Riportiamo le considerazioni del presidente del Circolo Fratelli d'Italia Sasso Marconi, Lorenzo Biagioni, in merito alla caccia, attività soggetta alle limitazioni 'pandemia'.
L'Emilia Romagna da domenica è divenuta zona arancione. E cosi a pagarne le conseguenze saranno anche i cacciatori, una categoria, una porzione di popolazione che continuamente viene tartassata e ora si vede anche doversi limitare. Ricordiamo però che questa attività si svolge all'aperto, tra infinite pianure, campagne sperdute e montagne dove la popolazione è assente. La caccia, lo sport più antico del mondo, un mondo che crea ancora oggi un indotto a dir poco importante, che dà lavoro a migliaia di persone. Siamo quindi a ricordare che la regolamentazione della caccia prevede la divisione delle province in ambiti territoriali di caccia ( i famosi Atc), quindi ci chiediamo come nella creazione dei vari dpcm non sia stata calcolata la possibilità di muoversi all'interno del proprio Atc ( peraltro concessione che ogni cacciatore ha già provveduto a pagare) e non limitato al comune. Non crediamo che un cacciatore che prende il suo cane e si sposta dal proprio comune per svolgere quest'attività all'interno dell' Atc d'appartenenza possa rappresentare una fonte di contagio. Sottolineiamo inoltre che la caccia è un'attività di svago che si fa all'aperto e può aiutare tutte quelle persone che si trovano costrette a rimanere in casa per tutto il resto del tempo. Capiamo purtroppo che la situazione è di emergenza, ma rimaniamo convinti che ogni situazione che possa limitare la libertà del cittadino andava analizzata in modo preciso. La caccia, la pesca, la raccolta dei funghi e tartufi per alcuni è una passione ma per altri è un lavoro, direttamente e indirettamente. Come si fa a non vedere che ognuna di queste attività andava incentivata e non limitata, permettendo di portare il cittadino lontano da possibili situazioni di assembramento. I cacciatori sono prima di tutto persone, che in seguito al conferimento di un corso e di svariati esami, praticano uno sport con l'uso dell'arma da fuoco, detengono quindi un porto d'armi, ne consegue perciò una comunità di persone responsabili e diligenti. Tutto questo porta a pensare che, se giustamente e responsabilmente regolamentata, la caccia in questo momento non doveva in nessun modo subire limitazioni, ma solo accorgimenti.
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