di Erika Seta
Consigliere Citta Metropolitana di Bologna
Gruppo Uniti per l’Alternativa
Ritengo molto grave che l’Assessore della Regione Emilia Romagna Donini non fosse consapevole del fatto che per sancire la fine di un periodo di quarantena la Asl obbligasse ad effettuare il tampone in strutture pubbliche, non validando quello fatto privatamente, così come riferisce il Consigliere Regionale Castaldini.
Non è un elemento da poco considerando che ciò si sta fortemente ripercuotendo sul sistema e sui cittadini.
- Infatti oltre a quelli che sintomatici o asintomatici hanno invano cercato un contatto con la Asl, e le testimonianze crescono pari al numero dei contagiati, ricevendo poi assistenza dai soli medici di famiglia o riversandosi autonomamente negli ospedali,
- si aggiungono quelli in quarantena fiduciaria che aspettano ben oltre i giorni previsti per avere accesso al tampone che sancirà la fine della reclusione tutto perché alle richieste avanzate dal medico curante non fa seguito il contatto Asl.
- Basterebbe consentire un tampone presso struttura privata magari a costo calmierato per alleggerire il sistema.
- A questi si aggiunge lo strano caso del tampone volontario per i contatti stretti di un soggetto positivo, nel caso sottoposto alla nostra attenzione, e ospedalizzato.
Come può essere volontario e non ritenuto necessario il tampone per capire se un determinato congiunto convivente sia positivo e quindi valutare i contatti da lui avuti? Il tracciamento quindi esiste o no? Il congiunto ha dovuto insistere per farsi fare il tampone, risultato positivo. Ne deriva anche un problema giuridico.
Se davvero si vogliono rendere proficui gli sforzi di questa guerra, bisogna prestare maggiore attenzione alle procedure basilari che già avevano dato prova di funzionare male nella fase 1.
Molto d'accordo. La filiera dei tamponi va potenziata moltissimo e il passaggio attraverso i medici di famiglia e' diventato un collo di bottiglia troppo stretto per la situazione attuale. Oltretutto si sa benissimo che in questo periodo anche solo parlare col proprio medico di famiglia e' diventato difficilissimo, perche' su attrezzature e dotazioni comunicative minime degli studi medici di base nei mesi scorsi non si e' fatto e disciplinato sostanzialmente nulla: una lacuna GRAVISSIMA.
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