di
Marco Leoni
ERACLITO
:
Noi siamo e non siamo
(5oo
a.c.)
allo stesso tempo
Lezione
dedicata ad Eraclito a partire dalla lettura e analisi di alcuni dei
suoi più celebri frammenti.
Molti
di questi frammenti sono di dubbia provenienza, cioè non si ha
la
certezza che siano di Eraclito, ma noi partiamo dal presupposto che
possono
esserlo nel senso che molti studiosi ne hanno attribuito a lui
o
ai suoi seguaci la paternità, anche se qualcuno ha messo dei dubbi,
ma
è
vero che sembrano cogliere effettivamente molto del suo pensiero.
Eraclito
è il filosofo del
divenire, il
filosofo del
panta rei.
Partiamo
da uno dei più famosi frammenti : “negli stessi fiumi scendiamo
e
non scendiamo, siamo e non siamo”, che teorizza il mutamento della
realtà.
La
realtà è paragonata ad un fiume che eternamente, costantemente
scorre e dunque è in eterno mutamento, è un eterno fluire è un
eterno cambiamento.
L’archè,
il principio primo che governa il mondo, che governa le cose,
che
governa il cosmo è proprio il divenire
della realtà, è il mutamento:
tutto diviene tutto
muta, ecco
dunque che la Realtà è paragonata ad
un
fiume.
Cosa
c’è di più simbolicamente anche realmente diveniente di un
Fiume?
Se
voi vi sedete ai bordi di un fiume, lo vedete costantemente scorrere,
quello
scorrere è l’essere della realtà che eternamente fluisce e
eternamente
scorre. Per quello noi siamo e non siamo, perché noi siamo
in
un istante ciò che siamo ma non siamo più quello che eravamo
precedentemente,
noi oggi siamo diversi da ieri, tra qualche minuto
saremo
diversi da ora. Ma, siamo diversi in che cosa ?
Da
un punto di vista fisico, di liquidi, ho fatto la pipì, non ho fatto
la pipì,
di
corpi ho mangiato non ho mangiato, ma poi ci sono i bambini dove il
mutamento
è ancora più evidente, da un giorno all’altro cambiano
d’altezza,
noi di peso. Ma c’è anche un mutamento emozionale: sono
felice,
sono triste, oggi sono triste ieri non lo ero, siamo oggi quello che
non
eravamo ieri e così magari stasera sarete profondamente felici
perché
chissà oggi cosa sarà accaduto, vi sarete innamorati, avrete visto
un
panorama stupendo, avrete rivisto un amico, visto un bel film,
ascoltato
della musica, la bellezza delle cose che vi sono davanti vi hanno
dato
della felicità, oppure sarete profondamente tristi. Ecco
che siamo
e
non siamo, in ogni istante siamo qualcosa e non siamo più
quello
che eravamo prima e non siamo ancora quello che
saremo
dopo.
In
un altro frammento che qui non è citato ci dice Eraclito, o un suo
allievo,
che è impossibile fare il bagno due volte nello stesso fiume. Così
è
l’essere:
l'essere diviene ed è impossibile che la realtà si ripeta identica.
Impossibile
che la realtà sia immutabile così come è impossibile
immergersi
due volte nella stessa acqua del fiume.
Secondo frammento,
bellissimo, denso di significati evocativo :
“l’opposto concorde
e dai discordi bellissima armonia”.
Cosa
vuol dire ? Che secondo Eraclito e i suoi seguaci l’armonia
del tutto
è
data dallo scontro tra opposti,
lo scontro tra opposti è l’archè, ma
come
non è la realtà che muta ? Certamente, ma il mutamento è dato
dallo
scontro tra gli opposti, il caldo il freddo, la salute la malattia,
la
guerra
e la pace, il giorno e la notte, il bene e il male, il giusto e
l’ingiusto,
il
dolce e il salato, gli opposti sono in eterno scontro, ma dallo
scontro tra
opposti
deriva una armonia bella.
La
bellezza l’armonia e l’equilibrio sono figli dello scontro tra
opposti: c’è
un
ritmico susseguirsi tra il giorno la notte, tra costellazioni
pianeti stelle
che
mutano i cieli che ruotano. Dal mondo dell’astronomia al mondo
della
natura
al mondo di noi stessi è un eterno ritmato scontro tra opposti e
l’armonia
ne è il risultato.
La
nostra felicità passa dalla infelicità che abbiamo conosciuto, la
gioia
passa
dal sacrificio o dal dolore, se non ci fosse il dolore non ci sarebbe
la
gioia perché la gioia è soltanto il superamento di un dolore,
la felicità
è
l’uscita da uno stato di noia e se voi non foste mai nella noia non
provereste
mai il piacere. Ecco perché annoiarsi, secondo alcuni
pedagogisti,
è fondamentale perché quando vi annoiate vi preparate ad
assaporare
il piacere della non noia, dunque quando si fanno cose per
riempire
il tempo in realtà ci si sta preparando a una non noia ed è il
preambolo
al divertirsi e poi allo stare bene.
