di
Barbara Bertuzzi
Il
verdetto dell’Epa-Agenzia per la protezione dell’ambiente degli
Stati Uniti d’America ha scritto finalmente la parola “fine”
sulla presunta cancerogeneità del glifosate, l’erbicida utilizzato
in agricoltura oggetto di un aspro e controverso dibattito pubblico.
In sintesi, secondo l’agenzia, «non ci sono rischi di tipo
alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le
ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni».
È
soddisfatta Confagricoltura che ha sempre sottolineato la valenza
delle affermazioni espresse dalla comunità scientifica
internazionale, contro la disinformazione e le tante fake-news
divulgate un po’ ovunque e senza regole. L’organizzazione degli
imprenditori agricoli lo ribadisce dall’agosto 2019, quando l’Epa
osservò che creare allarmismi sul potenziale cancerogeno dei
prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in
contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e
sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”. Ciò
è stato poi condiviso dall’Autorità europea per la sicurezza
alimentare (Efsa), dall’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca
(Bfr), come pure dalle autorità canadesi per la salute (Health
Canada).
Giovanna
Parmigiani, che rappresenta l’Emilia Romagna nella giunta nazionale
di Confagricoltura, si unisce al coro degli scienziati: «La vicenda
del glifosate deve farci riflettere e servire da lezione per tutti in
futuro. Mai ascoltare le sirene della disinformazione, spesso
incontrollabili nell’era del web. No ai falsi
allarmismi, solo alla scienza spetta l’ultima parola soprattutto in
materia di sicurezza alimentare e salute umana. Come imprenditrice
agricola reputo infine doveroso ricordare che questa sostanza,
utilizzata nelle tecniche di agricoltura conservativa, concorre ad
apportare importanti benefici all’ambiente, limitando l’emissione
di CO2».
Messaggio ricevuto, il glifosato fa bene e la CO2 fa male...leggere tra le righe e fare al contrario.
RispondiEliminaL'importante è fidarsi dell'EPA...
RispondiElimina...E di Trump!
(ricordiamoci che, negli USA, l'attività di lobbing è instituzionalizzata)