sabato 20 giugno 2020

IL DOPO DEL PRIMA


di nonna Gegè

Il “PRIMA” si riferisce ai tre mesi di look down e il “DOPO” riguarda la vita di oggi.
All’improvviso ci siamo trovati relegati in casa e fra lo sgomento per quanto accadeva all’esterno abbiamo provato ad imbastire giorno per giorno una nuova vita che ci consentisse di sentirci ugualmente vivi.
Per tamponare l’ansia che ci assaliva nell’ascoltare e vedere la televisione abbiamo scavato nel nostro profondo e con il massimo impegno siamo riusciti a dare un senso a quel pezzo di vita.
L’uomo è meraviglioso ed ha delle risorse immense e così ogni momento è stato valorizzato con idee nuove ed avendo tanto tempo a disposizione anche i piccoli sogni racchiusi da anni in quel “cassetto” sono riemersi.
Mano mano passava il tempo le giornate erano così piene e a sera rimaneva il rammarico di non essere riusciti a completare quei lavoretti o hobby programmati.

La stagione è stata bellissima con una primavera anticipata e dalle finestre semiaperte percepivi il cinguettio degli uccellini e il ronzio delle api che finalmente potevano danzare indisturbate da un fiore all’altro per far scorta di polline. Uccellini e api assieme formavano una colonna sonora armoniosa.
Il silenzio delle strade deserte, qualche abbaio di cane e quei rintocchi di campane ci portavano in tempi lontani.
Speriamo che quel silenzio ci abbia insegnato ad ascoltarci ed a ritrovarci.
La velocità del fare era svanita, il mondo pareva addormentato ma il cuore degli uomini non ha mai smesso di pulsare e la parte migliore di tutti noi è riemersa, il virus ci ha reso uomini uguali con le stesse paure e le stesse speranze e in particolare con la stessa fragilità.
Qualcuno ha paragonato questa pandemia ad una guerra: le guerre iniziano e finiscono per volontà dell’uomo, le pandemie non accettano armistizi e se ne vanno quando vogliono e l’uomo di fronte a ciò è veramente piccola cosa.
La tecnologia ci ha aiutato a non essere completamente soli e lo dimostra il fatto che a sera gli smartphone erano bollenti, parevano ferri pronti per stirare il bucato.
Dalle soffitte abbiamo recuperato cavalletti per dipingere uno stato d’animo, le librerie sono state sistemate e magari abbiamo ritrovato quel famoso libro che volevamo rileggere, anche la scrittura era consigliata e perché non fare km e km su una vecchia cyclette ascoltando musica buona?
Le giornate si sono rincorse e, da queste distrazioni, quel senso di malinconia veniva un po' dissolto. Una tavolozza di emozioni è il ricordo che ci porteremo appresso nel tempo.

Ed ecco il” DOPO”: il mondo non è più lo stesso, noi non siamo più gli stessi di prima perché qualcosina dobbiamo per forza aver imparato, innanzitutto che non siamo onnipotenti e che è inutile padroneggiare sulla terra , ella ci consente di vivere serenamente se da noi riceve rispetto e amore. Abbiamo anche imparato che nell’era digitatale l’uomo non può fare a meno della fisicità di un rapporto vero.
Abbiamo riscoperto il DESIDERIO: i bambini vogliono tornare a scuola con le maestre e compagni, la didattica tecnologica non può sostituire la didattica relazionale.
I delfini debbono continuare a rimanere nei nostri porti, i balenotteri debbono potere costeggiare il nostro litorale, le api debbono continuare a raccogliere polline e le paperelle guadare nei Navigli e sul Tevere.

  1. In questo “DOPO” impegniamoci ad aggiustare un po' la nostra vita, accontentiamoci delle piccole cose ed evitiamo di riprendere quella folle corsa verso cieca destinazione. Un moderato cammino ci consentirà di osservare le meraviglie del creato e di ponderare le scelte di vita.
  2. Il nuovo equilibrio del nostro vivere sarà una EREDITA’ preziosa per le generazioni future e SPERIAMO che questa rinascita possa essere la prova che anche dalle esperienze più forti qualche insegnamento si può trarre.


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