martedì 7 aprile 2020

Il ritorno alla narrazione orale attraverso le nuove tecnologie, una resurrezione moderna della 'veglia in casa'


Attraverso i video online le comunità di San Benedetto e Monzuno raccontano la loro storia e le loro tradizioni grazie a Foiatonda e al Gruppo Studi Savena Setta Sambro

Pavesi, Santoni e Zanini
Tornare alla narrazione orale attraverso le nuove tecnologie: è l’idea, realizzata nell’ambito del progetto “Sconfiniamo Insieme” sostenuto dai comuni di San Benedetto Val di Sambro e di Monzuno e dall’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, realizzata dalla cooperativa Foiatonda in collaborazione con il Gruppo di Studi Savena Setta Sambro.
«Saranno divulgati contenuti video non di solo di puro svago ma anche di contenuto storico e sulle nostre tradizioni, reperiti in gran parte dagli scritti che Savena Setta Sambro ha prodotto in tanti anni di attività divulgativa e pubblicazioni» commenta Ermanno Pavesi, vicesindaco del Comune di Monzuno. I video, in cui diversi lettori leggono alcune pagine di storia bolognese, sono visibili sulle pagine social della cooperativa Foiatonda.
Il Gruppo di Studi Savena Setta Sambro, attreverso i suoi collaboratori, da anni racconta le vicende storiche dell’Appennino bolognese, andando ad indagare non solo tra le pagine di storia ufficiali, ma anche tra gli episodi di vita quotidiana e popolare. Tra i primi a prestare le loro “voci narranti” sono stati proprio Ermanno Pavesi e Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto, che si sono prestati in questo insolito ruolo di cantastorie. Il primo racconterà la storia della banda musicale di Vado, attingendo dal lavoro di Renato Mazzanti e Giorgio Quadri, mentre il secondo se la vedrà con alcuni brani dell’epopea contadaina raccontata da Adriano Simoncini nel suo volume “Ugone Eroe”, con una vicenda che vede protagonista un sindaco a cui viene chiesto di mettere a posto una strada del paese. Il primo cittadino di San Benedetto spiega che la cooperativa al tempo stesso aggrega interessi e bisogni della comunità e li ripropone come un megafono, in modo da spronare tutti a cercare di soddisfarli insieme «narrando la propria storia le comunità narrano non solo il loro passato, troppo spesso colpevolmente sconosciuto alle giovani generazioni, ma il loro presente e quindi, speriamo, il loro futuro».
Un’altra tra le prime lettrici coinvolte è Ida Zanini del Gruppo Savena Setta Sambro, che ha raccontato la favola un po’ surreale e grottesca di Lugheda, ambientata a Baragazza e così popolare che in Appennino una volta per dire che una ragazza era disordinata si diceva che era una Lugheda.
Walter Materassi, presidente della cooperativa, conclude che «Foiatonda vede nella “attivazione” delle comunità uno degli strumenti indispensabili alla rivoluzione culturale e sociale dell’Appennino. Saranno quindi le comunità le vere artefici dei contenuti video, essendo ormai sufficiente possedere un telefonino per compiere il prodigio. La cooperativa monterà i video in post-produzione e li pubblicherà sui suoi canali social diffondendoli sul territorio ed oltre».


Carmine Caputo

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