Marta
Evangelisti e
Carla
Cavicchi
rispettivamente consigliere della Città metropolitana e consigliere
comunale di Camugnano, scrivono:
“Ancora
oggi dalla località Badi si imbocca la SP43 e non c’è un cartello
che indichi l’interruzione ed eventualmente una strada alternativa.
Per cui si arriva prima a Badi e poi a ridosso della frana e si trova
la strada sbarrata. Li, in prossimità della stessa si è obbligati
ad invertire la rotta.
La frana è sicuramente importante ma la sede stradale non è stata toccata, nel senso che è integra. Il pericolo è costituito dai massi a monte. Ci si domanda allora se da Novembre 2019 a Luglio 2020 non c’era modo di intervenire su quei massi e riaprire almeno a senso unico alternato. Ci si interroga su come possa sopravvivere a Lentula, in terra Toscana, un’attività commerciale e di ristorazione, l’unica, con una interruzione di così tanti mesi. Così quelle di Treppio, Fossato, Torri, Monachino e così chi vi abita o chi deve andare a fare visita ai propri congiunti dai Comuni limitrofi.
Si pensa, se ci sarà bisogno di un soccorso sanitario d’urgenza, cosa succederà.
Si legge in una delle risposte fornite dagli enti come le strade alternative per raggiungere questi luoghi siano tratti comunali, sconnessi, ripidi e non in grado di rispondere alle esigenze del territorio.
Allora chiediamo come si faccia a promuovere il turismo in Appennino se la viabilità è quella che vedete in un sacco di frazioni e di Comuni.
Viene inserito nei cartelloni delle rassegne che per raggiungere alcune località la viabilità è pessima e molto spesso impraticabile? Perché questo non gioverà certo ai nostri territori che hanno necessità di essere accuditi, sistemati e quindi offerti ai turisti nella loro veste migliore.
Bisogna invece cambiare visione.
La Montagna non è una riserva indiana dove trascorrere qualche giorno perché non si può andare altrove. Sviluppo e Turismo non possono che passare dai trasporti e dalla viabilità, dalla cura del dissesto e dalla manutenzione non solo emergenziale.
E pure i Sindaci di Montagna dovrebbero battere forte i pugni sui tavoli istituzionali, minacciando anche di restituire le fasce se le cose dovessero andare avanti così!”
La frana è sicuramente importante ma la sede stradale non è stata toccata, nel senso che è integra. Il pericolo è costituito dai massi a monte. Ci si domanda allora se da Novembre 2019 a Luglio 2020 non c’era modo di intervenire su quei massi e riaprire almeno a senso unico alternato. Ci si interroga su come possa sopravvivere a Lentula, in terra Toscana, un’attività commerciale e di ristorazione, l’unica, con una interruzione di così tanti mesi. Così quelle di Treppio, Fossato, Torri, Monachino e così chi vi abita o chi deve andare a fare visita ai propri congiunti dai Comuni limitrofi.
Si pensa, se ci sarà bisogno di un soccorso sanitario d’urgenza, cosa succederà.
Si legge in una delle risposte fornite dagli enti come le strade alternative per raggiungere questi luoghi siano tratti comunali, sconnessi, ripidi e non in grado di rispondere alle esigenze del territorio.
Allora chiediamo come si faccia a promuovere il turismo in Appennino se la viabilità è quella che vedete in un sacco di frazioni e di Comuni.
Viene inserito nei cartelloni delle rassegne che per raggiungere alcune località la viabilità è pessima e molto spesso impraticabile? Perché questo non gioverà certo ai nostri territori che hanno necessità di essere accuditi, sistemati e quindi offerti ai turisti nella loro veste migliore.
Bisogna invece cambiare visione.
La Montagna non è una riserva indiana dove trascorrere qualche giorno perché non si può andare altrove. Sviluppo e Turismo non possono che passare dai trasporti e dalla viabilità, dalla cura del dissesto e dalla manutenzione non solo emergenziale.
E pure i Sindaci di Montagna dovrebbero battere forte i pugni sui tavoli istituzionali, minacciando anche di restituire le fasce se le cose dovessero andare avanti così!”
Quasi tutti i sindaci obbediscono alle direttive del loro partito. E' evidente che chi ci governa vuole far morire la montagna. Non solo a Badi è in quella situazione.
RispondiEliminaSono i nostri venduti, incompetenti e ridicoli politici che dobbiamo ringraziare.
Molto giusta la domanda della consigliera Evangelisti. Ma nella zona ci sono altre strade interrotte e male o per nulla segnalate, creando situazioni molto pericolose per chi non e' del posto e non sa nulla, neanche quali alternative sono VERAMENTE praticabili. Altro che riserva indiana, gli indiani stanno meglio degli forestieri perche' queste cose le sanno, i turisti invece cornuti e mazziati!
RispondiEliminaSignori amministratori che avete competenza sulla viabilità : muovetevi!! In questi giorni ho notato che le località attorno al bacino di Suviana, sono frequentate da un numero considerevole di persone spesso provenienti dalla Toscana. Vergognatevi per non aver risolto dopo otto mesi l' interruzione della provinciale 43 costringendo in alternativa a percorrere strade comunali in pessime condizioni e pericolose per un traffico sostenuto.E' cosi che si favorisce il tanto invocato turismo locale, una delle poche risorse della zona?
RispondiEliminaPoveri noi, andiamo sempre peggio!!! Se uno smottamento di terra come questo fosse avvenuto negli anni 50' 0 60' e questa strada non era neppure asfaltata, il problema sarebbe stato risolto nel giro di poche settimane, usando solo carriola e piccone come si usava allora.
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