Lo
stare male per una malattia terminale allora porterà quale
equilibrio ?
Dovete
uscire dalla singola vita: nascerà qualcun altro. Quante persone
saranno
morte stanotte a Torino ad esempio? 11 o più sicuramente, ma
7-
10 saranno nate, vuol
dire che c’è un ciclo che è armonico.Certamente
io
piango la morte di un caro e lei sta festeggiando la nascita di suo
figlio
o di suo nipote. Sono due cose diverse, ma nella totalità
dell’ospedale
di Torino sono l’equilibrio, sono l’armonia.
Dunque
solo da una opposizione si trae l’equilibrio e un opposto esiste
grazie
al suo opposto, gli opposti si autolegittimano a vicenda, esiste il
bene
perché c’è il male, gli opposti scontrandosi, teoria che verrà
ripresa
poi
da un filosofo della Dialettica idealistica dell’ottocento, da
Hegel, gli
opposti
si riconoscono scontrandosi, e qua ve lo getto come riflessione in
amore.
Nell’amore o nell’amicizia, quando si litiga è perché ci si sta
riconoscendo
reciprocamente, perché è la diversità che porta al
riconoscimento
reciproco ed è normale.
Io
sono insegnante voi gli studenti, in un bel rapporto che si deve
instaurare,
i due ruoli vanno comunque mantenuti separati nella armonia
e
condivisione meglio che nel conflitto. Papà e mamma non sono i
vostri
amici
o i vostri compagni di pomeriggio e l’opposizione genitori-figli fa
parte
del reciproco riconoscimento.
Lo
scontro genera armonia, dove non c’è scontro c’è l'
indifferenza, ma
l’indifferenza
è morte, lo scontro è vita.
Eraclito
è veramente una miniera.
Qual’
è il simbolo dell’eterno scontro tra opposti ? IL
FUOCO.
L’archè
per Eraclito è il fuoco, simbolo dell’eterna lotta tra contrari
che
genera
l’equilibrio, il fuoco come elemento simbolico distruttore
distrugge
e crea, dunque simbolo dell’eterno scontro.
Il
fuoco è caos da un lato, dall’altro è logos, cioè ragione. Dal
caos nasce
un
ordine razionale. Il
caos produce armonia e senza caos non c’è
armonia,
l’armonia portata dal caos è a sua volta feconda e fertile.
Non
abbiate paura di affrontare il tema del mutamento, voi che mutate
che
avete amicizie che nascono e finiscono, materie che amate e non
amate
più, amori che nascono e finiscono, litigi con i genitori, scelte
che
fate
e cambiate, intraprendete uno sport poi ne scegliete un altro, è
caos,
ma
è caos che produce la vita. Ad esempio, sono stato bocciato in terza
linguistico
e ho capito che la mia vita era un’altra, oppure ho rifatto l'anno
e
sono andato molto meglio perché mi sono rafforzato: il mutamento non
dobbiamo
vederlo come negativo.
Per
Eraclito il mutamento è il cuore della vita, senza mutamento c’è
staticità
e la staticità è aridità, porta ad appassire.
Attenzione
al 14° frammento :
'Polemos,
la guerra, è il
padre di tutte le cose,
di tutto è re e gli uni
disvela
come Dei e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri
liberi'.
Il
Dio padre di tutti gli altri Dei quindi è la guerra: Eraclito esalta
la guerra.
Ma
la esalta come scontro tra opposti, perché la guerra stabilisce chi
ha
vinto
e chi ha perso, chi è libero e chi è schiavo e lo schiavo a sua
volta
per
poter diventare libero dovrà fare la guerra.
E'
lo scontro che produce l’equilibrio e chi vince lo scontro si
afferma,
dice
Eraclito. Se c’è una malattia e c’è la medicina o vince la
malattia o la
medicina,
se vince la malattia ha perso la medicina se ha vinto la
medicina
ha perso la malattia. E così vale anche poi in tutte le cose:
ogni
giorno la notte sembra vincere perché manda a casa il giorno, ma poi
al
mattino l’alba sconfiggerà la notte, allora lì sembra un eterno
conflitto
che
non ha ancora vincitori e vinti, vincerà la notte quando il sole si
spegnerà.
La
guerra è comune a tutte le cose e la giustizia è contesa e tutto
accade
secondo contesa e necessità.
