sabato 1 febbraio 2020

Saeco in vendita, la Regione convoca l’azienda

L’assessore Costi: «Non siamo stati avvertiti da nessuno». La Philips: «Continuità per dipendenti e clienti»

 

Dubbio ha inviato l'articolo di Mauro Giordano pubblicato da Il Corriere di Bologna


La Regione scende in campo per sostenere i lavoratori della Saeco, preoccupati dalla decisione della multinazionale olandese Philips di mettere in vendita lo stabilimento di Gaggio Montano, come conseguenza del nuovo assetto industriale che punta alla dismissione della produzione di piccoli elettrodomestici per fare spazio al settore della tecnologia sanitaria.
Zero comunicazioni
«Ci attiveremo immediatamente incontrando sia i rappresentanti dei lavoratori sia per conoscere le intenzioni direttamente dalla proprietà – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi –. La vicenda Saeco evoca una difficile trattativa che negli anni scorsi ha segnato un pezzo della storia produttiva e occupazionale dell’Appennino bolognese, i sacrifici fatti dai lavoratori e le azioni intraprese dalle istituzioni, come il fondo regionale per la formazione destinato ai lavoratori in esubero e il patto territoriale per facilitarne la ricollocazione». L’assessore non nasconde un certo fastidio sui canali comunicativi scelti dalla Philips. «Mi sarei aspettata una comunicazione da parte dalla proprietà — osserva —. Una vendita non deve necessariamente innescare preoccupazioni, ma da parte nostra ci sarà la massima attenzione e la richiesta assoluta della garanzia occupazionale». Da parte sua, ieri l’azienda ha fatto sapere di essere impegnata «in una transizione che preveda continuità per i propri dipendenti, partner e clienti».
Simbolo della crisi
La Saeco e la Demm di Porretta Terme rappresentano le due grandi crisi aziendali che negli ultimi anni hanno tenuto con il fiato sospeso lavoratori e famiglie dell’Appennino che come le altre zone montane della regione sono state al centro della recente campagna elettorale per i loro problemi rispetto al dinamismo del resto della regione. Spopolamento: con un calo degli abitanti certificato anche da un rapporto della Città metropolitana quantificabile in -0,8% dal 2008 al 2017 (perdendo circa 150 residenti sui 153.000 dell’area) con andamento opposto alla provincia che segna un +3,6% in questi anni e lo storico superamento della soglia del milione di abitanti nel territorio metropolitano. Redditi più bassi: tra i 18.000 e i 21.000 euro annui rispetto a una media provinciale di 25.000 e regionale di 22.000.
L’impegno dei neo-eletti in Regione
Massima attenzione al caso anche da parte dei neoconsiglieri regionali eletti, tra tutti Igor Taruffi di Emilia-Romagna Coraggiosa residente in Appennino e sempre vicino a quel territorio. «Serve non solo l’intervento della Regione ma anche del governo — commenta —. Infrastrutture e fiscalità agevolata per territori con queste difficoltà, quest’ultima da raggiungere in accordo con Roma, sono le strade da intraprendere subito». Per Marco Lisei di Fratelli d’Italia «il comprensorio è in sofferenza da tempo e consideriamo le soluzioni finora messe in campo dalla Regione sbagliate, perché servono interventi in un quadro generale e non solo da tampone per queste crisi: la situazione purtroppo non è nuova». Per Silvia Piccini del M5S «è indispensabile garantire collegamenti, infrastrutture e servizi, difendere la Saeco significa salvaguardare chi vive nel nostro Appennino».

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