ovviamente non avvenga sfruttamento eccessivo. Abbiamo molto a cuore Sasso Marconi ed il nostro sogno ed obiettivo piu' grande è quello di riuscire a ripulire, bonificare, migliorare e rendere così fruibili ai cittadini tutte quelle zone ed aree verdi che un tempo erano bellissimi luoghi ameni, di cui la città è davvero ricca, oggi purtroppo divenuti fatiscenti e dimenticati nel disinteresse collettivo. Questo sara’ possibile solo grazie all'unione di tutti, attraverso le nostre iniziative, al prezioso supporto delle Istituzioni, a collaborazioni locali e tanta sensibilizzazione. Abbiamo subito colto nei cittadini sassesi questo senso d’urgenza e di entusiasmo verso questa nuova prospettiva.


Per partecipare all'incontro di domenica 18 Aprile è necessario iscriversi preventivamente ed in modo totalmente gratuito compilando il form al seguente link: https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/18-apr-sasso-marconi/?fbclid=IwAR2vN7S1OIME9OCG0T8NehpGSbW4_DW4xTEkhX-kltK6D_4BobeBWAaHmJc

Per qualunque informazione riguardo all'evento potete contattare i referenti Eleonora Storari e Thomas Morselli. In caso di maltempo l'evento sarà rimandato il prima possibile. 

Di seguito un'immagine dei volontari all'opera!


 



 


 

9 commenti:

  1. La questione si risolverebbe con
    o - una cauzione pesante (ad esempio, il massimo tra 2€ e il 10% del prezzo di vendita) sui contenitori
    o - sulla standardizzazione dei contenitori
    o - sulla logistica della GDO che dovrebbe tornare a gestire il vuoto a rendere

    L'industria delle macchine di confezionamento dei contenitori monouso dovrebbe convertirsi a quella della selezione dei contenitori, lavaggio sterlizzazione, robotizzazione della lavorazione in rientro, etc. tutta ottima roba che da' lavoro di qualita' e con plusvalore elevato.

    La cauzione "pesante"
    disincentirebbe la dispersione in ambiente
    favorirebbe la raccolta di quanto disperso come fonte di reddito non trascurabile

    Un problema che NON si vuole risolvere politicamente, con molti paesani e cittadini che sguazzano nella propria pigrizia *(ah, ma e' scomodo riportare le bottiglie in supermercato" etc. - evidentemente preferiscono stare in discariche lineari/diffuse) e nella proria gretta maleducazione (cacciano in giro ogni possibile rifiuto).

    Se i problemi non si vogliono risolvere, non verranno risolti.
    Poi ci sono i babbei poracci volontari come me e 'sti valorosi qui sopra che si ostinano a raccoglie rifiuti lasciati in giro da cafoni di ogni sorta.

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    1. Ti quoto al 100%. Ma aver visto la levata di scudi che c'è stata davanti alla proposta di introduzione della plastic tax, è facile pensare che andare nella direzione che proponi sia pura utopia, proprio perché non c'è una volontà politica tendente a risolvere alla radice il problema rifiuti.

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  2. Non ho mai sentito un volontario definirsi poveraccio e babbeo, volontario è chi fa volontariato.

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  3. ..."non sono i miei rifiuti, ma è il mio Pianeta" .. così inizia l'articolo. Ma voi "volontari" vi potete per favore informare dove vanno a finire le attuali raccolte dei rifiuti ? Vi potete informare in quali paesi esportiamo la plastica che raccoglierete visto che la Cina non la importa più? NON È RACCOGLIENDOLA CHE RISOLVEREMO IL PROBLEMA. La plastica va proibita per legge ! Oggi raccogli 100.000 kg e credi di aver messo a posto la coscienza ma sappi che in quel contenitore che raccoglierai alla Porziola, morirà intrappolato un pesce in Malesia !
    ..e allora caro volontario se davvero parli di Pianeta, la plastica che raccogli la devi tenere nel tuo garage,se c'è l'hai .. altrimenti sotto al tuo letto: questo è vero volontariato !

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    1. Commento che non si capisce da che parte vuole stare... Essere un volontario che vuole togliere la plastica dalle nostre strade, non significa mica che poi voglia per forza continuare ad usare la plastica! Intanto quella che è sparsa in giro raccogliamola, poi facciamo in modo di usarne sempre meno, e quella che sia usa, di inserirla in un ricircolo virtuoso. Prendersela con i volontari raccoglitori, trattandoli quasi peggio di chi getta i rifiuti in giro, mi pare un pò da frustrati...

