Contestate
la bancarotta fraudolenta e la sottrazione al pagamento delle
imposte. I due indagati in circa 18 anni avrebbero accumulato
debiti verso l’Erario per circa 7 milioni
Arresti
domiciliari nei confronti di una coppia di imprenditori, M.M. 55enne,
e S.M., 57enne, entrambi residenti a Bologna e amministratori di
una società operante nel settore della ristorazione, con sequestro
preventivo delle quote societarie e dell’azienda-ristorante. I
reati contestati sono bancarotta fraudolenta e sottrazione
fraudolenta al pagamento delle imposte.
Le
indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di
Bologna, coordinato dal Procuratore Aggiunto Morena Plazzi, sono
partite dal fallimento di una delle società che gestiva il
noto ristorante, "Nonno Rossi", che poco più di un
anno fa ha lasciato la zona dell'Aeroporto per riaprire a Pontecchio
Marconi, all'interno di Palazzo De' Rossi.
Oltre
ai sequestri, sono state eseguite anche perquisizioni delle
abitazioni e dei locali facenti capo agli indagati e alle società
coinvolte.
Secondo le Fiamme Gialle, una "coppia di coniugi aveva messo in atto un sistema consistente nella gestione del ristorante attraverso differenti schermi societari che si autofinanziavano, non attraverso il ricorso al credito bancario o al finanziamento dei soci, ma tramite l'evasione fiscali e degli oneri previdenziali, per essere poi portati al fallimento senza fermare l’esercizio dell’attività di ristorazione che veniva affidata a una nuova società".
Secondo le Fiamme Gialle, una "coppia di coniugi aveva messo in atto un sistema consistente nella gestione del ristorante attraverso differenti schermi societari che si autofinanziavano, non attraverso il ricorso al credito bancario o al finanziamento dei soci, ma tramite l'evasione fiscali e degli oneri previdenziali, per essere poi portati al fallimento senza fermare l’esercizio dell’attività di ristorazione che veniva affidata a una nuova società".
Debiti e tasse non pagati
In
particolare, le indagini avrebbero rivelato come la società fosse
stata sin dall’origine ideata e realizzata in funzione della
realizzazione di una serie di irregolarità, separando, attraverso la
stipula di contratti di affitto, la gestione del ristorante, a opera
di entità che accumulavano debiti erariali, dalla proprietà,
risultata in capo ad un altro soggetto economico sempre riconducibile
agli stessi coniugi. Tale separazione avrebbe reso inattaccabile
l’azienda dalle pretese dei creditori per i debiti contratti
nell’ambito della gestione. In questo modo in quattro anni dalla
società fallita era stato accumulato verso l’erario un passivo di
oltre 750 mila euro.
Per
i coniugi, come emerso dalle ricostruzioni dei finanzieri, non
sarebbe la prima volta: in passato avrebbero gestito bar e
mense accumulando, in circa 18 anni di attività (attraverso 8
società di cui 6 dichiarate fallite), debiti verso l’Erario per
circa 6,7 milioni di euro. (Bologna Today)
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