Stiamo
attraversando il Mar Rosso della Pandemia, un guado al di là del
quale ci aspetta, non la terra promessa, ma l'ignoto e soprattutto ci
aspetta un impegno determinato per affrontare la nuova realtà che
richiederà sacrifici per poter tornare a una diversa e ad una, ora
inimmaginabile, 'normalità' . L'Appennino più di altre aree 'vede
nero'. Sull'altare della severa selezione degli ultimi decenni ha già
sacrificato molto: patrimonio industriale e artigianale e quella che
era un gioiellino di qualità: l'agricoltura. Ora si chiede quale
potrà essere il suo futuro. Quali potranno ancora essere i sacrifici
cui sarà chiamato.
Fra
le novità in cui qualcuno conta vi è l'arrivo in Consiglio
Regionale di Marco Mastacchi ( nella foto) , ex sindaco di Monzuno e attuale
capogruppo consiliare della lista Dimmi a Sasso Marconi, conoscitore
delle problematiche dell'Appennino. Egli potrebbe essere il
portatore dell'istanza montana in Regione.
In
molti si aspettano una sua azione decisa a favore dell'Appennino.
Come pensa di onorare tale attesa ?
“Utilizzando
la mia esperienza di dieci anni sindaco di Monzuno e affiancandomi ai
sindaci della montagna nelle loro richieste alla Regione”.
Proprio
oggi è stato presentato il progetto di ciclabile Marzabotto-Silla ed
è stato notato che la stessa proposta per la valle del Setta era,
ed è rimasta, una promessa.
“La
battaglia è ancora in corso. La Città metropolitana e la Regione
erano impegnate nella progettazione. Quando fu decisa la non
realizzazione della tangenziale di Vado, misi sul piatto la
compensazione della perdita con il prolungamento della ciclabile,
prevista nel progetto della tangenziale, fino a Sasso Marconi per
collegarla con la Euro 7 della Valle del Reno”.
Il
turismo inevitabilmente risentirà in modo negativo dal dramma
coronavirus. L'Appennino punta sul turismo. Cosa si può fare per
sostenere il settore?
“Credo
paradossalmente che ne potrebbe avere un vantaggio. Il turismo lento
fuori dalla massa potrebbe risultare una proposta preferita e quindi
segnare un incremento. Una bella camminata nei tanti percorsi che
l'Appennino consente con panorami bellissimi potrebbe essere
l'attrazione di questi tempi”.
La
Regione imporrà nel prossimo anno proprie linee generali sulla
programmazione territoriale, cui i comuni dovranno allinearsi. E' un
esproprio alle prerogative comunali ?
“Già
in passato i piani regolatori e i piani di sviluppo dovevano
sottostare alle norme regionali e metropolitane, non è pertanto un
esproprio poiché anche prima le proposte comunali erano soggette
alla loro approvazione. Le regole saranno molto rigide e restrittive
e dovranno rispettare le regole del consumo zero di territorio e del
recupero del patrimonio esistente. I comuni subiranno una diminuzioni
di introiti per oneri urbanizzazione. E' un accentramento e una
restrizione di possibilità per i comuni più marginali che, guarda
caso, sono quelli dell'Appennino”.
La
Valle del Reno ebbe un notevole sviluppo nell'800 grazie alla
fortunata combinazione di una nuova statale all'avanguardia e della
strada ferrata, opera straordinaria per l'epoca. Ora sembra che fra
le cause del declino via sia la obsolescenza delle due strutture,
Cosa ne pensa ?
“E'
da troppo tempo che si cerca una soluzione e troppe volte lo si è
fatto in chiave ideologica e non in modo pragmatico. Da molti,
troppi anni si parla di soluzione 'Porrettana' in alternativa alla
bretella Reno-Setta. Lo scontro ha portato al blocco di entrambe. La
stessa cosa è avvenuta nello scontro sulla soluzione 'nodo di
Bologna'”.