La
giustizia è uno scontro fra chi ha subito un torto e chi l’ha
fatto, la
giustizia
è contesa perché c’è qualcuno che ha commesso un reato o un
sopruso
e qualcuno che l’ha subito.
Essere
giusto significa fare delle scelte che eliminano l’ingiustizia: c’è
una
tensione, quando si è giusti perché fra A e B non scelgo ad es.
B
perchè è vantaggioso, scelgo A perché più giusto, la giustizia è
una
vittoria
rispetto alla scelta ingiusta. Quante volte la giustizia costa
fatica!
Ve
ne accorgete quando volete fare una cosa giusta che spesso implica un
sacrificio,
per cui a volte si fanno le cose ingiuste. Quello davanti a me
perde
100 euro dalle tasche, non c’è nessuno che mi vede, lui sta
andando
avanti, devo chiamarlo, “scusa ?”. Spero che per voi sia
naturale,
ma per tanti non lo è: “Con 100 euro però potrei comprarmi
tante
cose che mi piacciono, non mi ha visto nessuno, magari lui non lo
farebbe”,
è una contesa fra l’azione giusta, che sappiamo qual è, e
l’azione
ingiusta che ci sta comunque attirando.
E’
la contesa fra giusto e ingiusto.
Congiungimenti
su intero e non intero concorde discorde armonico e
disarmonico:
concorde e discorde sono nell’unità la stessa cosa, nella
cosa
c’è il bene e il male c’è la salute e la malattia, sono
concordi i
disaccordi,
nella totalità della nostra vita c’è l’armonia fra le cose
diverse,
noi
siamo stati bene e siamo stati male, noi a volte siamo giusti e siamo
ingiusti,
nel giorno c’è la notte e c’è il giorno nelle 24 ore.
Ma
le cose non comprendono, sapete chi ? I dormienti.
Eraclito
divide il mondo in svegli e dormienti,
i dormienti sono
quelli che
non
capiscono che il mondo è in eterno mutamento, che la realtà muta,
che
l’armonia è figlia della disarmonia, immagine bellissima.
L’arco:
c’è una tensione fra l’arco la corda la mia spalla il mio
braccio,
il
risultato di questa tensione è l’equilibrio della freccia
scagliata verso il
bersaglio;
suono la lira la chitarra, colpisco le corde , scontro, ma dallo
scontro
fra le mie dita e le corde della chitarra esce un suono armonico.
L’armonia
è prodotta dallo scontro, chi non lo capisce sono i dormienti, gli
svegli,
i meno,
capiscono che una via è la stessa: la via all’insù e la via
all’ingiù
sono la stessa cosa.
L’unità
dei contrari, la lotta tra gli opposti, il divenire della realtà,
sono i
Pilastri
fondamentali del pensiero di Eraclito.
ERACLITO il filosofo degli opposti.
RispondiElimina(notte/giorno) (inverno/estate) (guerra/pace) (freddo/caldo) (amaro/dolce) ecc...
Interpretare ERACLITO è pretenzioso ma proprio in relazione agli opposti spero che l'ANGOSCIA e la PREOCCUPAZIONE di questi giorni si trasformino presto in CALMA SOLLIEVO BENESSERE TRANQUILLITA' e SALUTE per tutti.
Cara nonna gege^, desidero tu sappia che leggere i tuoi commenti mi fa sempre molto piacere.
RispondiEliminaSono attenti, puntuali, precisi, frutto di una lettura non superficiale di quello che scrivo
e dimostrano che tu conosci la filosofia più di quanto vuoi far credere.
La meraviglia e lo stupore di fronte al mondo ti porta obbligatoriamente a porti delle
domande e a ricercare risposte che fortunatamente non troveremo mai. Questo è il fascino e
il mistero della vita. Con affetto un abbraccio, Marco.
Caro Marco, la mia filosofia è la semplice filosofia del quotidiano e del mio vissuto.
RispondiEliminaNon avendo avuto modo di studiare la materia ho cercato di scoprire nel mio profondo quella vena filosofica che si può trovare, se la cerchi, in ognuno di noi.
Saggezza e filosofia, a mio avviso, vanno a braccetto e se ci si ascolta la vita diventa più leggera.
Continua a scrivere, avrò così modo di addentrarmi meglio in quelle tesi filosofiche che in maniera "superficiale" già condivido.
Pensiero del momento: chiusa in casa ma aperta a nuove illuminazioni.....ERACLITO CHIUSA/APERTA
Un saluto nonna gegè
Cara nonna gege^ ... SEI FORTE !!!
RispondiEliminaRaccolgo l'invito a continuare a scrivere, prometto che lo farò anche se tu fossi l'unica
persona a leggermi. Un abbraccio, Marco.