Il dossier: «La metà di loro aveva un lavoro in Africa, partono per cercare fortuna e mandare soldi ai parenti»
Il dossier: «La metà di loro aveva un lavoro in Africa, partono per cercare fortuna e mandare soldi ai parenti»
Da Il Giornale, richiesto da Dubbio:
L'immigrazione
illegale come «investimento» per il futuro. Così scrive l'Undp
(United Nations Development Programme) presentando la ricerca The
Scaling Fences: Voices of Irregular African Migrants to Europes,
realizzata intervistando più di 3mila immigrati provenienti da 43
diversi paesi africani e stabilitisi in 13 paesi europei (ma quasi la
metà degli intervistati vive in Spagna e Italia, cioè i due porti
di arrivo per il 90% di loro).
Il
dossier, anche se realizzato da un'organizzazione fortemente
terzomondista e immigrazionista come le Nazioni unite, conferma in
realtà le tesi opposte. Perché sfata la propaganda secondo cui gli
immigrati scapperebbero da guerre, carestia e povertà in cerca di
asilo politico, e quindi ci sarebbe il dovere morale di spalancargli
le frontiere. La realtà che raccontano i diretti interessati,
arrivati quasi tutti con i barconi attraverso le rotte gestite dalla
criminalità organizzata, è completamente diversa. Non solo non
scappano dalla fame nè dalle persecuzioni politiche, ma anzi la metà
di loro stava discretamente bene nel paese di origine, il 49% aveva
un lavoro, in molti casi uno stipendio maggiore e un livello di
istruzione più alto della media dei connazionali. Il 50% degli
immigrati che lavorava, alla domanda se guadagnasse a sufficienza per
farcela in Africa, risponde positivamente, addirittura il 12% dice
che era in grado anche di mettere via risparmi. «In Gambia avevo una
vita confortevole, non eravamo ricchi ma i nostri genitori si sono
assicurati che fossimo istruiti e curati» racconta Mahmadou. E
allora perché pagano cifre elevate per mettersi in viaggio,
rischiando anche la pelle? Risponde Aziz, dal Senegal: «Alla fine
tutti vogliamo le stesse cose nella vita: buona salute, lavori
dignitosi, opportunità per le nostre famiglie e per noi stessi. E
poiché molte persone non sentono di averle in Africa, vengono in
Europa». Insomma migranti economici, puri e semplici. «La ricerca
dimostra che quelli che sono partiti stavano relativamente meglio
rispetto ai loro coetanei» si legge nel rapporto. Quali sono le più
importanti motivazioni che ti hanno spinto a partire per l'Europa?
chiedono ai migranti intervistati. Il 60% risponde «lavoro/mandare
soldi a casa», il 18% «famiglia, amici», l'8% «istruzione», ma
nessuno accenna a situazioni di pericolo in patria o di essere stato
costretto.
Il
loro è appunto un «investimento», anche consistente, mediamente di
2700 dollari, finanziati spesso dai parenti, per farsi portare
illegalmente in Europa e poi, una volta lì, cercare un lavoro, una
fonte di reddito, e quindi mandare soldi alle famiglie in Africa, gli
«investitori» nel viaggio che quindi si attendono degli utili, un
«return on investment» (Roi) scrive l'Onu utilizzando una
espressione finanziaria. Il valore delle «rimesse» che il parente
immigrato in Europa riesce a mandare a casa (lo fa il 78%)
richiederebbe «40 anni per generare un'equivalente posizione
economica in patria», scrive l'Onu. Quindi il ritorno
dell'investimento, per quanto rischioso, è estremamente allettante.
La migrazione clandestina può rappresentare «un salto di una
generazione in termini di mobilità sociale». La ricercatrice Anna
Bono, esperta di Africa, è stata la prima in Italia a spiegare che è
la classe media africana, urbanizzata e tutto sommato benestante, a
partire per l'Europa. «I risultati della indagine dell'Undp parlano
chiaro - commenta su La Bussola Quotidiana -. Confermano che
centinaia di migliaia di africani hanno raggiunto l'Europa
illegalmente e per non essere respinti hanno mentito sostenendo di
essere profughi in fuga da guerre e persecuzioni».
Solo la sinistra non ci crede (per convenienza)
RispondiEliminaContrordine compagni! Basta piangere, l'onu ha cambiato il suo piano regolatore, le parole d'ordine sono cambiate, adeguatevi.
RispondiEliminaP.S.
Queste cose alcuni commentatori le scrivevano nei commenti su questo blog già cinque anni fa, tra gli insulti e la riprovazione generale dei buonisti.
E mi raccomando, continuate a finanziare l'onu.
Branco di pecore fascio-razziste! Si tratta dell'ennesima bufala alla quale non vedete l'ora di abboccare, con a capofila il direttore del Giornale ed i suoi simpatici lettori. Si tratta di una traduzione manipolata ad arte. Andate su Google e digitate "bufala Onu migranti" e al primo posto trovate il link al sito Bufale.net dove trovereteiil testo originale in inglese... Dubbio potevi farlo anche tu prima di postare questo bell'articolo e pure Fabbriani avrebbe dovuto farlo (se non è lei stesso Dubbio...).
RispondiEliminaROTFL! Il Giornale ?!
RispondiEliminaOramai è più autorevole Lercio.it a confronto.
Ma per favore!
RispondiEliminaAltro che inglese, quelli di bufale net conosceranno il dialetto ciociaro, quello sì.
Bufale.net è un sito nato a Bologna, ma cosa vuoi mai, se ci si informa srotolando il Giornale durante le sedute spiritiche in bagno...
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