L'Appennino
aveva accolto con compiacimento la proposta di variante sud della
tangenziale di Bologna. L'ipotesi è già cassata ?
“Il
dibattito è ancora aperto. Pur consapevoli che le risorse saranno
destinate al Passante di Mezzo, continueremo la battaglia, poiché la
soluzione adottata è antistorica e non risolverà completamente il
problema viario che oggi affligge Bologna”.
Il
mondo agricolo dell'Appennino si sente demotivato da una presenza
eccessiva di ungulati, quando negli ultimi tempi si è rivelata una
necessità forte di prodotti a chilometro zero. La difesa dagli
animali impone costi di gestione improponibili. La Regione come può
intervenire ?
“Come
per noi anche il mondo dei selvatici sta subendo una mutazione,
l'arrivo nel nostro Appennino dei lupi per esempio sta cambiando
radicalmente gli equilibri della fauna selvatica. In più occasioni è
stato rilevato. Si tratterà di capire cosa avverrà con questa
trasformazione. L'assessore regionale dovrà poi affrontare la nuova
situazione”.
Il progetto della Val di Setta a Bassa Velocità è stato terminato e consegnato nel 2017 quindi chi doveva progettarlo il suo lavoro bene o male l'ha fatto e finito.
RispondiEliminaMi aspettavo parole meno vuote (la battaglia è ancora in corso) onestamente per un esordio, alla fine non ci ha detto assolutamente nulla dei prossimi passi concreti che intende fare per realizzare velocemente il progetto.
Direi che partiamo proprio male purtroppo!
E' insediato da due giorni, fra l'altro con le limitazioni Covid, lasciamo che comincino a lavorare prima di dire che 'partiamo male'. Sarà la sfida dopo Coronavirus che ci dirà di che pasta sono fatti TUTTI. Io ci confido su Mastacchi, daltronde peggio di quello che hanno fatto finora quelli che hanno gestito si fa fatica a pensarlo. L'Appennino in questi anni è stato non solo dimenticato, ma derubato e soffocato.
RispondiEliminaIl partiamo proprio male è riferito alle idee in proposito (ammesso ne abbia per realizzare il progetto) che poteva tranquillamente esporre ad un giornalista amico che gli ha fatto una domanda precisa.
RispondiEliminaRipeto, risposta vuota il covid19 centra nulla in questo, Mastacchi ci dica cosa farà concretamente da domani mattina, atti che può fare anche in smart working tranquillamente, ma per piacere senza affidarsi a parole vuote come nell'intervista.
Per quanto riguarda il suo punto "chi c'era prima ecc" se non ricordo male negli ultimi dieci anni qualche voce in capitolo Mastacchi l'ha avuta per (uso una frase vuota io stavolta) battere i pugni se avesse voluto.
Agli anonimi 17 aprile 19.32 e 17 aprile 9.47, mi sembra che i vostri commenti più che una critica a Mastacchi, siano dettati da una antipatia preconcetta. Il fatto che nell'intervista non sia sceso nei particolari è dovuta al fatto che il suo programma l'aveva già presentato in campagna elettorale, qui mi pare che voglia solo ribadire il suo intento di muoversi a favore delle criticità appenniniche, che sono purtroppo tante, tante, tante. Fin qui la Regione non mi pare le abbia volute risolvere …. anzi. Se uno si presenta e, anche dai banchi della minoranza, prova a cambiare qualcosa ben venga, poi le critiche semmai le faremo dopo.
RispondiEliminaPer l'anonimo del 17 aprile 9.47. Mastacchi da sindaco di Monzuno ha operato bene, la maggioranza dei cittadini lo dice. Quindi perchè non dovrebbe operare bene in Regione. L'hai capito da una intervista che ha cominciato male ?
RispondiEliminaCurioso gli orari di pubblicazione degli ultimi post mi fa ragionevole pensare che siano stati scritti dal gestore del blog, è corretto?
RispondiEliminaSe li avessi scritti io li avrei firmati. In ogni caso, si lo vuol sapere, li condivido.
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