Produzione
mediamente in crescita del 10% rispetto all’anno scorso e vendemmia
anticipata al 10 agosto per le basi spumante.
di
Barbara Bertuzzi
Il
vigneto dell’Emilia-Romagna si prepara a una vendemmia anticipata
rispetto all’anno scorso e la raccolta parte sotto i migliori
auspici. Le condizioni climatiche finora favorevoli - salvo eventi
atmosferici estremi sparsi a macchia di leopardo in alcune aree del
territorio -, hanno facilitato l’allegagione del grappolo e il
costante sviluppo dell’acino quindi, ora, le uve si presentano sane
e i grappoli sono pieni. Confagricoltura Emilia Romagna stima «una
produzione mediamente in crescita del
10% se paragonata a quella assai scarsa del 2019
e fissa l’inizio della vendemmia
intorno al 10 agosto per i vini base
spumante: Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot».
Secondo
l’analisi svolta dall’organizzazione degli imprenditori agricoli,
la Romagna
è in linea con l’aumento percentuale stimato a livello regionale e
segnala peraltro una lenta evoluzione nella geografia dei suoi
vigneti: si coltiveranno sempre più vitigni a bacca bianca come il
Pinot – sia Bianco che Grigio -, il Pignoletto, il Sauvignon
e il Famoso ma sempre meno Sangiovese. Nei vigneti di pianura di
Pignoletto Doc ci si aspetta anche un 15% di
resa in più, nell’intero areale che va da Ravenna a Modena
passando per Bologna e Imola. Dati confermati dal Consorzio
Pignoletto Emilia Romagna, che
prevede un raccolto intorno ai 155 mila quintali di uve Doc (nel 2019
non è stata raggiunta nemmeno la soglia dei 130 mila quintali). Il
Consorzio Vini Colli Bolognesi
ipotizza invece una produzione pressoché stabile sia per i bianchi
che per i rossi (Cabernet Sauvignon, Merlot e Barbera) e un
quantitativo pari a 28 mila quintali di uve della Docg Pignoletto.
Si
profila un + 10% di produzione anche per il Lambrusco di Modena
nella zona tipica del Grasparossa di Castelvetro Doc e un
incremento di gran lunga superiore per il Lambrusco di Sorbara
Doc, con punte fino al +30-40% su scala annuale, dopo un 2019 da
dimenticare per via delle gelate e degli attacchi di cocciniglia. Il
consorzio Emilia Wine taglia le stime di crescita al di
sotto del 10% per il Lambrusco Reggiano Doc e calcola un lieve
calo per il vitigno a bacca nera Lancellotta (-3%).
Quest’ultimo vede tuttavia aumentare la sua superficie vitata nelle
province di Reggio Emilia e Modena.
Sarà
abbondante ma non anticipata la vendemmia nel Parmense.
La tipologia dei vini prodotti mette in cima alla lista la Malvasia
aromatica di Candia e registra un incremento dei rosati di Barbera e
Bonarda. I viticoltori
piacentini
sono pronti a staccare i primi grappoli il 10 agosto, con buone
previsioni quali-quantitative (+ 10%) per tutte le varietà locali:
Barbera,
Croatina,
Ortrugo e
Malvasia.
Anche qui si rileva un balzo in avanti dei rosati di Pinot, Barbera e
Bonarda.
Sorprende
il risultato commerciale ottenuto dalle aziende vinicole che hanno
puntato su zone di destinazione del prodotto non turistiche: + 20% di
vendite nei mesi di giugno e luglio rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
«La
crisi di mercato dovuta al Covid, alla chiusura del canale Ho.re.ca e
alla sua lenta ripresa, e il difficile scenario sul fronte delle
esportazioni richiedono un tempestivo intervento a sostegno delle
imprese per aiutarle ad affrontare le imminenti esigenze di
liquidità. Da valutare anche - conclude Confagricoltura Emilia
Romagna - la ricapitalizzazione delle
imprese sotto forma di aiuti di stato
che apportino risorse alle aziende tramite iniezioni di
capitale pubblico».
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