mercoledì 29 luglio 2020

Soddisfazione per la produzione di pomodoro da industria in Emilia Romagna

Confagricoltura: “Ora ci attendiamo una fattiva collaborazione da parte delle imprese di trasformazione”

Confagricoltura scrive:

«Avevamo chiesto chiarezza sugli ettari da destinare alla produzione, di mantenere pressoché inalterate le superfici coltivate a pomodoro da industria nel Nord Italia e così è stato. Vogliamo garantire alla parte agricola una congrua marginalità e scongiurare eventuali produzioni invendute». È soddisfatto il presidente della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna, Giovanni Lambertini, alla luce dei dati diffusi dalla OI Pomodoro da Industria del Nord Italia che attestano il pieno rispetto della programmazione produttiva 2020 definita da parte agricola e parte industriale durante la contrattazione e confermano superfici effettive in linea con quelle dello scorso anno (l’aumento del +1,3% sul 2019 è dovuto soprattutto alla crescita del biologico, che ha registrato un boom nel territorio ferrarese).

Gli ettari investiti in Emilia-Romagna sono oltre 25.300 su un totale complessivo di 37.071 nel bacino del Nord-Italia, che include anche Lombardia, Piemonte, Veneto. Nel dettaglio delle province, è in testa Piacenza con 10.025 ha poi Ferrara con 6.788 ha, seguono Parma (4.238 ha), Ravenna (1.988 ha), Reggio Emilia (1.111 ha), Modena (867 ha) e Bologna (320 ha).

Positivo anche il commento di Lambertini sull’andamento della campagna di raccolta iniziata solo da pochi giorni: «Il prodotto si presenta bene in campo e sulla base dei conferimenti già effettuati, possiamo dichiararci ottimisti: la qualità è elevata».

C’è un però. Mette le mani avanti il presidente della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna: «Ci attendiamo una fattiva collaborazione da parte delle imprese di trasformazione affinché tutto proceda secondo gli accordi presi, visto che quest’anno la campagna si svolge con due aziende in meno: la Columbus di Parma che ha chiuso i battenti e lo stabilimento piacentino della Opoe che ha sospeso l’attività».

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