Tredici morti, crescono ricoveri, il 97,5% in isolamento a casa
Alla
vigilia dell'entrata in vigore del dpcm con le nuove limitazioni, si
registra un nuovo record dei contagi in Emilia-Romagna: a fronte di
20.332 tamponi sono stati individuati 2.180 positivi, il numero più
alto mai registrato in regione. Più della metà (1.156) sono
asintomatici, individuati attraverso screening e contact tracing. Ci
sono stati tredici nuovi morti, persone fra i 71 e gli 98 anni.
Sul fronte dei ricoveri ospedalieri, i dati continuano a crescere:
sono infatti 177, 16 in più di ieri, i pazienti ricoverati in
terapia intensiva e 1.588 negli altri reparti Covid (+34). Aumenta
però anche la percentuale delle persone che non richiedono cure
ospedaliere o sono prive di sintomi: i pazienti in isolamento a casa
sono infatti il 97,5%.
Per quanto riguarda i
contagi grande attenzione rimane sulle case protette: la Fp-Cgil
segnala che sono circa 400 gli operatori dei servizi per disabili e
anziani che sono risultate positive. A Rimini, il sindaco ha chiuso
la scuola media 'Dante Alighieri' dopo che si sono registrati nove
casi, fra studenti e personali.
Domani entra in
vigore il nuovo dpcm: l'Emilia-Romagna è stata inserita nella
cosiddetta 'zona gialla', ovvero quella dove le limitazioni sono più
blande e valgono per tutto il territorio nazionale. Rispetto agli
ultimi giorni sono poche le cose che cambieranno: ci sarà il divieto
di circolazione dalle 22 alle 5, saranno chiusi i centri commerciali
nei fine settimana, ci sarà la didattica a distanza per scuole
superiori e università, mentre i bar e i ristoranti potranno
continuare a rimanere aperti fino alle 18.
Intanto si continuano a valutare gli effetti della pandemia sul
tessuto economico: nel secondo trimestre 2020 si è registrata una
decisa inversione che interrompe il trend positivo sulla forza lavoro
che durava da più di quattro anni. A fine giugno - rileva uno studio
di Unioncamere sui dati del registro imprese delle Camere di
Commercio - i lavoratori sono 36.148 in meno (-2,1%). Crescono i
lavoratori delle costruzioni, tengono nell'industria, si riducono
nell'agricoltura e nel commercio.
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