mercoledì 18 novembre 2020

La Fiac di Pontecchio Marconi non genera profitti, ma la proprietà non vuole cederla.

Molto preoccupate le maestranze.  


C'è molta preoccupazione alla Fiac Compressori di Pontecchio Marconi. L'azienda è accusata di non 'procurare profitti', ma è ritenuta dalla multinazionale proprietaria invendibile. 

Ciò è risultato nel confronto al 'tavolo occupazione', uno dei 3 istituiti dopo l'accordo del luglio scorso che superava la crisi in corso, e che, con l'appoggio delle istituzioni, avrebbe dovuto valutare il 'piano sociale' e portare a un equilibrio occupazionale e produttivo. All'ultima dichiarazione della dirigenza  di assenza di utili, il segretario provinciale della Fiom, Michele Bulgarelli, ha prospettato l'eventualità di cedere il polo produttivo ad un altro gruppo industriale, nella convinzione che l'ipotesi potesse interessare: la proprietà, non solo avrebbe potuto ricavare un utile dalla cessione, ma si sarebbe disfatta di un polo produttivo che giudicava inutile, se non gravoso. Ne è seguita una decisa risposta negativa: la Fiac non era cedibile. E ciò ha ancor più allarmato poiché è parsa evidente la strategia della multinazionale che non ricerca la valorizzazione del polo produttivo di Pontecchio per il pieno utilizzo delle professionalità che lo stabilimento vanta. L'intento della proprietà è un altro.

 “L'azienda denuncia un 'bilancio sofferente' e non prende minimamente in esame proposte migliorative", racconta la componente della rappresentanza sindacale Fiac, Barbara Gasparoni . " E' un muro di gomma. Ciò genera inquietudine. Non è un gioco,” continua. “Sono in discussione 160 stipendi, quindi la vita di altrettante famiglie e il reddito di numerose altre persone impegnate nell'indotto. Siamo molto preoccupati. Molti di noi abitano in montagna L'unica luce è la vicinanza attiva delle istituzioni,” conclude Barbara.

 

Nessun commento:

Posta un commento