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  4. concordo con la sostanza del commento 14 aprile 2021 21:19 anche se è vero che rischia di avvicinarsi al "benaltrismo"*

    queste iniziative, per quanto lodevoli, rischiano di essere specchietti per le allodole ecologici, il problema è dove finisce "l'usa e getta" e non tanto come ci arriva

    mi ricorda asessorati all'ambiente che vantavano alte percentuali di raccolte differenziate (millantate con ben due decimali, del tipo 76,27% con dati forniti dal raccoglitore-conferitore) e muti alla domanda: "sì va bene ma quanto ricicli?

    * per chi non lo sapesse il "benaltrismo" è la strategia di mandare in vacca ogni discorso dicendo: "vabbè ma i problemi sono BEN ALTRI"

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  5. ovviamente anche 14 aprile 2021 10:08 affronta bene il problema,

    una volta i vecchietti "andavano a cartoni" perchè ciò offriva un microreddito,

    con una caricata di 2-3 quintali di ferraccio o 3-4 batterie a rottame mi pagavo una serata in pizzeria con la morosa, oggi rimedio un verbale di qualche tipo per trasporto abusivo di rifiuti magari speciali,

    e poi c'è Bunazèn che ci ha ricordato che il "packaging" è una discreta fetta del PIL emiliano-romagnolo... VIETATO rinunciarvi

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  6. Buongiorno, rispondo con uno dei tanti articoli che chiunque abbia a cuore il Pianeta,come voi enunciate, dovrebbe aver "sete" di ricercare affinché le proprie azioni siano mirate e non dei paliativi. DOBBIAMO OBBLIGARE I GOVERNI A EMARE LEGGI CHE PROIBISCANO L'USO DELLE PLASTICHE. Oggi raccogliere la plastica è come toglierla dal proprio giardino e buttarla in quello del vicino... fintanto che sta zitto....! Ho perplessità anche su una Onlus che nasce per fare questo : ma qui usciremmo di tema e chissà come verrei appellato (consiglio anche sull'argomento Onlus di documentarsi attentamente..)
    Di seguito riporto l'articolo fedelmente.
    Cordialità
    L’effetto della pandemia ( articolo da : Internazionale nr.1397 ottobre 2020)
    L’adozione di misure restrittive per fermare la pandemia di covid-19 ha fatto crollare il prezzo del petrolio, e così produrre plastica “vergine” è diventato più economico che riciclarla, scrive su Science Tanveer M. Adyel, ingegnere della Monash university di Melbourne, in Australia. Allo stesso tempo è aumentata la maggior richiesta di dispositivi di protezione, come le mascherine usa e getta, e di conseguenza l’inquinamento. In Cina, a febbraio, sono stati prodotti 116 milioni di mascherine al giorno, dodici volte di più del mese precedente. Se tutti gli abitanti del mondo usassero una mascherina al giorno, ogni mese consumeremmo e butteremmo via 129 miliardi di mascherine. Al culmine dell’emergenza, gli ospedali di Wuhan, in Cina, hanno prodotto ogni giorno più di 240 tonnellate di rifiuti plastici, sei volte di più della media. Se succedesse lo stesso negli Stati Uniti, in due mesi si produrrebbero i rifiuti plastici di un anno. A Singapore, nelle otto settimane di lockdown, i pasti d’asporto e le consegne a casa hanno generato 1.400 tonnellate di rifiuti plastici in più. La crisi sanitaria ha quindi messo sotto pressione il sistema di smaltimento dei rifiuti. “C’è bisogno di un maggiore impegno a favore di un’economia circolare”, che consideri l’intero ciclo di vita del prodotto, riducendo al massimo gli sprechi, conclude Adyel. “Le aziende, invece, devono assumersi le loro responsabilità e ridurre l’uso di plastica vergine a vantaggio di quella riciclata”. Tuttavia anche insistere sul riciclaggio non sempre fa bene all’ambiente, scrive Louise Guillot sul sito Politico.
    “C’è il rischio che questo messaggio incoraggi le persone a consumare di più”. Secondo alcuni studi, infatti, il senso di colpa di chi consuma troppo è mitigato dall’idea che i rifiuti si possano riciclare, cosa che succede solo in rarissimi casi. Come ricorda Guillot, “dei trenta milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti nell’Unione europea nel 2015, solo il 17 per cento è stato riciclato”. A livello mondiale la percentuale non supera il 10 per cento.

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  7. Ma quindi bisognerebbe lasciare i rifiuti in giro nell'ambiente?
    Intanto il volontario si mette in gioco e cerca di fare qualcosa nell'immediato con delle azioni, mettendosi in gioco e non solo a parole. Una raccolta di per sè sarà sicuramente una goccia nell'oceano ma è utile per sensibilizzare le persone al tema, è questo l'obiettivo primario. Con la sensibilizzazione in futuro si potrà arrivare sempre di piu' a soluzioni definitive e in larga scala. Se lei vuole dare una mano, dopo la raccolta si possono portare i rifiuti nel suo garage!

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