Terreni aridi e agricoltori alle prese con l’irrigazione di soccorso. In sofferenza, grano, medicai e le colture foraggere
di Barbara Bertuzzi
Confagricoltura Emilia Romagna
Le colture hanno sete, non c’è pace per il comparto agricolo. A preoccupare ora sono i terreni aridi con grano tenero e duro.
Si profila una situazione difficile anche per i medicai e le colture foraggere destinate all’alimentazione animale e alla filiera del Parmigiano Reggiano.
Serve tanta acqua per la barbabietola da zucchero, per l’imminente trapianto del pomodoro da industria (26.000 ettari totali in regione) come anche per le semine del mais (80.000 ettari circa) che non possono più attendere.
«In questo momento – dice chiaro Marcello Bonvicini, presidente Confagricoltura Emilia Romagna - le aziende agricole non possono sostenere anche un aumento dei costi di produzione. Gli agricoltori si trovano di fronte a un bivio, se investire nell’irrigazione di soccorso o rischiare l’inevitabile calo delle rese produttive dovute all’apporto idrico insufficiente nelle varie fasi di sviluppo fenologico della pianta e finanche scongiurare la perdita totale del raccolto, dopo la difficile campagna dello scorso anno e la crisi pandemica che non dà certezze. L’incubo è il crollo della redditività per le aziende produttrici di materie prime d’eccellenza, cuore del made in Italy agroalimentare».
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